STARTING FIVE: PG D. Fisher, G K. Bryant, AP R. Artest, AG P. Gasol, C A. Bynum. All. P. Jackson.
Cosa va - La cosa giusta da dire è che va tutto, e fin troppo bene. Anche quest’anno non sembrano esserci avversari sulla strada della finale: bisognerà attendere una tra Celtics, Heat e Magic per tentare l’assalto al terzo anello di fila. Il roster vede le aggiunte di un play perfetto per il triangolo come Blake e di un altro mastino sugli esterni come Barnes. L’unica incognita, ma come per tutte del resto, è la salute: le sconfitte in preseason, comprese quelle in Europa, non vanno assolutamente considerate. Se ha spazio, attenzione a Devin Ebanks…
Cosa non va - E’ quasi impossibile trovare dei punti deboli. Ad essere pignoli c’è da considerare la questione Bynum e poi come si inseriranno i nuovi nel sistema. Blake è fatto dal sarto per il triangolo, ma Farmar dava quel cambio di ritmo molto utile. Lo so, mi sto arrampicando sui vetri per cui mi fermo.
STARTING FIVE: PG S. Nash, G J. Richardson, AP G. Hill, AG H. Warrick, C R. Lopez. All. A. Gentry.
Cosa va - La presenza di Steve Nash e di un sistema collaudato prima di tutto. I giovani come Robin Lopez, Dudley e Dragic sono in grandissima crescita e Frye ha finalmente trovato la sua collocazione per esprimersi al meglio. Sono forse la squadra più divertente da vedere e gli innesti di Warrick, Turkoglu e Childress daranno il massimo per non far rimpiangere i predecessori. Può spuntare un posto playoffs.
Cosa non va - Purtroppo sono molte le incognite ai Suns. Turkoglu non sembra adattissimo al sistema, così come Childress, un grande atleta ma senza tiro da fuori e l’intelligenza per giocare con Nash. Warrick ci sta ma Stoudemire era un’altra cosa, soprattutto per la presenza e la capacità di tenere in scacco una difesa intera. La squadra è molto corta e Hill e Nash non possono più tirare la carretta. Ad ovest ci sono molte squadre meglio di loro.
STARTING FIVE: PG B. Davis, G E. Gordon, AP R. Butler, AG B. Griffin, C C. Kaman. All. V. Del Negro.
Cosa va - Il ritorno di Blake Griffin ha portato l’entusiasmo alle stelle. In pre season ha dimostrato di essere devastante con il suo atletismo davvero fuori dal comune. Del Negro vuole dimostrare di essere un coach vero e la squadra ha davvero molta fame di emergere: Gordon può essere la prima punta, Kaman è una sicurezza e il Barone è sempre il Barone. Roster lunghissimo con atleti, tiratori, piccoli, lunghi, giovani ed esperti: un mix super. Fossero ad est sarebbero di sicuro ai playoffs ma la sorpresa ci potrebbe anche stare. Da tenere d’occhio i due rookie: l’ala tuttofare Aminu e Eric Bledsoe, il compagno di merende di Wall a Kentucky.
Cosa non va - Il fatto di essere i Clippers, e ho detto tutto. Sono secondi e sfigati per natura quindi vivranno un’altra stagione perdente. Scherzi a parte, molto gira attorno alla salute di Griffin e alla voglia di Baron Davis, troppo altalenante nelle ultime stagioni. E poi bisognerà vedere come Del Negro gestirà le rotazioni perchè ha davvero tantissimi giocatori e tutti di grande talento.
STARTING FIVE: PG B. Udrih, G T. Evans, AP O. Casspi, AG C. Landry, C D. Cousins. All. P. Westphal.
Cosa va - Il progetto tecnico è davvero interessantissimo ai Kings. Si riparte dal talento immenso di Tyreke Evans “Mini LeBron”, dal sorprendente Casspi e da DeMarcus Cousins, lungo rookie con molto Chris Webber nel dna che potrebbe davvero essere un crack. E poi tantissimi buoni giocatori, come Thompson, Carl Landry, Garcia e l’atletone Donte Greene. A gestire il tutto, Beno Udrih, lo sloveno che cresce ogni anno di più. Per i playoffs è praticamente impossibile ma la ricostruzione prosegue e le scelte sembrano davvero giuste per il gm Petrie e i proprietari Maloof.
Cosa non va - Il gruppo è ancora da costruire, Evans è fortissimo ma deve imparare a giocare di più nel sistema e coinvolgere i compagni ed esiste più di un dubbio sulla tenuta comportamentale di Cousins, un guascone con talento fuori dal mondo ma voglia di allenarsi “saltami addosso“. Incognite ci sono anche su un back up per Udrih, sulle condizioni fisiche di Garcia, spesso infortunato, e sulla profondità del roster, con troppe scommesse.
STARTING FIVE: PG S. Curry, G M. Ellis, AP D. Wright, AG D. Lee, C A. Biedrins. All. K. Smart.
Cosa va - Si riparte dalla nuova proprietà con soldi ed entusiasmo, con un coach voglioso si affermarsi come Smart e da tanti giovani di talento, il campione del Mondo Curry e Monta Ellis su tutti. David Lee e Dorell Wright le grandi novità: l’ex Knicks vuole dimostrare la sua forza anche fuori dal sistema D’Antoni mentre Wright non può più rimandare l’esplosione. Per i playoffs non se ne parla: qualche soddisfazione può arrivare lo stesso. Curiosità per l’idolo locale Jeremy Lin.
Cosa non va - Quest’anno sono davvero intelleggibili, più del solito. Via coach Nelson, che finalmente può sorseggiare il suo mojito spaparanzato a Maui, Smart avrà tantissima pressione dalla nuova società. La squadra sembra male assemblata, con due guardie che non possono convivere come Ellis e Curry, lunghi tutti da verificare sia tecnicamente (Lee? Amundson?) sia fisicamente (Biedrins? Wright?) e con la prima scelta, Udoh, fuori per diversi mesi per la frattura del polso. E non è che gli altri diano troppe garanzie. Lotteria.