Il mercato dei free agent è ancora ovviamente aperto mentre per quanto riguarda le trade è un po’ presto visto che solitamente gli scambi avvengono a stagione iniziata, quando cioè gli allenatori e i GM iniziano a vedere la situazione fisica e psicologica dei loro giocatori. Così in questo momento si può iniziare a tirare un piccolo bilancio della offseason e delle operazioni di mercato che sono state fatte finora, cercando di capire quali squadre si sono rinforzate di più in vista della prossima regular season.
Partiamo da quella che si è mossa di più e che quest’anno pagherà oltre 100 milioni di dollari in stipendi, ovvero i Brooklyn Nets: il super magnate Prokhorov si è portato a casa dai Celtics il trio Garnett-Pierce-Terry, oltre che dal mercato dei free agent il compaesano Kirilenko, la guardia Shaun Livingston e l’ala Alan Anderson che ha avuto un ottimo fine di stagione con i Raptors, oltre a riconfermare Blatche e mantenere l’asse portante dello scorso anno formato dal trio Williams-Johnson-Lopez. L’arrivo dei tre Celtics è stato sicuramente il colpo più importante e anche a sorpresa dell’estate, e la loro esperienza e abitudine a giocare partite importanti dovrà essere trasmessa ai compagni; l’aggiunta da considerare clamorosa però è quella di AK47 che ha accettato l’offerta da molti meno soldi dei Nets pur di giocare in questa squadra e puntare al titolo NBA, l’ex Cska Mosca porterà dalla panchina tutta la sua duttilità e la sua abilità in difesa che ben si sposa a quelle insite già in Garnett e Reggie Evans.
Senza dubbio il secondo movimento di mercato come importanza (almeno mediatica) è stato l’ingaggio di Dwight Howard da parte degli Houston Rockets, strappato alla concorrenza feroce di tantissime franchigie; il nuovo centro andrà a formare con Harden una coppia di SuperStar ben assortita, giovane (Howard è classe ’85 mentre il Barba è ’89), che vuole divertirsi e vincere. Il GM visionario dei texani, Daryl Morey, però non si è limitato a prendere Superman e ha puntellato la panchina con diversi elementi di esperienza quali Francisco Garcia, Omri Casspi, Reggie Williams, Aaron Brooks e Marcus Camby, perdendo di fatto solamente Carlos Delfino del gruppo che l’anno scorso ha fatto paura anche ai Thunder nei playoff.
Altra squadra che si è rinforzata e molto sono i Los Angeles Clippers che reduci dalla loro miglior stagione regolare della storia hanno fatto dei playoff sottotono e a pagarne è stato l’allenatore Del Negro. Al suo posto è arrivato uno dei top a livello NBA, Doc Rivers, fortemente voluto dal leader Chris Paul che aveva legato il suo rinnovo contrattuale (che alla fine è arrivato) proprio allo sbarco a LA dell’ex coach dei Celtics. La dirigenza poi ha aumenato la pericolosità dall’arco della squadra prendendo J.J. Redick e Jared Dudley, trattenendo Green e Barnes, e mettendo come backup di CP3 Darren Collison, reduce da una stagione difficile ai Mavericks ma che ha già fatto coppia con Paul agli Hornets. Vicino a canestro invece oltre alla ri-firma di Hollins dal mercato dei free agent è stato preso Byron Mullens che lo scorso anno ha fatto vedere buone cose ai Bobcats. Manca ancora un tassello e la franchigia starebbe discutendo con Lamar Odom, ma quest’anno i Clippers si candidano per forza di cose come pretendenti alla vittoria della Western Conference.
Restando ad alto livello si sono rinforzati molto gli Indiana Pacers che arrivati a un soffio dalla Finale NBA hanno deciso di rinforzare la loro panchina: ecco il perchè degli arrivi di CJ Watson, Chris Copeland e Luis Scola che porteranno esperienza e saranno delle polizze di sicurezza in caso di infortuni dei “titolari”. Inoltre alla squadra di coach Vogel si aggiungerà anche Danny Granger, tornato dopo un anno intero ai box per infortunio, c’è tutto quindi per pensare di poter ripetere l’ottimo risultato dell’anno scorso.
Scendendo in classifica, infine, i movimenti migliori sembrano quelli fatti da Detroit Pistons e Cleveland Cavaliers: la coppia Josh Smith-Brandon Jennings andrà a rimpinguare il roster di Detroit che non era già certo da buttare, almeno a livello di futuribilità, e le aggiunte di Billups e Datome e la riconferma di Andrew Bynum rendono di livello anche la panchina. L’addizione di Andrew Bynum invece potrebbe essere una delle più importanti di questa estate anche se i “SE” attorno al centro sono tanti. SE resterà sano, SE tornerà quello visto ai Lakers, SE metterà da parte alcuni atteggiamenti da prima donna, allora la sua integrazione in questo roster sembra essere ottimale, e anche l’accoppiata con Irving potrebbe essere vincente.
Infine menzione d’onore ai Portland Trail Blazers che nonostante le enormi difficoltà degli ultimi anni con gli infortuni a grappolo sono riusciti a ricostruire una squadra di buon livello, anche se non sembrano ottimamente assortiti: vicino al fenomeno Lillard infatti è stato preso dal draft C.J. McCollum, una sua copia almeno da quanto visto al college e alla Summer League di Las Vegas, e dal mercato dei free agent anche Watson e Mo Williams. Sempre tra i giocatori liberi è stato pescato Dorell Wright che porterà punti dalla panchina mentre dal mercato in una trade a tre squadre son arrivati i lunghi giovani Robin Lopez e Thomas Robinson. Da quanto sembra l’affollamento tra le guardie e la scarsità di lunghi solidi potrebbe farsi sentire anche quest’anno, ma come detto il mercato sarà aperto fino a febbraio, quindi di tempo per modificare il roster i General Manager ne avranno ancora parecchio. Non ci resta che attendere.