Il Natale degli italiani tra risparmi e piccoli regali
Regali al tempo della crisi. È una bella contraddizione se si pensa che tra Imu sulle seconde case, case di lusso, terreni agricoli e quant’ altro, unito all’aumento sulla nettezza urbana che ha coinvolto la maggior parte dei comuni italiani, insieme alle bollette di luce, gas, telefono, quello che resta da spendere per questo Natale è davvero poco. Come trascorreranno gli italiani questo Natale? Sicuramente la parola d’ ordine è: risparmio.
È sempre più diffusa la tendenza a fare la spesa nei discount, che offrono prodotti di media qualità a piccoli prezzi, e si è molto più oculati nell’acquisto di carne, pesce, salumi, formaggi. E allora: cosa ci sarà sulle nostre tavole nel periodo economico più nero per il nostro paese? Sicuramente pasta, il cui utilizzo è sempre maggiore, molti legumi, che costano poco e sono molto nutrienti, patate, verdure, frutta, pesce azzurro, cotechino, salsiccia, spumante al posto dello champagne: insomma cibo low cost, in linea con il regime di austerity che ci è stato imposto, e a trionfare sarà il made in Italy e i prodotti a “chilometro zero“. La spesa alimentare delle feste natalizie sarò cosi’ ripartita: carni e salumi (18,5%); pesce (11,8%); pasta e pane (14,2%); formaggi e uova (13,1%); ortaggi, conserve, frutta fresca e secca (15,3%); vini, spumanti e altre bevande (14,7%); pandori, panettoni, torroni e dolci in generale (12,4%).
Secondo un recente sondaggio realizzato dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori), gli italiani preferiscono tirare la cinghia su regali (-9%) e viaggi (-4%), piuttosto che rinunciare alla classica tavola natalizia (+1%): solo il 19% degli italiani accorcerà il budget per cibo e bevande, mentre ben l’81% lascerà praticamente inalterata rispetto al 2011 la spesa per il cenone della Vigilia e quella per i pranzi di Natale e di Santo Stefano. Ogni famiglia sborserà in media 141 euro per imbandire le tavolate delle festività alle porte, con una spesa complessiva stimata in 1,6 miliardi di euro per il solo pranzo di Natale e intorno a un miliardo per il cenone del 24 dicembre. Nella letterina a Babbo Natale la maggioranza degli italiani chiede meno tasse e più lavoro, con la speranza che il prossimo anno porti una diminuzione del tasso di disoccupazione giunto ormai a livelli da dopoguerra. Secondo il sondaggio, però, aumenta la percentuale di chi annuncia che spenderà di più: il 4% contro il 2% dello scorso anno. I più guardinghi sono senz’altro gli ultrasessantenni. Infine, quasi un italiano su tre (il 31%, in leggero aumento rispetto a 12 mesi fa) spenderà la stessa cifra del Natale passato. A pesare sulla spesa è soprattutto la situazione economica personale.
È tempo di crisi, è vero, ma bisogna comunque essere ottimisti, sperare che ci possa essere un futuro migliore e cercare di non far percepire ai bambini nessun clima di tensione o di preoccupazione. Facile a dirsi! Ma occorre tirare fuori quella tenacia che ogni italiano ha dentro di sé, quella voglia di andare avanti e di non lasciarsi schiacciare dai problemi, quella forza che ci ha consentito nei momenti più drammatici della nostra storia ad andare avanti. Gli italiani l’hanno già trovata quella forza, ed è proprio grazie a quella se si ritrovano in coda ogni giorno agli uffici dei tributi a pagare le tasse. Quello che chiedono alle istituzioni è che oltre alle tasse non si prendino anche la loro dignità.
L’augurio che ci facciamo per il prossimo anno è: meno liti in parlamento, meno tasse, più lavoro e più denaro nelle nostre tasche.