Scritto con un linguaggio nervoso e molto immediato, da registro essenzialmente fatico, il libro di Ndumiso Ngcobo ossia "Alcuni dei miei migliori amici sono bianchi", edito in Italia da Voland, è proprio quello che ci vuole e che si fa leggere tutto d'un fiato in un pomeriggio domenicale , mettendoci al riparo da una tv sciatta e ripetitiva.
Che cosa ci racconta Ngcobo?
Con intelligente disicanto e raffinata ironia presenta, lui nato durante gli anni dell'apartheid in Sudafrica, il Sudafrica d'oggi con le sue piccole o grandi contraddizioni, a seconda della visuale da cui si è capaci di ossservarlo.
Ci sono dei passaggi nel libro che definire esilaranti è riduttivo.
Ngcobo viene da un'esperienza di lavoro fatta in una grande azienda nel suo Paese. E questo significa che lui conosce molto bene il mondo dei bianchi, con le sue dinamiche, uomini e donne con cui ha lavorato gomito a gomito e quindi anche lo scimmiottamento che il sudafricano dei nostri giorni fa, sul posto di lavoro e nella vita quotidiana, del "modello" bianco. E vicecersa.
Perchè ci sono anche e sopratutto i "viceversa".
Si legga allora quanto segue......ovvero occhio al reading.
Scrive Ngcobo: "Certe volte i bianchi mi piacciono e basta.Sono contento che siano scesi fino in fondo all'Africa, se permettete.Sennò staremmo ancora in perizoma, rintanati nelle caverne, a farsi versi a vicenda e a sacrificare vergini agli dei. Cose da pazzi.(...)Certo che durante il colonialismo e l'apartheid alcuni neri cocciuti non hanno voluto capire che era per il loro bene e si sono messi nei casini".(pag .52)
E qualche rigo più avanti :"Ma prima di fare un bel girotondo e mettermi a cantare KUMBAYA insieme ai bianchi mi devo togliere un paio di sassolini dalla scarpa, perché tra loro e me non è mica tutto rose e fiori.(...) Niente paura ,viso pallido, la mia filippica non provocherà un esodo in massa verso l'Australia dei nostri fratelli amelaninici..".(pag.53).
Dopo questo rapidissimo e superficiale assaggio ( ma il piatto è ben più ricco e succulento) non si può che augurare "buon appetito" .
Trattandosi , invece ,di un libro( e che libro!!!)... simpaticamente: BUONA LETTURA.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)