Nazi Raus!

Creato il 18 settembre 2012 da Greg Petrelli
Germania, inverno 1942. Il fuhrer è all'apice del suo potere e ben pochi osano contrastarlo apertamente. Lo stato maggiore si trova in un castello in baviera, circondato da boschi e piccoli villaggi; quello che era prima un ottimo luogo di rifugio per i dissidenti si trasforma in una perpetua caccia all'uomo da parte delle sturmtruppen. Io sono tra i fuggiaschi, renitente alla leva, apertamente contrario al regime hitleriano, il solo sentirne il nome invocato da stupidi gorilla in alta uniforme mi da la nausea. Il piano è, ovviamente, nascondersi, come già avevamo fatto l'altra volta. Il mio nascondiglio è una coperta dalle tinte autunnali ricoperta di foglie del sottobosco; come scoprirete più avanti non è proprio il mio forte rimanere sdraiato ore ed ore tra le foglie umide dei boschi bavaresi. La paura di essere visibile e la voglia di cercare un nascondiglio leggermente più comodo mi spingono a tentare la sorte: mi alzo e me ne vado, seguito dal sole che, nazisti o non nazisti, anche oggi sta volgendo a occidente.I soldati sono ancora lontani ma non manca molto all'arrivo della colonna, risalgo l'ansa del fiumiciattolo, tra le baracche in legno, i villani filonazisti e i pescatori di cui non puoi mai fidarti, trovo un altro gruppo di fuggiaschi e mi aggiungo a loro. Sono tutte ragazze tanto belle quanto giovani, alte e di un pallore diafano, con quei loro volti sarebbero delle perfette regine nelle fiabe; costrette a crescere troppo in fretta i loro lineamenti sono già temprati dalla guerra e non vivranno mai l'innocente ebrezza di essere delle principesse. Bionde e spaesate, ma mai spaventate, sottili e affusolate potrebbero nascondersi dietro ad un canale di scolo solo trattenendo il fiato. Optano per una baracca, troppo in vista, troppo ovvia come nascondiglio, troppo pericolosa; mentre cerco di dissuaderle e di cercare oltre il fiume mi accorgo di tre pescatori, dalle facce putrescenti e deformi come quelle dei rospi nel fango e li colpisco con violenza, senza rancore ma con parecchia violenza: non devono parlare, non devono dire a nessuno dove siamo. Dopo aver cavato il loro silenzio con uno svenimento li siedo sugli alberi sopra il greto del fiumiciattolo e torno dalle regine delle fiabe; solo ora mi accorgo che fra di loro c'è la madre di una ragazza, quasi sembravano gemelle. Non ho il tempo per occuparmi di loro, i soldati stanno arrivando e io sono troppo vista: mi uccideranno al volo o peggio, mi porteranno nelle segrete del castello e mi lasceranno morire di stenti. Passo defilato davanti alla birreria mentre un gruppo di bestie leva il calice salutando il fuhrer con un Hail Hitler ruttato dalle loro fauci avide di birra; li lascio ai loro grugniti e mi dirigo verso il bagno di una baracca, sperando di avere un pizzico di fortuna, anzi mi ci vorrebbe un miracolo: sono sicuro che mi hanno visto e mi verranno a cercare. Infatti un omaccione alto e largo mi incalza mentre entro nel bagno "E tu chi sei?"; la mia risposta gli arriva dritta sul naso. "Vedo che ti piace lottare" fa quello inghiottendo a fatica il sorriso di chi ha la certezza che sta per ucciderti.Butta a terra il mozzicone di sigaretta e inizia a far andare le mani: vorrebbe colpirmi ma sono troppo veloce; blocco i suoi colpi e gli assesto una raffica di calci sotto la cintura. Palle d'acciaio non demorde ma ho io la situazione in pugno: la sua forza e il suo sforzo sono vani contro la mia testardaggine. Lui continua a roteare le braccia in un mulinello di cazzotti; potrebbe uccidermi con un colpo alla testa. Per mia fortuna è ancora troppo lento, gli blocco la mano destra e lo colpisco più volte sul viso; inerme di fronte alla mia velocità impiega un attimo di troppo a riprendersi e lo scaglio fuori dal bagno con una violenza inaudita. Un attimo dopo suona la sveglia e il sole di settembre mi coccola. Proprio nel momento giusto, penso, ancora qualche minuto e mi sarebbero stati addosso tutti i maledetti nazisti!Mentre rimescolo il flusso dei pensieri per farlo fluire cerco di ripetermi più volte questo sogno avvincente e mi interrogo sul suo significato. Una cosa è certa: ieri sera ho mangiato troppi wurstel!   

Adolf Hitler: mi piace ricordarlo così


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