Ultimo round. Con i Nastri d’argento si chiude l’anno cinematografico 2012/2013. Nulla di nuovo per quanto riguarda la consegna dei premi: il sindacato dei giornalisti ha premiato Giuseppe Tornatore, che con La migliore Offerta si aggiudica 6 premi su 9 candidature: regia, produzione, scenografia, costumi, montaggio e colonna sonora. Ottimo risultato per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, che vince ben 4 Nastri d’Argento: fotografia, sonoro e gli attori non protagonisti, Carlo Verdone e Sabrina Ferilli. Il Nastro come miglior attore va ad Aniello Arena (Reality), mentre Jasmine Trinca conquista il premio come migliore attrice interpretando Irene nel film Miele, che si aggiudica anche il Nastro come miglior regista esordiente (Valeria Golino). Tra i riconoscimenti, a Roberto Herlitzka il premio alla carriera, mentre a Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini va il doppio Nastro speciale per Venuto al mondo.
Da segnalare tuttavia la protesta che proviene dal mondo del cinema dopo la decisione del governo Letta di tagliare il tax credit. Roberto Andò, regista di Viva la libertà, durante la conferenza stampa chiede al Governo, attraverso una lettera, di ripristinare i fondi del tax credit per “avviare un percorso immediato di rilancio del settore audiovisivo. Il taglio del tax credit e la sua scadenza a fine 2014 rendono impossibile progettare nuove produzioni cinematografiche, condannando il settore alla chiusura; questa grave inadempienza vanifica l’effetto attrattivo nei confronti delle produzioni internazionali che stavano tornando a girare in Italia, ed invece preferiranno nuovamente altre location europee, con gravissimo danno per Cinecitta e i nostri Teatri. Così come, la mancata estensione del tax credit all’audiovisivo, continua a fare dell’Italia un paese ostile allo sviluppo della produzione indipendente.”. Se questa richiesta non sarà discussa, né tantomeno ascoltata, il rischio è quello del “boicottaggio di ogni manifestazione pubblica del cinema italiano cominciando proprio dal prossimo festival di Venezia“, un evento che non deve assolutamente macchiato da una politica vittima del denaro e incapace di dare importanza alla cultura e ai valori e benefici che questa porta agli individui. Non commettiamo lo stesso errore della Grecia.