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Natura mutante: tra allarmi e sospette semplificazioni

Creato il 24 febbraio 2014 da Webnewsman @lenews1
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Pubblicato da Paolo Somà

Che cosa sta succedendo alla Natura? Che cosa sono quegli ortaggi deformi, quei fiori che escono dalle loro linee classiche per divenire “altro”? Si vanno moltiplicando le segnalazioni su frutta, fiori e verdura con caratteristiche atipiche: l’ultima è di queste ore. arriva da Sanremo, si tratta di un limone con assurde protuberanze (foto 1), quasi fosse esploso. Vista la concomitanza con il Festival omonimo, qualcuno ci ha fatto su dell’ironia: “non è che per caso è un effetto delle stecche canore?”, ma no, non c’entra la tenzone musicale.

Su queste deformità, che ricordano da vicino il pesce mutante a tre occhi tanto caro ai Simpson, le teorie si sprecano: dalla nuvola di Fukushima, alle irrorazioni degli aerei cisterna delle chemtrails, all’inquinamento locale (nel caso dell’italica “terra dei fuochi“) a mutazioni genetiche frutto dell’incidenza di campi magnetici sino alla propagazione dell’OGM.

Naturalmente (poteva essere altrimenti?) appena le ipotesi di cui sopra fanno capolino, ecco uscire in tutta la loro ridondante autorità gli esperti, pronti a smentire ed a buttare acqua sul fuoco: Subito scatta il “mantra” rassicurante “E’ una bufala, non ci sono prove“.
In Italia, come è noto, i più solerti in questa forma di “normalizzazione” sono quelli del Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo sulle Affermazioni sul Paranormale, subito seguiti a ruota da Paolo Attivissimo, il noto cacciatore di “bufale”. Sia i primi che il secondo sono spesso incorsi, a loro volta, in madornali errori, sospette semplificazioni e imbarazzanti silenzi, che hanno appannato non poco la loro immagine di “paladini della verità”.

“Non ci sono prove che la frutta e la verdura mutanti di Fukushima siano un effetto della radioattività. Delle semplici foto non dimostrano nulla”, ha dichiarato ad un giornale cartaceo un “cosidetto esperto” del Cicap, il quale, appunto, immediatamente dopo non ha esitato a parlare di “una vera e propria bufala” in merito agli scatti relativi a piante e frutti effettuati un paio di anni dopo l’esplosione della centrale nucleare giapponese e pubblicati in rete.
Naturalmente lo stesso esperto si è dimenticato di aggiungere che nell’area in oggetto, non era mai stata segnalata, prima del disastro seguito allo Tsunami, verdura mutante o frutta deforme; e si tratta di deformità evidente: un pomodoro gigante con bolle simili a tumori, un secondo pomodoro che si nutre di sé stesso (alla faccia del B-Movie “il ritorno dei pomodori assassini”), una rapa “umanizzata” con cinque dita e due pesche espanse oltre la terza dimensione (si vedano le immagini 2,3,5 e 6 della rassegna in testa all’articolo), un arancio bicolore degno delle migliori visioni oniriche di Van Gogh, una ciliegia moltiplicata per sei. Per non parlare di fiori di girasole che nascono dentro fiori di girasole o di margherite che si potrebbero scritturare tranquillamente per il sequel di Avatar.

Naturalmente se le mostruosità giapponesi potrebbero essere giustificate dal livello di radioattività del suolo nell’area colpita dalle esplosioni delle centrali della Tepco, non si può dire altrettanto del limone ligure di cui ad inizio articolo, né tanto meno di altre deformità registrate in tutto il globo.
Ne è un esempio (foto 4) il raccapricciante limone napoletano (raccolto ad Acerra da una pianta perfettamente sana). In questo caso i soliti “pompieri della normalizzazione” avanzarono la certezza trattarsi di opera di un acaro che vive principalmente sulle piante di limone o di cedro. Invece si tratta di un prodotto dell’inquinamento dovuto a sversamenti illeciti in prossimità delle discariche, come accertato in un convegno sulle malattie da inquinamento.
Il professor Giuseppe Comella, primario oncologo a capo dell’Istituto nazionale dei tumori di Napoli, ed il dottor Antonio Marfella, tossicologo oncologo del Pascale, avvertirono, in quell’occasione, i medici di base di Boscoreale, Trecase e Boscotrecase di “monitorare autonomamente i tumori in aumento nei propri pazienti ed in particolare nei residenti nella zona della discarica ex Sari, dove precedentemente erano avvenute scoperte di frutti malformati”.

Non è affatto corretto creare allarmismi, ma è altrettanto sbagliato cercare di ridurre tutti gli episodi a bufale. Certe deformità non sono naturali, come non lo erano quelle dei figli di militari americani esposti alle radiazioni dei primi esperimenti nucleari. Anche in quel caso esperti e “normalizzatori” dissero che non c’era da preoccuparsi.

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