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Navigando (in)consapevolmente, nella rete...

Creato il 27 marzo 2015 da Alessandro @AleTrasforini

"[...] La rete è libera. Libera per natura, per definizione, si pensa spesso.
Perché chiunque può aprire un blog o postare quello che preferisce sui social network.
Chiunque può leggere online le opinioni più diverse, comprese quelle strampalate, eccentriche, assurde, complottiste, perfino razziste e violente.
Chiunque può caricare o scaricare un video a piacimento [...]; c'è tutto, in Internet [...].
E così via. La rete è libera e anche grazie alla rete negli ultimi dieci anni è successo un po' di tutto, nel panorama politico mondiale: sono scoppiate rivoluzioni dal Nord Africa all'Asia centrale; negli Stati Uniti un candidato nero e outsider è arrivato alla Casa Bianca contro ogni previsione; in Italia un movimento nato attorno a un blog [...] ha conquistato quasi un terzo dei voti alle elezioni parlamentari. Eccetera: perché - si dice - la rete è completamente libera, disintermediante, orizzontale, plurale e conversativa.
Però, però. Però sarebbe un po' ingenuo pensare che questa libertà digitale sia senza zone d'ombra e senza rischi di inganno. Perché così non è; nessuna medaglia è priva dell'altra faccia e nessuna conquista è tale per sempre. Per tanti motivi, alcuni dei quali sono stati messi in luce nel dibattito mondiale tuttora in corso tra studiosi, sociologi, filosofi.
[...] ha fatto molto discutere il fatto che la rete talvolta diventi strumento anche di spionaggio governativo sui cittadini [...] e possa talvolta trasformarsi in un'arma che agevola la repressione dei regimi dittatoriali [...]; o possa ridurre la persona a un oggetto, a un 'gadget' [...]; o tenda in alcuni casi a banalizzare le relazioni affettive portandoci a nuove forme di solitudine [...].
E, ancora, si sa che la rete può diventare strumento di dumping salariale, precarizzazione e sfruttamento cognitivo. [...] Altri studiosi [...] sostengono addirittura che lo sviluppo tecnologico porterà a un positivo e radicale mutamento della stessa natura umana: sono i cosiddetti 'transumanistiì o teorici della 'singolarità' [...].
Tutto questo [...] è oggetto di stimolanti discussioni intellettuali, utili in ogni caso a dotarsi degli strumenti per metabolizzare in maniera critica, quindi non passiva, la rivoluzione digitale. [...]
attorno alla rete - nel mondo, in Europa, in Italia - ci sono poteri talvolta sciocchi e talvolta raffinati che non si fanno troppe domande sulle contraddizioni della rivoluzione digitale, ma che semplicemente temono ciò che non avvertono come un loro dominio.
E allora, in modo spesso silenzioso, l'effetto che ne deriva è quello del 'meglio se taci'; o, magari, 'meglio se non leggi e se non guardi'; o ancora 'meglio se conosci meno cose', 'meglio se conosci solo quelle che vogliamo noi', 'meglio se possiamo incanalare ciò che leggi e filtrare ciò che scrivi'. [...]"

Fonte: Perché 'è meglio se taci', Meglio se taci, A.Gilioli - G.Scorza, Baldini&Castoldi Editore

NAVIGANDO (IN)CONSAPEVOLMENTE, NELLA RETE...



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