Magazine Italiani nel Mondo
La madre di un mio zio a Caluso, il paese del Passito edell'Erbaluce, ha deciso di passare a migliore vita proprio a Natale. Cosi'oggi i miei genitori sono dovuti ''scendere'' dalla montagna per andare alfunerale. Io ne ho approfittato per farmi lasciare a Venaria Reale, la expalazzina di caccia dei Savoia, dove - nelle scuderie dello Iuvarra - c'era unamostra sul famoso autoritratto di Leonardo Da Vinci. Sono poche le volte chemostre del genere finiscono in Piemonte, cosi' che non mi sono fatta scapparel'occasione. Tanto che non avevo ancora visitato la reggia riaperta un paio dianni fa, penso dopo un colossale restauro.
Come previsto a Santo Stefano c'era un po' di coda allabiglietteria. Proprio qui e' successo un episodio curioso. L'ingresso allaReggia e' abbastanza salato, se poi si somma quello della mostra si superano i20 euro. Forse pentita da tale salasso la bigliettaia chiedeva a tutti seavevano riduzioni. Ho visto tirare fuori le tessere piu' assurde. Una signoradavanti a me ha ottenuto un biglietto ridotto con la tessera dell'Ikea. Io hoprovato con la tessera dell'Immigrato, la I-Card che rilasciano ai residentiall'estero. Purtroppo non avevo la mia tessera dell'Ordine (a cui nonappartengo piu' perche' sono stata espulsa, ma per ora non mi hanno ancorachiesto la restitituzione del tesserino). Ho detto pero' che ero giornalista.Fidandomi della mie parole, immediatamente la cassiera mi ha rifilato tre bigliettigratis! La casta! Quanto e' ancora potente in Italia!
Martedi' 27 gennaio, Bracchiello
Il tempo e' sempresereno. Si vede l'intero arco delle montagne innevate. Capisco ora perche' ilPiemonte si chiama cosi'. Ancora una volta mi viene in mente quando in Himachalsi vede all'orizzonte la catena himalayana. Sopra Bracchiello, dove i mieidiversi anni fa hanno comprato una baita da ristrutturare, si sale verso unalpeggio. C'e' una strada carrozzabile che va fino a una radura dove ci sono unpaio di case. Sopra c'e' parecchia neve e ci sono anche dei caprioli. Sarannocirca 1.200 metri, o forse meno, ci sono i castagni e non le conifere checaratterizzano di solito le vallate piu' alte. Vago in completa solitudine perun paio di ore. Mi ritrovo a fare yoga su un dirupo nel piu' silenzio assolutomentre in alto volteggiano dei falchetti o qualcosa molto simile. Se tendol'orecchio mi sembra di udire il fragore della Stura nel fondovalle. Ogni tantosento il rumore cupo di un masso che case nella montagna di fronte. Ma non cisono cave e neppure stanno costruendo una strada. Neppure nell'Himalaya piu'profonda ho percepito cosi' tanto isolamento dal resto del mondo. Altro cheritiro spirituale in Tibet! Provate l'Alto Canavese!
Mercoledi', 28 dicembre, Torino
Ogni anno spero di trovare Torino veramente cambiata, comemi dicono in molti (che l'hanno visitata ai tempi d'oro delle Olimpiadi del2006). Invece e' sempre peggio. Neppure a Natale riesce a trasmettere un po'di allegria. Mi sembrava di averloscritto gia' l'anno scorso. La citta' e' fantasma. Non c'e' neppure traffico nellestrade. Sono arrivata da Ceres con una storica linea ferroviarie che si vantadi essere la prima elettrificata al mondo. Il treno, gestito dai trasportitorinesi, e' moderno, mentre le stazioni da Ceres in giu' sono ancora quelledell'Ottocento. Un vero biju'. A vallela ferrovia collega l'aeroporto di Caselle, rivitalizzato, con la citta'. Unicoproblema: il treno si ferma a stazione Dora, uno scalo periferico, di cuinessuno conosce neppure l'esistenza. Da li' con lo stesso bigliettoi si prendeil ''DoraFly", un semplice bus che ti porta un centro fino a Porta Nuova.
A Torino sono andata a vedere una mostra di arte modernacurata da Vittorio Sgarbi che ha voluto fare una riedizione locale dellaBiennale di Venezia, ospitando artisti contemporanei francesi. E' nellacosidetta sala Nervi di Torino Esposizioni, di fianco al castello del Valentino,che e' in ristrutturazione.
Tra queste c'era anche la mia amica Francesca Ramello che haesposto due acquarelli della sua ultima serie di donne con fiori (''Stay awayfrom my flowers'').
La sala, che somiglia a un hanger, e' stata fatta dalvecchio Agnelli come mostra un suo busto sull'arcata dell'ingresso. La mostraera un po' incasinata, molte opere non avevano neppure l'etichetta. Si vedevache era un po' raffazzonata, ma il guaio piu' grosso e' che non c'erariscaldamento e quindi si rischiava l'ibernamento nonostante il bel sole chec'era fuori. Ancora una volta Torino nonfa che confermare la sua inospilita' e - temo - anche avversione per l'artemoderna.
Lungo il Po, invece ho notato che c'e'una novita': hannomesso i bateaux mouche, come a Parigi...il percorso e' dal Valentino aiMurazzi. Ovviamente erano deserti. In piazza Vittorio Veneto invece una dittache si chiama ''Cubetto'' stava tagliando con delle motoseghe un enorme massodi ghiaccio. Penso, forse, per trasformarlo in un bar o in qualcosa di simile,ma non sono sicura. Era l'unica attivita' nella piazza deserta e disadornanonostante le feste natalizie .
Giovedi' 29 dicembre, Chivasso
Nel mio quartiere, i Cappuccini (c'era un convento diventatoil liceo classico dove ho passato 5 terribili anni) il Comune ha introdotto unabella novita': una fontana d'acqua (a pagamento). E' il primo vero segnale diuna coscienza ecologica che scorgo dopo anni di cieco consumismo. Per me che daanni faccio una battaglia contro le bottiglie di plastica e' una verasoddisfazione!
Si tratta di una casupola di legno con erogatori di acqualiscia e gassata a 5 centesimi al litro. Un prezzo popolare e convenienterispetto al negozio. Lo slogan e' ''buona come l'acqua, chiara come il vetro''.La gente arriva con bottiglie di vetro in un cestello, si mette in coda e poipazientemente riempie le sue bottiglie con monete o con una tesseraricaricabile. L'acqua e' veramente buona, soprattutto quella con le bollicine.
A me ha subito ricordato il pozzo del villaggio, dove allasera si raccolgono le donne. All'alba del secondo millennio, la societa'occidentale ritorna all'ancestrale pratica di raccogliere l'acqua e portarla acasa. Forse esagero un po', ma a me sembra davvero cosi'. Quando ho domandato amia madre, perche' ogni giorno deve andare al ''pozzo'' a pagamento invece chesemplicemente aprire il rubinetto, mi ha risposto che ''e' piu' buona, mentrequella dell'acquedotto sa di cloro''.
Io sono andata un paio di volte e ho notato anche un altrovantaggio, ampiamente dissertato dagli antropologi. Come in tutte le civilta' -e come avviene ancora in India - intorno al pozzo si socializza. Un miracolo. Anchei taciturni piemontesi diventano improvvisamente loquaci e scherzosi. Qualcunoloda l'iniziativa, un altro commenta sul fatto che nei negozi non si trovanopiu' bottiglie di vetro, un altro ancora sulla neve che si vede sui monti. Unasignora che aveva una bottiglia da un litro e mezzo, addirittura mi ha offertola meta' d'acqua rimanente. ''Non sprechiamola..''. Chissa' magari nasconoanche degli amori o amicizie mentre si e' in fila al pozzo.
Venerdi' 30 dicembre, Chivasso
Mi hanno detto che sono tutti in vacanza, ma non ci credo.Non c'e' anima viva in giro. Certo, e' appena un grado sopra lo zero, ma c'e'mezza Europa in queste condizioni, se non peggio. Vicino a casa mia c'era lostabilimento Lancia. Dopo diversi anni dalla chiusura della fabbrica, la Lanciaha finalmente costruito un centro ricreativo, nei pressi dello stabilimentooggi occupato da diverse industrie dell'indotto auto. C'e' una picina estiva euna palestra, e anche un ristorante. Ci vado perche' e' su una pista ciclabiledove mi metto a fare jogging. Il percorso finisce al cimitero dove con miagrande sorpresa c'e' un discreto via vai di persone che portano fiori ai proprivari. Nella disperata ricerca di qualche attivita' sportiva da praticare,raggiungo poi la piscina comunale che si trova nei pressi del canale Cavour, una''grande opera'' che ha favorito la rivoluzione agricola italiana. Ma e' chiusaper le festivita'. Davanti hanno costruito un supermercato Carrefour dove entro per scaldarmi un po'. Aquanto pare mezza Chivasso e' qui a fare compere. Adesso capisco dove sonotutti. A differenza della Lombardia, i centri commerciali qui sono arrivati dapoco, ma sono gia' un successone. Da alcune mesi hanno aperto un ''Gigante'',dove mi hanno accompagnato con entusiasmo i miei genitori. E' l'unica occasionein cui siamo usciti insieme, a parte la doverosa visita alla tomba di famigliae a un ospizio dove vive l'ultima mia zia di secondo grado, sorella di miononno. Qualsiasi mia proposta, dalcinema (l'unico superstite del paese) alla pizzeria, era stata sistematicamentebocciata.
Sabato 31 dicembre, concerto in Piazza San Carlo
In una botta di vita finale, il comune di Torino ha invitatoRenzo Arbore e la sua Orchestra Italiana a festeggiare San Silvestro in piazzaSan Carlo, il ''salotto'' dell'ex capitale sabauda. Ci sono arrivata con il trenoda Chivasso, tra ragazzi gia' ubriachi e gente un po' sfigata che forse non poteva permettersi il cenonedi fineanno o costretta a lavorare anchel'ultima sera dell'anno. Quando sono arrivata la piazza era gia' piena,compresa una folta pattuglia schierata vicino al palco. A Torino hanno vietatoi botti quest'anno. Gli unici localiaperti erano i due storici caffe', tra cui il Caffe' Torino, una macchina deltempo della Belle Epoque, che ha sul marciapiede il famoso toro rampante con igenitali consumati dai tanti che come me ci passano sopra per scaramanzia.Peccato che non abbiano pensato a qualche banchetto con vin chaud o birra allaspina. Sarebbe stato piu' bello come happening...ma siamo a Torino, non a TimesSquare... Invece piu' o meno tutti avevano in mano la propria bottiglia dispumante con bicchieri per il brindisi. Il vecchio Arbore che ce l'ha messatutta a riscaldare la folla, si e' dimenticato perfino di fare il conto allarovescia e ha continuato a cantare Funiculi, Funicola. Quando e' scoccata lamezzanotte, nessuno se n'e' accorto e solo dopo un bel po' qualcuno hacominciato a far saltare i tappi.
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