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‘Ndrangheta: processioni sotto controllo, stop agli inchini

Creato il 13 luglio 2014 da Nicola933
di Rosalba Caruso ‘Ndrangheta: processioni sotto controllo, stop agli inchini - 13 luglio 2014

Processioni -Di Rosalba Caruso. “Mai più inchini” nelle processioni religiose calabresi. Dopo la polemica sorta sulla vicenda dell’inchino dinanzi alla casa del boss Peppe Mazzagatti, ottantaduenne ergastolano ai domiciliari, durante la processione della madonna della Grazie svoltasi a Oppido Mamertina il 2 luglio scorso, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno preso provvedimenti. D’ora in poi le processioni saranno sottoposte sotto osservazione da polizia e carabinieri. Saranno predisposti, inoltre, servizi preventivi di controllo in modo poi da riferire eventuali situazioni “anomale” alla Dda.

Un lavoro tutt’altro che semplice dato il molteplice numero di processioni che si svolgono nella stagione estiva. Provvedimento necessario per sradicare il malcostume calabrese legato all’ambiguo rapporto tra ‘Ndrangheta e fede religiosa. Paradossalmente le famiglie malavitose sono quelle più legate alla fede, che data l’inconciliabilità con lo stile di vita sanguinario degli uomini d’onore, sarebbe opportuno indicare come un falsa fede.

Proprio nei bunker dei malavitosi infatti sono stati trovati più volte altarini, “santini” ed altre effigi religiose. Alcune Chiese non rifiutano neanche ingenti offerte da parte dei malavitosi per finanziare le processioni. Rilevante è anche il fatto che i “pupilli” dei boss svolgono il ruolo di chirichetti nelle chiese locali o portano statue durante le cerimonie. Pertanto i “sospetti” di contiguità e di tolleranza nei confronti di fenomeni inammissibili si diffondono sempre più.

Il vescovo di Oppido-Palmi, monsignor Francesco Milito, proprio a causa degli ultimi eventi, ha sospeso lo svolgimento di tutte le processioni della diocesi. La sospensione è iniziata giovedì 10 luglio e durerà a tempo indeterminato.

Anche il sindaco di San Procopio, Eduardo Lamberti Castronuovo, che è anche assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Calabria, è intervenuto sulla vicenda scrivendo al Prefetto, al Comandante provinciale dei carabinieri, al Questore ed ai vescovi di Oppido e Reggio Calabria in merito alla processione svoltasi nel suo paese l’8 luglio scorso. “Proprio perché i fatti di Oppido avevano destato un clamore mediatico da ‘strage di Capaci - ha scritto il primo cittadino - in qualità di sindaco avevo chiesto al comandante della stazione dei carabinieri se ci fossero state controindicazioni o indicazioni dell’Arma per il sereno e legale svolgimento della processione. La risposta è stata chiara ed inequivocabile con la presenza, dall’inizio alla fine, del comandante della Stazione dei carabinieri, coadiuvato da un brigadiere, al mio fianco. Nessun rilievo è stato fatto. Né prima, né dopo“.


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