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Naturopatia vibrazionale nel trattamento del sovrappeso

Creato il 07 marzo 2016 da Informasalus @informasalus

naturopatia
La naturopatia può apportare un valido aiuto a coloro che non riescono a vivere un rapporto sereno con il cibo

La mappa digerente ci mette in relazione con la parte più materiale della realtà, operando in modo che la materia, il cibo, si elevi, diventi energia, si faccia spirito. L'elaborazione, la digestione, l'assorbimento e l'eliminazione del cibo non sono un meccanico "introdurre-distribuire-eliminare" ma si rivelano tappe di un atto magico o, addirittura, sacro che compiamo ogni giorno da quando siamo nati. Perché, infatti, ci riportano più volte quotidianamente in contatto con una sorta di transustanziazione, ricordandoci che nel ciclo di questa nostra esistenza noi siamo trasmutatori di energia, assorbiamo le energie della terra e le trasformiamo attraverso di noi. L'innalzamento della frequenza vibratoria della coscienza richiede anche la sublimazione delle energie materiali, e i disagi a livello del sistema digerente possono aiutarci a capire come orientarci in questo nostro cammino evolutivo di consapevolezza e di trasformazione.
Un aumento di peso può derivare da un'iperalimentazione o da un ipometabolismo. L'una e l'altra causa sono fortemente collegate con un contatto non armonico con il nostro mondo emozionale.
La Psiconeuroimmunologia, scienza che studia i rapporti tra psiche, sistema nervoso centrale e sistema immunitario, documenta come lo stress psicologico possa deprimere le risposte immunitarie e come i neuropeptidi, molecole rilasciate e captate dalle cellule immunitarie, nervose ed endocrine, possano essere definite le parole che permettono alla nostra mente, alle nostre emozioni e al sistema immunitario di comunicare tra loro.
Ha scoperto queste molecole la neurofisiologa Candace Pert, direttrice del centro di biochimica cerebrale del NIMH, National Institute for Mental Health, trovandole attive in tutte le cellule del corpo, ma soprattutto nel sangue e nel sistema immunitario. Si tratta di neuropeptidi che non trasmettono solo informazioni ormonali e metaboliche ma "emozioni" e segnali psicofisici, veicolando nel corpo ogni stato emotivo e ogni sentimento.
Ciò significa, quindi, che ogni cellula o parte del corpo pensa, "sente" e prova "emozioni", prova piacere e dolore e trova strategie metaboliche per il benessere: ogni cellula, ancora, elabora le proprie informazioni psicofisiche e le trasmette ad ogni altra parte del corpo, attraverso una fittissima rete di comunicazioni. Pare che il maggior numero di neuropeptidi sia concentrato tra l'amigdala e l'ipotalamo, deputati alla gestione dei ricordi e delle emozioni; proprio in quella zona la ghiandola ipofisi modula l'attività di tutte le altre ghiandole.

Dopo avere ricevuto dal sistema nervoso e dal sistema sanguigno le informazioni di ogni parte del corpo, le elabora, ne valuta il senso e secerne nel sangue gli ormoni, messaggeri biochimici che portano a compimento le decisioni per il benessere globale. Ogni volta che viviamo un'emozione positiva, i neuropeptidi favoriscono quelle reazioni che attivano il sistema immunitario. Viceversa, una depressione emotiva porta con sé la sua inibizione.
Le emozioni e le sensazioni, fondamentali nel processo di memorizzazione delle esperienze, sono le principali responsabili del funzionamento dei meccanismi neurofisiologici alla base della nostra salute: quando siamo esposti a un'esperienza stressante o quando viviamo una forte emozione, abbiamo bisogno di esprimere quello che proviamo: rabbia, paura, delusione. Se riusciamo a farlo, diamo il via a un'attivazione biologica che, tra l'altro, libera le catecolamine attraverso il sistema nervoso simpatico, stimola la corteccia surrenale a produrre corticosteroidi e permette l'espressione dell'emozione corrispondente spingendo al comportamento adeguato, per lo più di attacco o di fuga. Al termine di tale reazione, che è fisiologica e sana, ritorniamo alla condizione nella quale ci trovavamo prima che tutto questo avvenisse.
Ma il problema nasce quando non riusciamo a esprimere la nostra emozione, magari perché subiamo dei blocchi che arrivano dall'esterno ma soprattutto perché siamo in balia di riflessi condizionati, legati a esperienze magari lontane nel tempo ma che ci hanno insegnato a minimizzare, a tenere tutto dentro, a dire che va tutto bene, che non importa, anche di fronte a traumi e a notevoli stress. Questa tendenza a dare poca importanza all'impatto emozionale e a sedarlo prima che possa manifestarsi e sfogarsi, è spesso accompagnata da pensieri autosvalutanti, del tipo "Tanto nessuno mi capisce", "Io non merito niente", "Agli altri non importa il mio dolore", "Se reagisco crollo", "Tanto non sono all'altezza".
Talvolta queste forme-pensiero radicate da chissà quanto tempo, sono mascherate invece dalla falsa convinzione di una propria presunta forza, del tipo "Io posso sopportare di tutto", "Nulla mi ferisce", "Ho una resistenza incredibile" e così via: in questi casi l'esposizione all'agente stressante continua ad agire, anche se non ne siamo consapevoli o se crediamo di esserci lasciati tutto alle spalle e, dato che un certo modo di strutturare la mente porta con sé un certo tipo d'emozioni, ecco che questo nostro modo di pensare riesce a minare il nostro stato di benessere generale. E a farci accumulare peso, alterando inoltre molto spesso il nostro rapporto con il cibo o il nostro metabolismo.


Per chi vive il rapporto con il cibo come atto consolatorio, capace di riempire il vuoto esistenziale, tra i Fiori di Bach può essere utile Mustard, come nel caso di Lucia, una donna che soffre di solitudine ed è incline ad attacchi di inconsolabile tristezza. Abbinato a Chicory se, come in lei, predomina un atteggiamento possessivo che la spinge al ricatto affettivo per controllare la vita dei suoi figli e dei suoi nipoti. La sua insicurezza la spinge a cercare nel cibo quello che crede di non trovare in chi ama, ma in modo sbagliato. Se il cibo è il primo atto di discriminazione perché scegliamo di mangiare oppure no, quando e di cosa cibarci, c'è un forte collegamento con il tema della libertà e del libero arbitrio. Spesso sorgono problemi nell'alimentazione quando il ricatto affettivo spinge a un eccessivo controllo sulla vita degli altri e a un conseguente non rispetto per la loro libertà.
Tra i Bush per una persona come lei è utile lavorare sul sovrappeso anche con Rough Bluebell, molto adatto per quando si chiude in atteggiamenti da martire per convenienza. E, visto che si sente sempre in credito con la vita, vedendo il vuoto anche nella pienezza che i suoi occhi non riescono nemmeno a scorgere, ha buoni risultati sul suo sovrappeso anche con Southern Cross, o tra le Combi-nazioni di Essenze Bush, con Confid che, aiutandola a prendere contatto con la sua responsabilità, le fa comprendere come lei stessa e solo lei stessa sia l'unica persona in grado di prendere in mano il timone della propria vita.
Diverso è il caso di Luigino e Angelica che vivono il rapporto con il cibo in modo aggressivo, come sfogo della loro rabbia. Holly, tra i Bach, ha aiutato il primo, abbinato al Bush Re Helmet Orchid. È entrato nella sua rabbia legata a un cattivo rapporto con il padre. Per Angelica invece è stato utile Agrimony per togliersi di dosso quella maschera che la costringeva a mostrare l'aspetto gioviale e sereno di sé, soffocando una rabbia primordiale che poteva placarsi soltanto in abbuffate di tipo bulimico. Anche Impatiens è un grande aiuto nelle vere e proprie crisi di fame, così come Cherry Plum, in grado di placare l'eccesso e la fame nervosa. Tra le Essenze Ambientali Alaskane Solstice Storm riporta luce a chi, come Luigino e Angelica, si sente nella tempesta. E per non starla ad ascoltare si abbuffa di cibo.
Laura è in sovrappeso per il forte stress e sviluppa un'obesità di tipo reattivo. Le possono essere d'aiuto Fiori di Bach come Oak che le consente di capire quando è ora di smettere e di lasciare andare la tensione verso il risultato; e Vervain perché troppo spesso questa donna ignora i segnali del suo corpo e porta ogni cosa all'eccesso, anche il suo superimpegno nel lavoro. Con conseguente proiezione sul cibo di quanto non riesce a procurarsi attraverso il piacere. Dovere sì, piacere mai.


Angelo si sente limitato nel suo corpo fisico, non abbastanza innamorato di sé, ma incline a vergognarsi, a sentirsi goffo in questo corpo che non lo rappresenta. Si cura con il Bush Wild Potato che lo aiuta ad alleggerire il senso di pesantezza prima di tutto a livello dell'immagine dell'Io. Flannel Flower lo aiuta a liberarsi dal senso di indegnità derivato da molestie subite durante l'adolescenza per le quali tende a rinchiudersi dentro al suo corpo che, come una nuvola protettiva morbida e immensa, lo tiene contemporaneamente lontano da sé e dagli altri.
Lo stesso meccanismo di fuga dentro a una gabbia di gomma agisce in Agata che si nasconde ai suoi stessi occhi perché ha confuso, fin da bambina, i bisogni con la fame. Ogni volta che desiderava piacere trovava soltanto cibo a soddisfarla. Cibo che da adolescente vomitava più volte al giorno, dopo averlo voracemente incorporato in sé, con conseguenti sensi di colpa. E, come capita a chi vive il disagio di non riconoscere nemmeno più i confini del suo stesso corpo, Agata ha vissuto anche lei ripetuti abusi, sviluppando per questo e per le sue abbuffate bulimiche un incredibile e devastante senso di colpa. Per una donna come lei che lievita per non soffrire e per dimenticare di esistere, il Bach Pine è un buon supporto. E anche Impatiens, quando vorrebbe tutto subito e Rock Water, in quei periodi in cui, per questo motivo, si impone diete rigide e prive di senso.
Per chi non riesce a entrare in contatto sereno con il cibo, Chicory e Larch aiutano a seguire una giusta alimentazione, tra i Bach e, tra i Bush, Bauhinia. E se il rapporto con dieta e sovrappeso diventa un'ossessione, White Chestnut aiuta a staccare la spina con questo pensiero troppo ricorrente, Mimulus a non vivere il rapporto con il cibo come una fonte di terrore, Gentian ed Elm a non demoralizzarsi troppo e Chestnut Bud a imparare dagli errori passati e presenti.
Bibliografia
Bruch H., La gabbia d'oro, Feltrinelli, Milano, 1994.
Dahlke R., Malattia linguaggio dell'anima, Edizioni Mediterranee, Roma, 1992.
De Clercq F., Fame d'amore, BUR, Milano, 2002.
De Clercq F., Tutto il pane del mondo, Bompiani, Milano, 2005.
Dethlefesen T., Il destino come scelta, Edizioni Mediterranee, Roma, 1984.
Field R.T., Nati per guarire, Amrita, Torino, 1985.
Garavaglia S., Diario di Psicosomatica, Tecniche Nuove, Milano, 2007.
Gordon R., Anoressia e bulimia, Cortina, Milano, 2004.
Lavanchy P., Il corpo in fame, Rizzoli, Milano, 1994.
White I., Essenze floreali australiane, Tecniche Nuove, Milano, 2004.

Tratto da "Curarsi con la Naturopatia vol.3" di Catia Trevisani



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