Uno dei luoghi comuni su Jane Austen è l'esigua quantità di notizie sulla sua vita. Di certo, la signorina di Steventon è assai sfuggente ma, considerando le sue lettere, i memoir familiari, i documenti ufficiali di varia natura e persino qualche diario di alcune sue parenti strette (su tutti, quello dell'amata nipote Fanny Knight) i dati biografici abbondano nonostante grandi, disarmanti voragini epistolari che divorano interi anni della sua vita (si pensi alla quasi totale assenza di lettere nel periodo cruciale di Bath, ad esempio).
Credo che il lamento che fa da colonna sonora a folte schiere di Janeite abbia più a che fare con il dispiacere di non avere alcuna notizia biografica certa sulla sua vita sentimentale, di cui abbiamo appena qualche accenno nelle sue lettere (dove Jane stessa racconta del suo flirt con il bell'amico irlandese, Tom Lefroy) o in altri resoconti familiari, come accade per l'unica (burrascosa) proposta di matrimonio di cui si abbia notizia, quella ricevuta dall'amico di famiglia Harris Bigg Wither...
Il giorno della sua nascita, però, è ben documentato. C'è innanzitutto una lettera, scritta il giorno seguente dal padre, il Rev. George, alla cognata Susannah Walter, che ci regala un affettuoso resoconto del lieto evento e una dovizia di particolari interessanti.
C'è l'annotazione del doppio battesimo (quello casalingo e quello in chiesa) nel registro della chiesa di Steventon.
Ma c'è dell'altro. Tra i tanti biografi di Jane Austen, qualcuno ha provveduto a ricostruire qualche particolare in più, da Claire Tomalin all'italiana Dara Kotnik (una biografia del 1996, edita da Rusconi, uscita di catalogo poco dopo e clamorosamente rimasta per troppo tempo l'unica in italiano), sulla base di altre informazioni.
Dunque, diventa facile oggi offrirvi un tè spazio-temporale per fare un viaggio nel tempo e andare nella canonica di Steventon, in quel fatidico, freddissimo 16 dicembre in cui nacque Jane Austen.
Jane arrivò con il freddo anomalo di un inverno anticipato, che sarebbe diventato memorabile.
Nel villaggio di Selbourne, a poco più di una decina di chilometri da Steventon, il naturalista Gilbert White annotò sul suo diario gli eventi meteorologici di quell'inverno 1775-76: a novembre, scriveva di alberi già completamente spogli e di piogge incessanti, e a dicembre di continue e persistenti gelate.
Le gelate di inizio dicembre furono solo un'anteprima di un inverno che sarebbe iniziato di lì a poco e che sarebbe stato ricordato negli anni successivi, e per molto tempo, come uno dei più freddi (come ricorda Claire Tomalin in Jane Austen. A life, cap. I).
Il 16 dicembre, White scrive: "Fog, sun, sweet day" (nebbia, sole, giornata piacevole), ma nel prosieguo del mese l'inverno diventerà molto rigido e sul diario appariranno queste parole: "Rugged, Siberian weather" (tempo aspro, siberiano).
Jane non sarebbe dovuta nascere quel freddissimo 16 dicembre ma, addirittura, un mese prima, come ironizza il padre nella lettera alla cognata, giocando sull'età dei due genitori (il Rev. Austen aveva già 44 anni e sua moglie 36):
Cara Cognata,
Senza dubbio stavi aspettando da qualche tempo notizie dall'Hampshire, e forse ti sei un po' meravigliata che alla nostra età fossimo diventati così incapaci di contare, ma è stato così, perché Cassy [N.d.R.: la moglie, Cassandra Leigh] si aspettava di partorire un mese fa [...].
(questo ritardo avrebbe dovuto dire molto del carattere volitivo ed indipendente che la nuova arrivata avrebbe dimostrato fin dalla più tenera età...)
La piccola Austen aveva ingannato tutti, facendosi attendere così a lungo, e quando si decise ad arrivare, forse erano tutti così abituati ad aspettarla che sembrò farlo all'improvviso, baldanzosamente desiderosa di cominciare a vivere la propria vita, come sembra lasciare intendere il prosieguo della lettera:
[...] comunque ieri sera il momento è arrivato, e senza molti preamboli, tutto si è concluso felicemente.
In una famiglia in cui la percentuale di figli maschi era preponderante (in un rapporto schiacciante di 5 a 1), l'arrivo di una seconda figlia femmina sembra aggiungere un sovrappiù di gioia al già lieto evento, che sfugge alla penna del Reverendo George:
[...] Ora abbiamo un'altra bambina, per il momento un giocattolo per la sorella Cassy e in futuro una compagna.
La previsione del padre sui rapporti futuri tra le due uniche femminucce di famiglia può sembrare facile, una frase che qualunque padre al suo posto avrebbe detto. Ma qui colpisce la lungimiranza nel tratteggiare un rapporto che, nella realtà degli anni a venire, legherà le due sorelle in una vera e propria simbiosi, dal primo all'ultimo respiro di Jane.
Che nome hanno scelto per questa neonata che, per ora, è come una bambola per la piccola Cassandra?
[...] Si chiamerà Jenny
dice il Rev. George, usando (affettuosamente) il nomignolo del nome che le sarà dato al momento del battesimo, Jane (lo stesso della nonna materna) - soltanto e semplicemente Jane, senza alcun secondo nome, come era consuetudine, e come accade anche ad altri figli dei coniugi Austen. Così lo trascriverà egli stesso sul registro della chiesa di Steventon (oggi conservato a Winchester, nello Hampshire Record Office, ref. 71M82/PR2):
[Testo:
"Jane Daughter of the Revd Mr George Austen Rector of this Parish, & Cassandra his wife was Privately Baptizd Decr 17th 1775 Rec'd into the Church April 5th 1776"
Jane Figlia del Rev. Mr. George Austen, Pastore di questa Parrocchia, e di sua moglie Cassandra, è stata battezzata privatamente il 17 dicembre 1775, registrata in Chiesa il 5 aprile 1776]
Il giorno stesso in cui scrive questa lettera alla cognata, il 17 dicembre, infatti, il Rev. George battezza la neonata in casa, come accaduto a tutti gli altri figli prima di lei.
Nel primo mese di vita di Jane, l'inverno raggiunse il suo apice di intensità, con nevicate copiose e frequenti gelate (a gennaio, infatti, il Tamigi gelò diverse volte) e quando finalmente allentò la presa, lasciò spazio ad un febbraio tempestoso.
Non stupisce, dunque, che la cerimonia ufficiale del battesimo in chiesa si sia tenuta solo il 5 aprile 1776 (come indicato dall'immagine del registro, più sopra), a testimoniare come l'inverno che salutò la nascita di Jane Austen fosse così singolarmente freddo da spingere i genitori ad attendere il tepore primaverile per portarla in chiesa, nonostante fosse relativamente vicina.
Nella sua lettera, il padre è fedele all'irresistibile tendenza a cercare somiglianze nelle minuscole fattezze dei neonati ed aggiunge quello che si può considerare il primo dettaglio sull'aspetto della futura scrittrice:
[...] mi sembra somigli a Henry, così come Cassy somiglia a Neddy [N.d.R. Edward, il terzogenito].
Quante volte gli appassionati e gli studiosi si sono interrogati sull'aspetto della grande autrice? Quante ipotesi sono state fatte sulla base di un bozzetto di Cassandra del 1810 circa, unico ritratto autentico ma del tutto insufficiente per avere una certezza? E quante altre elucubrazioni sono state imbastite sulla base dei resoconti scritti (talvolta contrastanti) dei familiari? Ebbene, in un breve frammento di lettera, ecco un indizio che dice molto dell'aspetto di Jane.
Assomigliava al fratello Henry - il quale, a sua volta, era molto somigliante al padre. Questi era considerato un bell'uomo anche in età avanzata, come ricorda il primo biografo di Jane Austen, il nipote James Edward Austen-Leigh nel Memoir del 1870 (capitolo 1):
Mr. Austen era un uomo notevolmente bello, sia in gioventù che in vecchiaia. Durante gli anni a Oxford era chiamato il "bel censore", e a Bath, quando aveva più di settant'anni, attirava gli sguardi per la finezza dei suoi lineamenti e l'abbondante capigliatura bianca come la neve.
Dunque, guardando il ritratto del Rev. George o quello di suo figlio Henry, ed accostandoli al già citato bozzetto di Cassandra, possiamo provare ad avere un'idea più precisa di Jane, nel volto e nell'aspetto.
La lettera contiene ancora un cenno al lieto evento: il Rev. George rassicura del fatto che la madre sta bene, un dettaglio non trascurabile in un'epoca in cui il parto era ancora un evento molto rischioso per la salute delle donne.
Poi la lettera passa ad altri argomenti e, dopo gli affettuosi saluti di rito, si conclude presto. Intorno al mittente, la canonica già brulicante di bambini e vivacità è animata da una nuova vita che attira l'attenzione di tutti...