L’International Press Institute in collaborazione con Poynter Institute ha pubblicato la settimana scorsa il rapporto: “Brave News World: Navigating the New Media Landscape”.
Lo studio, di 152 pagine, esamina la transizione del giornalismo verso le piattaforme digitali, il futuro del giornalismo investigativo, le reti sociali ed i format emergenti del “nuovo giornalismo”. E’ integrato dai contribuiti di direttori di giornali ed alcuni leaders di organizzazioni senza fini di lucro, vengono esaminate anche le tematiche legali legate alla professione giornalistica, nel senso più ampio del termine, ed alla libertà di espressione.
Il documento non vuole essere una mappa definitiva sul tema, ma una bussola di supporto per intraprendere la direzione corretta verso un giornalismo di successo e sostenibile economicamente.
Difficile sintetizzare in questi spazi la complessità e l’articolazione del rapporto, del quale non posso che consigliare una attenta lettura per gli spunti di attualità che fornisce.
Tra tutti, il passaggio di maggior rilevanza concettuale ritengo sia quello in cui viene detto che invece di chiedersi cosa diventerà un giornale, bisognerebbe capire che tipo di relazione le organizzazioni editoriali saranno in grado di stabilire con la propria utenza, con la propria comunità di riferimento.
E’ proprio la focalizzazione sul rapporto con gli utenti che rappresenta infatti, come già avvenuto in altri contesti, la necessaria evoluzione per un giornalismo di successo e sostenibile economicamente. I mezzi, come dice il termine stesso, sono solo dei supporti, elementi facilitanti che abilitano, o inibiscono se mal utilizzati, questa relazione.
