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Regia: Joe ZerullSceneggiatura: Daniel Rairdin-Hale, Hanlon Smith-Dorsey, Joe Zerull
Chissà cosa spinge un autore a tentare la strada di una commedia horror con gli zombie: non si contano più i film che ripercorrono quanto tracciato dal seminale Shaun of the Dead, se si parla di sangue e ironia sembra quasi che solo i morti viventi siano elemento valido per far funzionare il prodotto, e aggiungiamoci il periodo natalizio per un bel fiocchetto che sono in molti a voler legare - ma ci vuole una certa capacità per riuscire a distinguersi dalla massa, e non sempre la comicità stessa è sufficiente a evitare il tracollo di film deboli e uguali a mille altri.
Opera minuscola, budget ridicolo, cast ridotto all'osso che si spartisce inoltre anche sceneggiatura e regia, pur pescando a piene mani dall'immaginario comune dello zombi comico A Cadaver Christmas punta prima di tutto a costruire tre personalità e a farle interagire con dialoghi molto spiritosi, la strutturazione non tenta infatti di giocare sulle gag ma sui botta e risposta e sull'impossibilità di relazionarsi di questi antieroi sfortunati, pessimisti e abbastanza stupidi. Non è che ci sia molto da constatare, il film segue binari ben conosciuti, siamo all'interno di una scuola infestata e un ubriaco, un poliziotto e un bidello devono farsi strada tra aule e corridoi per fermare l'epidemia, non succede niente che non si possa bene o male prevedere con un minimo di conoscenza del genere, ma ciò non è fondamentalmente un male considerando non solo i pochi mezzi a disposizione ma soprattutto il buon lavoro a monte per cercare di dare maggior sostanza a quella che in fondo è una classica non-storia di zombi. Prima degli strumenti di fortuna per difendersi e prima dello splatter generoso c'è infatti un bel tentativo di dare ampio respiro a personaggi che, nonostante le interpretazioni troppo sopra le righe e poco solide, parlano, si prendono in giro, riflettono (sbagliando, ovviamente) e creano in maniera sensata una buona quantità di situazioni spiritose.
Dettagli come il timing perfetto del tormentone sulla natura dei morti ("they're cadavers, not zombies") o il buon gioco tra battute e scelte visive dà il via quindi una piacevolissima atmosfera che trova giusto sfogo nel gore abbondante e nel flusso bene o male interminabile di sangue, richiamando la sua natura di b-movie (anche nella scelta grindhouseata della pellicola e nel taglio buio da horror anni 50), semplice ma estremamente funzionale, poverissimo ma divertente.
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