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Nazisti dell’est (in finta pelle)

Creato il 06 aprile 2015 da Conflittiestrategie

 

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Adesso che Poroshenko ha nominato il leader di Pravy Sektor, Dmitro Yarosh, consigliere dei vertici militari ucraini, inglobando il suddetto movimento paramilitare, con uno status speciale, nelle forze armate del Paese, sarà difficile negare l’evidenza: i nazisti a Kiev contano eccome. E’ vero, sono nazisti incoerenti, sponsorizzati e mantenuti da un connazionale di origine israeliana, il banchiere Igor Kolomoisky (il quale ha deciso però di restringere i cordoni della borsa perché in grandi difficoltà economiche e politiche), ed addestrati dagli yankee su suolo polacco e baltico, ma, come ha riferito uno di questi sciovinistici all’acqua di rose, è necessario superare le antiche divisioni ideologiche per battersi contro il comune nemico.
Perché un ucraino debba avere come comune nemico, con l’Occidente, il russo, perché questo ingrato vicino debba mordere la mano che l’ha sfamato per secoli, risulta ancora un arcano. Riconosciamo che ci siano delle convenienze per gli oligarchi in questo cambio di campo geopolitico dell’Ucraina, perché essi non vogliono vedersi limitati nei loro saccheggi dalle contingenze storiche e geografiche, così come occorre ammettere che, con il regime change, si siano aperte opportunità di scalata istituzionale per quella masnada di lestofanti, nutritasi a lungo di odio per le minoranze e di delirio nazionalistico, la quale mai avrebbe trovato spazio nei gangli istituzionali in un situazione normalità democratica. Tuttavia, resta difficile spiegare come la maggior parte degli ucraini, quella che desidera la civiltà e la pace, abbia permesso a tali barbari sanguinari di addentare il paese e di svenderlo agli stranieri, peggiorando il tenore di vita di tutti. Questa mossa di Poroshenko verso gli estremisti che si richiamano alle ss può essere il risultato di un cedimento politico oppure di un disegno ben congegnato. La cooptazione dei battaglioni non ufficiali nei ranghi dello Stato dovrebbe sufficiente a placare la sete xenofoba di queste teste calde, questo crede e spera il Presidente. Ma costui non ha considerato che se qualcosa, nei suoi calcoli, non dovesse andare per il verso giusto resterebbe stretto tra due fuochi senza possibilità di scampo. Per un verso sarebbe istantaneamente scaricato dai suoi partner europei, i quali mai vorrebbero vedersi accostati e coinvolti in reati commessi da tali nipotini di Hitler troppo evidenti per essere negati e dall’altro gli stessi nipotini di Hitler gli farebbero pagare col sangue l’onta di averli usati per i suoi piani personali e di aver provato a neutralizzarli. Secondo molti osservatori, il magnate del cioccolato, con questa mossa avventata, si è scavato la fossa da solo. Staremo a vedere ma tutto lascia presagire un collasso economico del Paese che metterà alle corde l’attuale gruppo dirigente alla guida della nazione. A proposito di economia ecco quello che dicono gli ultimi dati sull’Ucraina aggiornati ai primi di aprile: 1) il crollo del Pil, secondo fonti ucraine, nel primo trimestre 2015, è stato del 10%, le previsioni per l’intero anno parlano di un meno 12% ma appaiono sin troppo ottimistiche, il declino generale delle vendite di veicoli, nel gennaio-febbraio 2015 rispetto allo stesso periodo nel 2014, è stato del 67%, 2) il 90% delle imprese tedesche che operano nel paese stanno decidendo di abbandonarlo perché la corruzione impedisce loro di lavorare seriamente, 3) Un quarto del potenziale industriale nazionale non viene utilizzato, il 10% delle imprese è fisicamente distrutto. 4) Kiev deve a Mosca così tanto denaro che gli aiuti stranieri rischiano di essere risucchiati da detti debiti, anziché servire a risollevare l’economia nazionale. L’Occidente sta minacciando Mosca di rendere inesigibili i suoi crediti laddove non dovesse riconsegnare la Crimea a Kiev. E’ questo l’escamotage a cui Washington sta pensando per non far apparire il suo protetto come un cattivo pagatore.
Inutile continuare lo stillicidio dei numeri negativi dell’economia ucraina, la situazione non migliorerà né nel breve e neppure nel lungo periodo, perché i quisling al governo, nonostante questo disastro di proporzioni immani, pretendono di continuare a comprare armi per fare la guerra al loro stesso popolo. La legalizzazione di Pravy Sektor è solo l’ennesima conferma del carattere guerrafondaio degli amici degli americani che comandano in Ucraina.


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