Magazine Diario personale

Nebbia e…

Da V

Certi profumi ti prendono,d’improvviso, e sembrano sbatterti contro il muro dei ricordi con più violenza di quanto ritenessi possibile. Nella nebbia umida c’era l’odore di facaccia,quella buona,quella che faceva la mia nonna. Tutti i mercoledì,dopo la scuola,andavo da lei per fare latino e per farmi leggere un po’ di Divina Commedia sgranocchiando focaccia ligure preparata con le sue mani. Aveva belle mani mia nonna,piene di tempo,di storie e di fatica. Le mie mani erano giovani,come lo sono ora. Curate,come lo sono ora. E affondavano,ogni giorno, cercando di rimanere a galla,di respirare. Adesso se ne stanno qui poggiate sulla tastiera,indecise su quello che vogliono scrivere. E prima riempivo pagine e pagine,prima non c’era quasi più spazio per tutte quelle parole. Dove sono finite? In una sacatola piena di polvere.

Seduta al tavolo delle cucina di mia nonna,mentre lei leggeva a voce alta,pensavo a tutti i posti che avrei visto,a tutte le cose che avrei fatto,a tutte le cose che sarei diventata. Il futuro era immenso,vasto,colorato e sicuramente meglio del preste.

Ma il futuro è solo un presente un po’ più lontano.

Ed eccoci qui,nel futuro. Ed è tutto perfetto.Davvero. La casa è silenziosa,ormai quasi al buio,e il foglio si riempie piano piano. Manca qualcosa. È un buchino piccolo,piccolo che però non so come riempiere. Non so come si è svuotato. Così,si è preso su e se n’è andato,chissà dove chissà come.

Però è tutto perfetto-

Davvero.

 

V.


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