Ho visto i filmatini sull’assemblea fondativa dell’UVP e mi sono posta alcune domande sulla modalità di votazione. Sono stati presentati all’assemblea due documenti: chi li ha ha preparati? Votazione per alzata di mano. Approvazione unanime. Nessuno ha chiesto chiarimenti. Sono state presentate 13 candidature per il Consiglio direttivo: chi le ha proposte? E sulla base di quale titolo? Per la presidenza una sola candidatura, una specie di sorpresa pasquale: chi l’ha voluta? E sulla base di quale merito? Claudio Bredy presenta la candidata e… lapsus dà per scontata la sua elezione, tanto che è la stessa Alessia Favre a chiedere al pubblico di votarla: “Forse prima di parlare penso che dovreste votarmi”, dice infatti la “chilometri zero”. Dunque qualcuno sceglie, qualcuno propone e dà per certa l’approvazione, ma che razza di rinnovamento nei metodi è questo? Possibile che nessuno dei progressisti si renda conto delle contraddizioni emerse? Nessuno che abbia a chiedere? Tutti pecoroni anche qui? Che il rispetto, l’onestà e il coraggio, tanto per riprendere le parole del presidente neoeletto, sono virtù che si costruiscono con i fatti. Dov’è il rispetto verso i membri dell’assemblea se le scelte sono già state concordate? Dov’è l’onestà nel proporre una sola candidatura per la presidenza? E dov’è il coraggio nel lasciare una poltrona per rincorrerne un’altra? E per finire: chi ha scritto il testo di investitura? Aspetto risposte.