ricevo e giro volentieri
COMUNICATO STAMPA
Natalia Estemirova: di Cecenia si muore
15 luglio 2009 – 15 luglio 2011
a cura di Daniela Zini
Il programma della serata prevede interventi e letture che offriranno occasioni di intrattenimento e di riflessione a tutti.
Odradek la Libreria, via dei Banchi Vecchi 57 – Roma
venerdì 15 luglio 2011 ore 18.00
Il principio della libertà di informazione, sul quale si è pronunciato, con un Decreto sui mezzi di comunicazione sociale, il 4 dicembre 1963, anche il Concilio Vaticano II, è sancito dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, nel 1789:
“Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la loro manifestazione non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla Legge.” (art. 10)
“La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo: tutti i cittadini possono, dunque, parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge.” (art. 11)
Successivamente, questo principio ha una consacrazione internazionale nella Conferenza Interamericana sui Problemi della Guerra e la Pace di Chapultepec (21 febbraio – 8 marzo 1945), dove è stabilito che “nessuna società può essere libera senza libertà di espressione e di stampa” e che l’esercizio di questa libertà non è garantito “dalle autorità politiche, ma è un inalienabile diritto popolare”, quindi, il 10 dicembre 1948, nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU:
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.” (art. 19)
Nel 1997, la Conferenza Generale dell’UNESCO adotta una risoluzione che condanna i crimini contro i giornalisti. Questa risoluzione mira a sensibilizzare i governi e le organizzazioni internazionali e regionali a questo riguardo e tenta, dunque, di combattere la cultura dell’impunità. Nei due terzi dei casi gli assassini, infatti, non sono neppure identificati e non lo saranno, probabilmente, mai. In numerosi Paesi, l’assassinio è divenuto il mezzo più facile, il più economico e il più efficace per far tacere i giornalisti “scomodi” e più gli assassini se ne tirano fuori, più si accelera la spirale della morte.
Il 23 dicembre 2006, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adotta la risoluzione 1738 sulla protezione dei giornalisti durante i conflitti armati.
Il 12 marzo 2008, Reporters sans Frontières lancia la prima Giornata Mondiale contro la Cyber-censura, allo scopo di denunciare la censura dei governi sulla rete.
Ma il principio della libertà di informazione non è rispettato.
Nel 2010, almeno 105 giornalisti sono stati uccisi sul campo in 33 Paesi diversi, secondo il rapporto pubblicato, il 27 dicembre scorso, dall’ONG Presse Emblème Campagne (PEC). Il bilancio è inferiore a quello del 2009, nel corso del quale hanno trovato la morte 122 giornalisti, ma superiore a quello del 2008, con i 91 uccisi.
“La comunità internazionale non ha ancora trovato gli strumenti per mettere fine a questo fenomeno.”
deplora il Segretario Generale della PEC, Blaise Lempen.
“Mancano ancora meccanismi efficaci per indagare rapidamente e processare gli autori di questi crimini.”Con 14 giornalisti uccisi il Messico e il Pakistan guidano questa tragica classifica. Seguono l’Honduras, con 9 giornalisti assassinati, l’Iraq con 7, le Filippine con 6, la Russia con 5 e la Colombia con 4.
Dalla caduta dell’URSS (1993), molti giornalisti sono stati uccisi in Russia:
Dmtri Krikoriants (1993), Cynthia Elbaum (1994), Vladimir Jitarenko (1995), Jochen Piest (1995), Valentin Yanus (1995), Shamkhan Kagirov (1995), Maxim Shabalin (1995), Felix Titov (1995), Sergei Ivanov (1995), Viktor Pimenov (1996), Nadezhda Chaikova (1996), Nina Efimova (1996), Ramzan Khadjiev (1996), Farhad Kerimov (1996), Vitali Shevchenko (1996), Elena Petrova (1996), Andrei Basavluk (1996), Natalia Vasenina (1996), Galina Starovoitova (1998), Antonio Russo (2000), Vladimir Yatsina (2000), Aleksandr Yefremov (2000), Igor Domnikov (2000), Sergey Novikov (2000), Iskandar Khatloni (2000), Sergey Ivanov (2000), Adam Tepsurgayev (2000), Eduard Markevich (2001), Natalia Skryl (2002), Konstantin Pogodin (2002), Valeri Batuev (2002), Sergei Kalinovski (2002), Vitali Sakhn-Val’da (2002), Leonid Shevchenko (2002), Valeri Ivanov (2002), Sergei Zhabin (2002), Nikolai Vasiliev (2002), Leonid Kuznetsov (2002), Paavo Voutilainen (2002), Roddy Scott (2002), Alexandr Plotnikov (2002), Oleg Sedinko (2002), Nikolai Razmolodin (2002), Igor Salikov (2002), Leonid Plotnikov (2002), Alexei Sidorov (2003), Tolyatinskoye Obozreniye (2003), Yuri Shchekochikhin (2003), Dmitry Shvets (2003), Yefim Sukhanov (2004), Farit Urazbayev (2004), Adlan Khassanov (2004), Shangysh Mondush (2004), Paul Klebnikov (2004), Payl Peloyan (2004), Zoya Ivanova (2004), Vladimir Pritchin (2004), Ian Travinsky (2004), Pavel Makeyev (2005), Magomedzaghid Varisov (2005), Alexander Pitersky (2005), Vladimir Pashutin (2005), Tamirlan Kazikhanov (2005), Kira Lezhneva (2005), Vaghif Kochetkov (2006), Ilya Zimin (2006), Vyacheslav Akatov (2006), Anton Kretenchuka (2006), Yevgeny Gerasimenko (2006), Vlad Kidanov (2006), Alexander Petrov (2006), Vyacheslav Plotnikov (2006), Anna Politkovskaja (2006), Anatoly Voronin (2006), Khabarovsk Konstantin Brovko (2007), Ivan Safronov (2007), Vadim Kuznetsov (2007), Ilyas Shurpayev (2008), Gaji Abashilov (2008), Magomed Yevloyev (2008), Abdulla Alishayev (2008), Anastasia Baburova (2009), Stanislav Markelov (2009), Sergei Protazanov (2009), Abdulmalik Akhmedilov (2009), Andrei Kulagin (2009), Natalia Estemirova (2009), Konstantin Popov (2010), Maxim Zuyev (2010).La sicurezza dei giornalisti è essenziale alla difesa del diritto dei cittadini ad accedere a informazioni affidabili e del diritto dei giornalisti a darle senza pregiudizio alcuno per la propria sicurezza. Gli Stati e la società devono creare e mantenere le condizioni necessarie perché questi diritti fondamentali siano esercitati da tutti. E, quando i crimini contro i giornalisti restano impuniti, si può dubitare dell’impegno degli Stati a difendere le libertà fondamentali e a imporre la supremazia del diritto. Di conseguenza, gli Stati devono adottare una posizione ferma per impedire gli assassini dei giornalisti e assicurare gli autori dei crimini alla giustizia.
Questa serata ha lo scopo di ricordare i principi fondamentali della libertà di stampa e di rendere omaggio ai giornalisti morti nell’adempimento del proprio lavoro.
Daniela Zini