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‘Ndrangheta, il giornalista Albanese sotto scorta. E’ lui l’autore dello scoop sull’inchino della Madonna al boss

Creato il 19 luglio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria ha deciso di assegnare una scorta ed un’auto blindata al giornalista del Quotidiano del Sud Michele Albanese, collaboratore dell’ANSA.

La decisione si lega alla condizione “di pericolo” in cui si trova il giornalista a causa della sua professione. “Inquietudine per il livello della scorta assegnato ad Albanese” è stata espressa da Franco Siddi e Carlo Parisi, segretario e vicesegretario della Fnsi.

Il giornalista minacciato dalla 'ndrangheta, Michele Albanese (facebook.com)

Il giornalista minacciato dalla ‘ndrangheta, Michele Albanese (facebook.com)

La Solidarietà del Cdr dell’ANSA. Il Cdr dell’ANSA esprime “vicinanza e solidarietà” al collega Michele Albanese, redattore del Quotidiano del Sud e collaboratore dell’ANSA dalla piana di Gioia Tauro, che da ieri è sotto scorta. Il Cdr dell’ANSA ricorda che “Albanese è un giornalista impegnato in prima linea e auspica che quanto prima vengano assicurati alla giustizia gli autori delle insopportabili e inaccettabili minacce”. “Siamo certi – prosegue la nota del comitato di redazione – che Michele Albanese continuerà nel suo lavoro con la professionalità di sempre sapendo anche di poter contare sulla solidarietà dei suoi colleghi”.

Il direttore del “Quotidiano del Sud”, “Albanese onora la categoria”. In un editoriale che è stato pubblicato oggi su Il Quotidiano del Sud, il direttore, Gianni Festa, prende posizione sulla vicenda del cronista del giornale Michele Albanese, per il quale il Comitato per l’ordine e la sicurezza di Reggio Calabria ha disposto la scorta dopo le minacce subite. “Ci sono tanti modi per fare il giornalista. Quello scelto da Michele Albanese – scrive Gianni Festa – onora l’intera categoria. I suoi reportage trasudano verità sofferte e, in essi, il coraggio del racconto è sempre al centro dell’indagine del reale. Ma è il contesto, avrebbe detto Leonardo Sciascia, a rendere tutto più difficile. Qui, dove la melma del malaffare e dei poteri nascosti conosce solo la strategia della violenza e della morte, indagare per svelare connivenze e latrocini, diventa molto più che difficile: un azzardo”. “Porsi come testimoni del tempo – aggiunge il direttore de Il Quotidiano del Sud – diventa un oltraggio. Testimoni, Michele come altri colleghi minacciati, di un tempo in cui la lotta tra uno Stato ancora fragile e cosche sempre più agguerrite nel controllo del territorio, produce una sequela agghiacciante di morti ammazzati, di colletti bianchi con le mani sporche, di politicanti soggiacenti alle regole del più forte. Un Sud povero, arretrato, dimenticato dall’agenda del governo, con una classe dirigente non sempre all’altezza del compito, diventa preda del malaffare che vuole imporre o protrarre la propria egemonia, mortificando l’intelligenza e l’onestà di chi crede nel cambiamento”. “Non siamo soli, non ci facciamo intimorire – conclude – e, come Michele, crediamo che il nostro mestiere abbia senso soltanto se svolto con rigore e al servizio del giusto e del vero”.

L’Ordine dei giornalisti della Calabria, “Vada avanti”. “E’ davvero inquietante il fatto che un giornalista sia costretto a muoversi su un’auto blindata e con due uomini di scorta. Accade a Michele Albanese, giornalista del “Quotidiano del Sud”, autore dello scoop sull’inchino della statua della Madonna delle Grazie davanti alla casa di un boss ad Oppido Mamertina”. Lo afferma il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri. “Le organizzazioni criminali dell’area di Gioia Tauro – aggiunge Soluri – ‘attenzionano’ da tempo Michele Albanese se è vero come è vero che ha subito intimidazioni e minacce di vario genere. Intimidazioni e minacce evidentemente assai serie se il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria ha ritenuto di assegnargli una tutela di terzo livello. Significa che gli elementi di cui magistrati e forze dell’ordine dispongono vanno inequivocabilmente in una direzione: Michele Albanese è a rischio. Il fatto sottolinea in maniera plastica le condizioni di difficoltà e di pericolo in cui operano tanti colleghi calabresi, in particolare quelli che si occupano di cronaca giudiziaria o che sono impegnati nel giornalismo d’inchiesta. Innumerevoli i casi di minacce e di intimidazioni, ma non si era finora mai arrivati ad un livello di allarme tanto preoccupante da determinare la necessità di mettere sotto scorta l’interessato”. “Nel ringraziare – prosegue – il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria, i vertici delle forze dell’ordine ed il Procuratore di Reggio, Cafiero De Raho, per la tempestività e la sensibilità con cui hanno affrontato e risolto il problema della sicurezza del collega, il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria esprime la massima solidarietà possibile a Michele Albanese. Vivere sotto scorta, infatti, non è certo un privilegio; è invece un fatto che sconvolge i normali ritmi di vita, crea allarme e tensione, impedisce di lavorare con serenità, determina preoccupazione ed ansia tra i familiari. Siamo sicuri che Michele Albanese, giornalista serio, scrupoloso, bravo e coraggioso, avrà comunque la forza e la capacità di vivere questa fase come un ulteriore sprone per amplificare, se possibile, il suo impegno nella ricerca della verità e nella denuncia di fatti che offendono la coscienza civile e sociale di tutti i calabresi onesti”. (ANSA)+

Per approfondire: Oppido Mamertina: parroco “ordina” inchino della Madonna sotto casa di un boss della ‘ndrangheta. I Carabinieri abbandonano la processione


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