Nashville dopo l’alluvione, lunghi tempi di recupero

Creato il 24 maggio 2010 da Godblesscountry @massimoannibale

A tre settimane dalla tremenda inondazione – la peggiore in più di 100 anni – che, a causa della tracimazione del fiume Cumberland, ha colpito il Tennessee centrale, e Nashville in particolare, la situazione va lentamente migliorando anche se la vita in città non è ancora tornata alla normalità. Il problema maggiore adesso è dato dal fango rappreso in quantità tale che ora è difficile rimuoverlo dall’interno di case, scantinati, negozi, hotel e garage. Ma anche ovviamente da luoghi “sacri” della Nashville legata alla musica country, come il Grand Ole Opry e la Country Music Hall of Fame.
I cittadini che non hanno provveduto ad asciugare subito tappeti e muri impregnati di acqua e fango con ventilatori e deumidificatori si trovano inoltre di fronte al problema della muffa, il cui insopportabile odore rende difficile la permanenza stessa in case all’apparenza sgombre da acqua e sporcizia.
La puzza di muffe può causare mal di testa, difficoltà di respirazione, eruzioni cutanee, occhi rossi, asma e allergie. La muffa per proliferare ha bisogno di umidità e di resti di alimenti e i suoi batteri possono rimanere “dormienti” per lunghi periodi di tempo, specie nel cuore del legno infiltrato dall’acqua e specie in questo periodo dell’anno in cui il clima inizia ad essere caldo-umido.
Alcuni – vedi foto a lato – sono stati costretti ad abbattere parte dei muri delle loro abitazioni (non costruiti in cemento) irreparabilmente danneggiate e indebolite dall’inondazione per evitare cedimenti futuri allo scopo di ricostruirli in sicurezza.
Ad ogni modo, la vita cerca di riappropriarsi di ogni angolo della città. La Country Music Hall of Fame, che aveva quasi due metri di acqua in una delle sue stanze di controllo (situata sotto il livello stradale) aveva riaperto i suoi battenti già il venerdì mattina successivo al weekend dell’inondazione; in realtà poteva farlo anche prima ma si è dovuto attendere che si riallacciasse l’energia elettrica fatta togliere in tutta l’area per motivi di sicurezza.
Anche lo storico studio B della RCA ha chiuso per cinque giorni, riaprendo il 7 maggio.
I danni maggiori sono stati subiti dal complesso della Grand Ole Opry House e del Gaylord Opryland Resort. Il primo è stato teatro di una grande corsa corso il tempo per preservare dall’acqua il maggior numero possibile di collezioni, tutti gli archivi (molti dei quali cartacei), le attrezzature sceniche e gli strumenti musicali al suo interno.
«L’Opry è il cuore della country music» ha detto il presidente Steve Buchanan «quindi non è affatto sorprendente che dopo l’alluvione gente da tutto il mondo sia arrivata a Nashville per mettere in sicurezza alcuni di più preziosi tesori. Che è stata anche la preoccupazione del nostro staff, al lavoro 24 ore su 24 per garantire la massima velocità». Alcuni di questi tesori non hanno in realtà mai corso rischi in quanto trasferiti in luoghi sicuri ore prima che il fiume Cumberland rompesse gli argini. Tra questi la copia del grande pannello pubblicitario che sponsorizzava la prima trasmissione radio della WSM; il fischio del battello che il fondatore dell’Opry George D. Hay per anni ha suonato per segnalare l’inizio dello show dell’Opry; il violino che il grande patriarca Roy Acuff suonò durante la sua prima performance all’Opry; ed un paio di scarpe che Minnie Pearl, la regina della commedia del Country, ha indossato durante i suoi più di 50 anni di esibizioni.
Si è salvato anche il simbolo identificativo della Grand Ole Opry House, un legno circolare di quercia di quasi due metri di diametro che era stato trasferito dal Ryman Auditorium quando gli show si trasferirono da lì nel 1974. Anche se era stato sommerso da un metro e mezzo d’acqua, esso appariva «in sostanziali buone condizioni» secondo Buchanan, quando è stato recuperato. Tutti i manufatti che hanno subito l’inondazione sono stati rimossi dal complesso. «Come custodi di questi oggetti noi comprendiamo quando valore abbiano per la notra musica, per la nostra cultura e per il nostro paese» ha detto Buchanan «Stiamo lavorando con i migliori professionisti per assicurarci che essi vengano preservati nel miglior modo possibile. Questo non sarà un processo a breve termine purtroppo, ma piuttosto saranno necessari meticolosità e pazienza».
Il Chicago Conservation Center ha raccolto numerosi altri manufatti provenienti da Nashville dei quali prendersi cura a Chicago prima di restituirli ai custodi della Grand Ole Opry House, mentre il suo immenso archivio video, parzialmente danneggiato, è stato affidato per il ripristino alla SpecBros, una società specializzata del New Jersey. La società Belfor, di Forth Worth (Texas), si occuperà invece dell’archivio fotografico. George Gruhn e Joe Glaser, di Nashville, guideranno un team specializzato di liutai provenienti da tutto il paese per sistemare gli strumenti a corda danneggiati dall’inondazione, inclusi alcuni pezzi della collezione personale della famiglia Acuff che erano in custodia alla Grand Ole Opry. Tutto il materiale audio era invece al sicuro al di sopra della linea dell’acqua, anche se alcune registrazioni conservate dentro gli uffici della 650 WSM saranno controllate.
Quella qui a lato, invece, è una porta d’ingresso laterale al palco del Grand Ole Opry; come potete vedere durante l’alluvione è stata sommersa per metà dall’acqua. Ora l’acqua ovviamente si è ritirata ed ha lasciato sulla porta il segno del livello a cui essa era giunta. La direzione del Grand Ole Opry ha deciso che questa porta non verrà né ridipinta né tantomeno sostituita: verrà invece mantenuta così com’è, con il segno lasciato dal livello massimo raggiunto dall’acqua, a memoria di questo tremendo evento, diventando una sorta di “oggetto icona”. «Questa porta d’ingresso al palco del Grand Ole Opry diverrà senza ombra di dubbio un simbolo storico» ha detto Buchanan.


(Tutte le foto di questo articolo sono state tratte per gentile concessione dal sito online del quotidiano The Tennessean)


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