148 Stefano mostri dell’inerzia, il documentario di Maurizio Cartolano sul caso Cucchi, entra nella cinquina dei migliori documentari italiani dell’anno e si aggiudica, ai Nastri D’Argento per il documentario, il Premio Speciale del SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani). Il riconoscimento è stato conferito “per avere creduto con tenacia nella denuncia, anche politica, e aver ricostruito con un documentario attento e appassionato una drammatica storia di inaccettabile violenza”.
Nel ricevere la notizia del premio Ilaria Cucchi ha dichiarato “ancora una volta arrivano segnali importanti che ci confortano e che ci aiutato ad andare avanti. Percepiamo in modo molto sentito la vicinanza di chi ci sostenuto fino ad oggi, soprattutto alla luce di quello che sta accadendo nel processo. Proprio in questi giorni - continua Ilaria Cucchi – alcuni periti nominati dalla Corte d’Assise stanno lavorando ad una perizia che ci auguriamo possa contraddire tutte le ipocrisie che finora ci sono state fornite durante il processo da un Pubblico Ministero e dal suo consulente, sempre inspiegabilmente ostile a noi e alla verità sulla morte di Stefano”.
Il regista – Maurizio Cartolano – ha detto: “Il documentario racconta ‘una storia’ di Stefano, non ‘la storia’ di Stefano. Vogliamo essere uno dei tanti tasselli in grado di comporre e ricostruire la storia di Stefano Cucchi, come in una ideale vicinanza alla sua identità alla sua biografia, sperando che ne nascano nuovi motivi di riflessione e magari d’inchiesta. Sappiamo che non basta un film per cambiare le cose, ma siamo certi che ogni parola, ogni racconto possano essere elementi per una nuova presa di coscienza. Appare chiaro – continua il regista - che la verità sulla vicenda di Stefano è ancor’oggi nascosta e per questo ci siamo sentiti in dovere di iniziare a ricostruirla. I tempi del processo in corso sono ancora molto lunghi e non abbiamo voluto aspettare la sentenza per parlare di questa storia di ingiustizia, l’abbiamo voluta raccontare ugualmente, persuasi come siamo che la negazione della giustizia ad un uomo rappresenti la negazione della giustizia ad un intero popolo ed a tutto il suo tempo istituzionale. Vogliamo mostrare e sottoporre al giudizio dello spettatore la vicenda di Stefano come esempio di un ‘sistema’ oggigiorno purtroppo noto. E’ evidente che quanto accaduto è la reiterazione di fatti troppe volte verificatisi, che sempre, ‘qualcuno’ ha cercato di insabbiare ebbene, quanto è accaduto a Stefano potrebbe accadere a chiunque di noi. Noi vogliamo difendere ‘chiunque’, ed il solo modo che abbiamo èdiaffidarci alla legge ‘richiamandola ai fatti ’ evitando di doverla solo ‘evocare’.
Ci spaventa pensare che i colpevoli di un potenziale reato possano essere protetti dallo stesso Stato che deve tutelare chi l’effetto di quel reato lo ha subito! Un ‘paradosso’ che per Stefano ha significato la perdita della sua stessa vita. La famiglia – aggiunge Cartolano – con dignità e rispetto, ha sempre sostenuto la fiducia nello Stato, nonostante il senso di abbandono da cui ancora oggi, a processo in corso, si sentono oppressi. Abbiamo visto tanta “onestà” nella famiglia Cucchi e nelle persone a loro vicine, e questa onestà, insieme al nostro bisogno e convinzione di giustizia, sono stati tra i motivi che ci hanno spinto a renderla un elemento trainante e visibile in tutto il racconto, e – conclude Maurizio Cartolano - dobbiamo infine dire grazie al lavoro svolto dai giornalisti perché è stato fondamentale nel far luce sulla vicenda di Stefano. In questa storia, più che in altre, ho fatto mio uno dei principi essenziali dell’informazione: “senza le notizie i fatti non esistono”.
Ho realizzato il documentario anche per difendere le istituzioni ‘oneste’, quelle che nel rispetto della costituzione e delle leggi, garantiscono quotidianamente i diritti fondamentali dei cittadini, doverosi in uno Stato civile e democratico, come la tutela dell’individuo della sua salute e della sua vita. Ringrazio – conclude il regista - tutti coloro che hanno creduto e collaborato rendendo possibile questo lavoro: i Nastri d’Argento con i suoi professionisti, che fanno vivere questo premio, Ilaria, Rita e Giovanni Cucchi, ricambiando la gratitudine che ho sempre potuto vedere nei loro occhi. Con loro ringrazio i produttori Simona Banchi e Valerio Terenzio e il Fatto Quotidiano con i patrocinatori Articolo 21 e Amnesty International“
Presenti alla cerimonia di premiazione al MiBac il regista Maurizio Cartolano, i produttori Simona Banchi e Valerio Terenzio e il padre di Stefano, Giovanni Cucchi.
148 Stefano mostri dell’inerzia si aggiudica l’importante riconoscimento ai Nastri d’Argento – dopo il Festival internazionale del Film di Roma che lo ha presentato come evento speciale, e numerose proiezioni in festival e rassegne in giro per l’Italia. 148 Stefano mostri dell’inerzia è stato prodotto da Simona Banchi e Valerio Terenzio per Ambra Group, da un’ idea di Giancarlo Castelli. In collaborazione con Il Fatto Quotidiano che lo distribuisce in edicola, ha il patrocinio di Amnesty International e Articolo 21.
Scritto da Luca Buccella