Naval Action, sbarcato recentemente su Steam, ci porta dritti nel mondo marinaresco dell’800 fatto di galeoni e battaglie navali a suon di cannoni, abbandonando qualsiasi velleità rivolta ai damerini di città, ma dandoci in pasto un simulatore navale di tutto rispetto dove ogni passo falso si paga amaramente. Il titolo di Game-Labs, già autori dello strategico Ultimate General: Gettysburg, nonostante sia presente solo da poco tempo sul catalogo di Steam e venga venduto attraverso il programma di Accesso Anticipato, sta riscuotendo un buon successo di vendite. Noi di Z-Giochi, abbiamo avuto la possibilità di buttarci nella mischia online, insieme ad altri capitani, per scoprire se si tratta di un titolo interessante e se vale i 36,99 euro richiesti – prezzo piuttosto alto per un titolo in Early Access – o se invece questo progetto imbarca acqua da troppe falle.
A primo impatto, le prima ore di gioco sono risultate piuttosto spiazzanti, al momento non è infatti presente un tutorial che spieghi nel dettaglio le meccaniche del gioco, ma bisogna affidarsi a fonti esterne, che comunque sarebbe stato necessario seguire data la grande complessità di Naval Action che non è affatto rivolto ad un pubblico casual, ma a giocatori più navigati ed avvezzi ai simulatori. La partita inizia con la nave più comune, il Basic Cutter, nella capitale della vostra fazione. Per questa anteprima abbiamo deciso di metterci al servizio di sua Maestà, ma son presenti diverse fazioni, tra cui Francia, Spagna, Paesi Bassi e comunque tutte le potenze navali ottocentesche degne di nota. Con la nostra prima nave ci siamo ritrovati davanti alla città di Port Royale, ma la mappa liberamente esplorabile, comprende un’ottima riproduzione del golfo del Messico e tutta l’aerea che va dalla Florida fino alle coste del Sud America, isole comprese. Principalmente il gioco si divide in due sessioni, quelle PvE e quelle PvP.
Il PvE di Naval Action è piuttosto atipico, tutti i giocatori condividono la stessa mappa, tuttavia le iterazioni fra loro e la presenza di NPC è praticamente nulla. 2500 circa è il limite massimo dei server attuali, e specialmente durante le ore serali capita di rimanere bloccati per qualche minuto nella coda di accesso. Questa parte del gioco è quelle legata perlopiù all’economia in-game. Ogni città funge da hub, in cui è possibile potenziare la nostra nave, ripararla, accettare semplici missioni, ma soprattutto commerciare. L’economia svolge un ruolo chiave ed è legata a doppio filo ai giocatori, infatti siamo davanti ad un basilare, ma efficace commercio basato su ciò che una città produce e quello che invece richiede. In parole povere si compra a poco e si vende a molto, tuttavia l’elemento più destabilizzante sono proprio gli altri giocatori che spostano le merci da un punto all’altro della mappa, quindi può capitare di arrivare in un porto e non trovare in vendita la merce desiderata o viceversa trovare un porto già rifornito della merce che abbiamo nella stiva. A sottolineare come il PvE sia principalmente una lotta economica è la totale assenza di collisioni con le altre navi durante la navigazione, così come, anche per motivi di prestazioni, la nostra nave viene rappresentata in maniera più semplice senza la ciurma o altri dettagli secondari e il mondo di gioco è ovviamente in scala. Rimangono tutti gli elementi simulativi legati al vento che ci causano grossi problemi se vogliamo allontanarci da una nave che ci vuole attaccare mentre siamo controvento. È infatti possibile cliccare su ogni nave presente nel mondo per ottenere informazioni, come la fazione, se si tratta di una flotta – è possibile navigare con 4 navi contemporaneamente, ma nel PvE viene mostrata solo l’ammiraglia – e se sta trasportando merci di contrabbando. Se un giocatore si comporta da contrabbandiere è possibile attaccarlo, anche se fa parte della nostra fazione, senza che ciò venga considerato un atto di pirateria.
Fuoco alle polveriAnche se la fase PvE può apparire poco entusiasmante, il sistema scelto dagli sviluppatori per nascondere le ovvie limitatezze di motore di gioco e server, che non possono reggere contemporaneamente picchi di più di 2000 giocatori che si danno battaglia in tutto l’oceano, riesce a funzionare alla perfezione. Quando deciderete di attaccare, o verrete attaccati, basta cliccare sulla nave che si vuole combattere e molto semplicemente selezionare Attack, verrà quindi determinata un’area intorno a voi e chi si trova all’interno dopo qualche secondo verrà “trasportato” in un’istanza separata dal resto del gioco, situata in mare perfettamente aperto, dando inizio alla fase PvP, ovvero al combattimento navale. È possibile anche partecipare a battaglie piccole, fino a 20 giocatori, o grandi in cui si può arrivare fino a 50 navi, con la differenza che nel primo tipo una volta iniziata l’istanza è possibile scappare se per poco più di un minuto non subiamo nessun danno e non spariamo nessun colpo di cannone, inoltre si possono aggiungere altri giocatori sia come alleati che come nemici in qualsiasi momento, mentre nelle battaglie si tratta di combattimenti all’ultima nave e chi viene affondato o si arrende perde la nave per sempre.
I combattimenti navali sono la parte più riuscita e divertente di Naval Action in quanto viene fuori l’anima simulativa del titolo. A partire dal dettaglio della nostra nave, che aumenta esponenzialmente rispetto alla sessione puramente esplorativa, alla fisica dei proiettili e gli effetti di distruzione sul nostro vascello e quello nemico, risultando la componente meglio sviluppata. Abbiamo partecipato a diverse battaglie navali – non a caso gran parte delle ore dedicate alla prova son state trascorse proprio lì – e ogni volta siamo rimasti sorpresi dalla profondità e tattica necessarie per poter vincere e da come l’orizzonte della battaglia tenda ad “allungarsi”. Proprio come ci si aspetta da una battaglia navale, inizieranno a crearsi dei gruppetti più piccoli di navi che inizieranno a combattere fra loro. Naturalmente per coordinare le azioni è presente una chat di squadra, tuttavia sta soprattutto al buon senso del giocatore evitare situazioni in grado di portare ad un affondamento precoce: in primis l’andare a vele spiegate verso gruppi di nemici, mossa eroica, forse, ma sicuramente poco intelligente, e mai attaccare un galeone con un cutter. È quindi necessario stare vicino agli alleati ed approcciare lentamente il nemico tenendo sempre sott’occhio la direzione del vento, perché trovarsi sottovento quando un avversario ci sta puntando è tutto fuorché bello.
Sparare coi cannoni non è semplice, ma colpire un avversario dà grandi soddisfazioni. Dopo essere entrati nella modalità di mira ci basterà spostare la visuale a destra o a sinistra, o anche avanti e indietro se son presenti i cannoni a prua e a poppa, per poter scegliere l’altezza di tiro, l’ordine con cui i cannoni devono sparare e quanto deve essere aperto il ventaglio di tiro. Per fare un paragone, il sistema di mira, almeno esteticamente, ricorda quello di Assassin’s Creed IV: Black Flag, tuttavia in Naval Action siamo ad un livello nettamente superiore, infatti la balistica dei proiettili ci è parsa molto valida e simulativa. Mirare alla nave nemica infatti non porta ad altro che far acqua e mancare l’avversario. Bisogna quindi considerare la velocità a cui la nostra nave e quella nemica si muovono e la distanza per poter regolare in modo giusto l’altezza di tiro, inoltre possiamo scegliere fra tre diversi tipi di munizioni: dalle classiche palle di cannone utili per danneggiare gli scafi, alle catene per danneggiare vele e alberi maestri, fino ai colpi a mitraglia, comodi se si vuole decimare l’equipaggio avversario. Una volta fatto ciò è sempre meglio sparare un colpo singolo per capire se abbiamo mirato bene utilizzando il cannocchiale e successivamente fare finalmente fuoco. Per quanto possa sembrare semplice, nella foga della battaglia, con altre navi alleate e nemiche, bisogna prestare attenzione a molti elementi, ad esempio mentre miriamo rischiamo di non vedere un alleato davanti a noi, i nostri marinai inizieranno a suonare la campana per avvisarci dello scontro e dovremo velocemente cambiar rotta per evitare grossi danni alla nostra nave, oppure se decidessimo di attaccare un nemico è possibile ritrovarsi sottovento e quindi facili bersagli per le altre navi nemiche. Inoltre vi sono tutta una serie di possibili utilizzi dell’equipaggio che possono darci un importante vantaggio in certe situazioni. È possibile far in modo che si concentrino su un compito rispetto ad un altro, come la navigazione per poter mantenere più facilmente il controllo della nave, oppure far sì che carichino più velocemente i cannoni tra una bordata e l’altra, che riparino le falle o in caso di danni troppo gravi rimuovano l’acqua che imbarchiamo a scapito di tutti gli altri compiti. Infine è possibile anche andare all’arrembaggio delle navi nemiche, però tale possibilità risulta ancora non particolarmente riuscita, infatti comparirà solo una semplice schermata che ci mostra il numero dei nostri marinai e quello della ciurma nemica e ogni tot secondi dobbiamo scegliere se attaccare o difendere utilizzando quelli che in fin dei conti sono dei punti azione che si ricaricano nel tempo. Si capisce come Naval Action non sia un titolo per tutti, ma anzi richieda del tempo per poter essere padroneggiato al meglio, però una volta presa la mano saprà divertirvi come pochi nel suo genere.
Alla conquista di (alcuni) dei sette mariIl motore di gioco scelto è Unity e ancora una volta dimostra come si tratti di una scelta sensata rispetto a motori grafici più blasonati e costosi. La resa visiva dei modelli delle navi è davvero ottima, così come la fisica del mare e delle onde. Son già presenti sia l’alternanza giorno/notte, pur senza puntare su delle ore notturne troppo buie – a nostro parere scelta apprezzabile – ed effetti atmosferici come la pioggia, anche se specie questi ultimi dovrebbero essere migliorati e diventare una variabile in grado di influenzare gli esiti delle battaglie: quanti di voi non vorrebbero affrontare il nemico durante la tempesta perfetta? Purtroppo al momento attuale il mare risulta sempre calmo e non ci dispiacerebbe mentre navighiamo nel mondo PvE essere sorpresi da una tempesta e ritrovarci un’istanza in cui dobbiamo fare il possibile per sopravvivere alle condizioni avverse. In ogni caso il lavoro svolto è già egregio, oltre che piuttosto stabile a livello di framerate, anche se i filtri antialiasing risultano troppo pesanti per quello che alla fine non è un numero così elevato di poligoni, tuttavia sono già presenti effetti particellari come il fuoco che può divampare sulla nave durante gli scontri o il fumo dei cannoni, che con le navi più grandi e con molte bocche di fuoco creano una vera e propria nebbia.