Zanne d'acciaio
Soggetto e sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni: Giuseppe Barbati e Luca Casalanguida
Copertina: Roberto De Angelis
Durante un inseguimento automobilistico, ed alla conseguente sparatoria, un ragazzino di nome Shawn viene investito dalla macchina del criminale ucciso da Nathan. Nonostante il tutto sia frutto di una malaugurata casualità l'agente Alfa si sente profondamente colpevole, tanto da prendersi qualche giorno di riposo tra le montagne di Deer Horn. Qui viene a conoscenza che Thomas Gunners, ragazzino di montagna a cui una belva ha ucciso la mamma, è scomparso in cerca di vendetta. Nathan si mette sulle sue tracce, ma si troverà di fronte ad un uomo mezzo essere umano e mezzo robot assetato di sangue che vorrà entrambi come prede.
La storia è giusto un riempitivo per l'almanacco. Non vorrei essere prevenuto io di fronte al calo qualitativo della testata, ma mi è sembrata scontata e banale. Forse una qualche originalità viene data dallo sviluppo della trama a flashback incrociati (ricorda qualcosa?), ma in quanto ad emozioni e coinvolgimento siamo molto lontani dagli standard qualitativi degli anni passati. I disegni della coppia Barbati Casalanguida non sono male, sembrano essere, a tratti, un incrocio tra disegnatori argentini ed americani, ma non portano innovazione alcuna. L'almanacco potrebbe essere un buon posto dove sperimentare nuovi approcci, ma ormai non c'è più molto da sperare. Qualche segnale di vitalità, e ribellione ad un destino avverso alla serie, ce lo porta Roberto De Angelis con una buona copertina.
Come classico prima e dopo la storia a fumetti l'albo è ricco di informazioni e dossier sul mondo della fantascienza. La panoramica sui film libri telefilm e videogiochi di genere è molta scarsa, sicuramente non per demerito degli autori, ma per le scarne uscite dell'anno passato. Al contrario degli altri anni non ho trovato nulla di coinvolgente che mi facesse segnare il titolo in modo da andare al videonoleggio od in biblioteca (la crisi si sente) a recuperarlo. Interessante il dossier su Geroge Pal, meno quello su Kurt Vonnegut. A chiudere il tutto un inutile, ripetitivo e necessariamente sconfinante in altri generi quello sugli uomini bestia.
Peccato che questo personaggio stia collezionando, nei miei ideali, una delusione dopo l'altra.