Ma da superficiale e inesperta adolescente cederà alle lusinghe del primo senza riconoscere il secondo, se non dopo che ormai tutto è cambiato e nessuna scelta è più plausibile. Sembrerà assurdo, ma non c’è premeditazione, non c’è calcolo nella scelta di Delia che si lascia guidare solo dal suo istinto. Non sono i soldi che le interessano e neanche uno status sociale, ma la libertà. Perché in fondo solo questa interessa alla protagonista, ma gliene viene concessa tanta da farla ubriacare e permetterle di mettersi da sola con un piede nella fossa. Tanta spensieratezza offuscata dall’ignoranza. Una vita passata a sfuggire la noia che rimane sempre acquattata dietro l’angolo, anche quando si è raggiunto il proprio obbiettivo. E forse è questo il tema centrale del romanzo: la noia. Tutti soffrono di noia: Delia che non sopporta la sua piccola e sudicia casa, Nini che passa il tempo a leggere e a bere, Giovanni che appena può scappa in città, Azalea che insoddisfatta della sua vita va in cerca di amanti, Giulio che pur essendo impegnato con lo studio va a caccia e non dimentica di accattivarsi Delia. Una noia che non abbandonerà la protagonista neanche alla fine del romanzo, quando si trova seduta in un bar a parlare del più e del meno con suo fratello e Antonietta (una brava donna con cui Giovanni si intrattiene) senza il coraggio di parlare della disgrazia, “perché i morti fanno paura”. E non stupisce che una persona così superficiale come la protagonista abbia paura della morte e non desideri parlarne. Forse è per lei un argomento troppo profondo, un argomento che la scuoterebbe troppo dal suo quieto e noioso vivere pieno di agiatezze. Ma guardando ad oggi non sembra ci siano particolari differenze, se non nella consapevolezza di determinati meccanismi. Una consapevolezza necessaria per affrontare il mondo senza perdere la strada come Delia.
Natalia Ginzburg: la Lunga Strada Verso la Città
Creato il 14 settembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazinePotrebbero interessarti anche :
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