I difensori
Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Sergio Giardo
Copertina: Roberto De Angelis
L'Agenzia Alfa ed i sopravvissuti membri del governo sono stati amichevolmente accolti a Sub City, che da ghetto di rinnegati è diventata il fortino delle speranza. Le truppe marziane avanzano nel loro piano di conquista, ma la resistenza umana cresce sempre di più. Accanto agli abitanti di Sub City, ed alle loro incursioni in territorio nemico, altri combattono in modo indipendente. Il Giudice ed i Tecnocrati sono altre forze in gioco che, grazie ad una serie di fortunate coincidenze, riescono a stringere un'alleanza con Nathan e compagni. Le informazioni in possesso dei ribelli terrestri portano gli Agenti Alfa a credere che tutto l'attacco al loro pianeta natale sia organizzato da un'unica posizione, ribatezzata Uni-mente. Quello che manca loro è di individuarne la posizione. Fortuna vuole che Jerry Lone possa dar loro qualche indizio. Altra speranza arriva da Tecnocrati: credono di aver individuato la posizione, sottomarina, del disperso Link. Anche su Marte la situazione non è tranquilla. I filmati clandestini che i terrestri riescono a far arrivare sul pianeta rosso hanno agitato i sonni di alcuni indigeni. L'Impertatore è occupato a scovare i capi del movimento e debellarli. Buone notizie, però. gli arrivano dagli scavi archeologici in corso.
Tanta roba sto giro.
Partiamo da una copertina strepitosa di De Angelis, e mi dispiacerebbe che dopo la fine della Guerra dei Mondi lasciasse il suo ruolo di copertinista ufficiale della serie regolare. Dinamica, aggressiva, intensa, dai colori vivi, una delle migliori che io ricordi. E, dall'anticipazione a fine albo, quella del prossimo numero non deve essere da meno.
I disegni di Giardo sono un rivelazione. Magari a far disegnare a lui tutto il ciclo avrebbero guadagnato lettori. Tratto pulito, con mezzi toni piacevoli, elevato contenuto di dettagli, mecha appropriati. Un tratto coinvolgente e ricco. Stimabile.
La sceneggiatura di Vietti è densa di avvenimenti, come tante non ne sono state in passato. Devo riconoscere che è un compito titanico sviluppare un soggetto così enorme in sceneggiature da fumetto. Si farebbe fatica con una serie televisiva, figuriamoci quanto sia complicato con un mezzo così artigianale. Il disagio lo si nota sopratutto quando alcuni avvenimenti, necessari per la trama, sembrano accadere per caso (come quando si scopre che gli unici tre Tecnocrati di tre fazioni differenti e contrapposte sopravvissuti sono ...), ma il lettore, fedele ed accondiscendente, si lascia coinvolgere e non gli da troppo peso.
Uno degli albi migliori di questa saga, come non se ne vedono nel fumetto italico, spartiacque per il mondo di Nathan Never.