Complessivamente anche questo Natale i consumi rimarranno praticamente fermi: solo il 2% degli italiani, 960mila persone, spenderà di più.
Anche tra i commercianti e gli imprenditori si denota un leggero pessimismo, che dimostra quanto il paese faccia fatica ad uscire dalla crisi economica, ma le feste natalizie rimangono comunque un momento importante per il commercio. In questo periodo si concentra, in media, il 24% del fatturato annuale dei negozi, nonostante solo un italiano su due arriva alla fine del mese e, con il Natale alle porte, è la tredicesima a fare la differenza. Sul fronte regali in sei milioni rinunciano, ma si registra un piccolo boom di acquisti di profumi e cosmetici (+4%), mentre il 43% donerà ai bambini “regali utili”. E’ quanto emerge da un sondaggio della Confesercenti.
(milanesi.corriere.it)
Negli acquisti pre-natalizi a fare la differenza è la tredicesima mensilità. Nel primo weekend verso Natale gli italiani appaiono divisi in due categorie: chi percepisce la tredicesime acquisterà il 2,6% di più di quelli che non possono contare sulla mensilità aggiuntiva. Anche perché la crisi continua a farsi sentire: nel 2014 solo un italiano su due (il 51%) ce la fa ad arrivare alla fine del mese, mentre il 36% non riesce a superare la terza settimana e il 13% la seconda. Sette anni fa la percentuale di italiani che dichiarava di avere un reddito sufficiente per tutto il mese era del 64%, oltre 6 milioni di persone in più. Non c’è da stupirsi dunque se quest’anno la quasi totalità degli intervistati, il 92%, ha dichiarato di aver ridotto alcuni capitoli di spesa. Nel 2007 la quota era ferma al 67%. I tagli hanno investito le spese di tutti i giorni, ma si riducono anche le spese di necessità pratica: il 15% dichiara di aver risparmiato sul carburante, l’11% – oltre 5,2 milioni di italiani – sui beni alimentari. Un numero quasi doppio rispetto al 6% registrato nel 2007.
Uno degli elementi discriminanti sui consumi sembra essere appunto la tredicesima. Tra chi prende la tredicesima e chi no, invece, il divario diventa particolarmente evidente negli acquisti di giocattoli, segnalati dal 52% dei nostri concittadini con la tredicesima mensilità contro il 48% generale, così come anche nell’abbigliamento (56% contro il 51%) e negli elettrodomestici (29% e 26%). Ma soprattutto ci sarà un piccolo boom dei profumi: il 34% nel 2013 balza al 38% nel 2014, addirittura al 42% per chi prende la tredicesima.
Così, la tradizionale corsa ai regali di Natale rimane “immobile”. Solo il 2% degli italiani, poco meno di un milione di persone, spenderà di più durante queste settimane di avvicinamento al Natale. Anche il sentimento dei negozianti si orienta verso un Natale stagnante: per quasi la metà degli imprenditori del commercio (il 48%) i risultati saranno in linea con quelli del 2013, mentre il resto è diviso tra chi intravede un miglioramento (24%) e chi un ulteriore declino (28%). Rimane forte la tradizione dell’albero di Natale, scelto nel 2014 da sette italiani su dieci: il 33% farà solo l’albero, mentre il 39% lo affiancherà al tradizionale presepe, scelto come unica decorazione da un ulteriore 6% degli intervistati. Un 12% metterà solo qualche addobbo natalizio, mentre il 10% non farà alcuna decorazione. Quasi due milioni di italiani in più del 2007, quando la quota era ferma al 6%. (ADNKRONOS)