Sono viva e sto bene.
Io.
Oddio, abbastanza bene, non esageriamo che poi il diavoletto della sfiga mi sente.
E’ che l’arma batteriologica di secondo livello che vive con me da quasi quattordici mesi e che rallegra le mie giornate con i suoi sorrisi da faccia quadrata è riuscita ad infettare chiunque potesse trovarsi nel raggio d’azione di un suo starnuto.
Tutti sono caduti come mosche.
Tranne me, ovviamente.
Bronchite.
Influenza.
Ricaduta dell’influenza.
Virus intestinale.
Tutti in rapida sequenza dal suo compleanno in poi, alla faccia di quelli che “dopo l’anno cambia tutto”. Ma andatevela a piglià dove dico io, altroché.
Ad un anno cambia tutto, e magari sarà anche vero.
Emma è sempre più bambina e meno neonata, capisce tutto o quasi (e comunque sempre quello che le pare) e trotterella felice per casa quando il virus intestinale gliene lascia la forza. Povero amore di mamma.
Passerà, dicono, è solo un momento.
Poi tutto rientrerà nella normalità e potresti (ADDIRITTURA!!!) tornare ad avere una vita sociale o il tempo per truccarti ed asciugarti i capelli senza strozzarti con lo spazzolino.
Passerà, dicono, e crescendo tua figlia si ammalerà di meno e riporterà a casa meno germi.
Ne sono certa, passerà.
Per il momento il mio umore è sotto le scarpe, vedo tutto nero e mi sento come in una puntata di TWD. Vorrei solo giornate luminose con Emma per mano, scampagnate e momenti felici, risate con gli amici e corse a perdifiato tra i fiori.
E invece cacca. Non metaforicamente parlando, chiaro.
Posso farcela? Certo, anzi DEVO farcela. Me lo ripeto come un mantra da ieri. Devo farcela soprattutto a non ammalarmi pure io, sennò impazzisco. Anzi, facciamo che mi ammalo quando tutti sono in salute, così dormo 72 ore filate.
Ripensandoci, me ne basterebbero anche otto.
O sei.
Dai, facciamo cinque e non ne parliamo più.
Tanto passa, vero?