Le tariffe della Publikompass per le necrologie sul Giornale di Sicilia sono:
€3 per il testo;
€6 per adesioni e partecipazioni a lutto;
€17 per nome e cognome del defunto;
€17 per titoli accademici e/o apposizioni;
€17 per anniversario, ringraziamento, trigesimo;
€29,50 per croce o simbolo;
€6 per neretti o maiuscoli dentro testo.
In realtà questo listino è la scusa per fare due conti su una cosa che si ripete puntualmente ogni 30 novembre da 13 anni. Un necrologio che si ripete dal 1998. Sul Giornale di Sicilia.
A scanso di equivoci, vengo da una terra che ci tiene molto e seriamente al rispetto per i morti. Per i bambini siciliani, almeno per quelli che erano bambini quando lo ero pure io, i regali li portano i morti, veri protettori della famiglia, altro che Babbo Natale o la Befana.
Dunque il "culto" dei morti è una faccenda seria e portare rispetto ai defunti è un obbligo non solo morale. Parlando di Sicilia e di morti, è inevitabile che si finisca a parlare di mafia e ho già detto che, per me, i criminali ammazzati dal clan rivale o i morti delle faide non sono vittime innocenti della mafia.
Si dice che il necrologio lo scriva il boss in persona. Negli anni è stato tutto un fiorire di citazioni, testi lunghi e poetici, passi biblici. Perché Matteo, anzi "Alessio" (uno dei tanti soprannomi), l'Assoluto, Diabolik, a suo modo è uomo di cultura, mafioso atipico che legge la Bibbia ma non è credente. E allora ecco Matteo 5,10: "Beati i perseguitati, perché di essi è il regno dei Cieli" (2003). Nel 2005 è toccato addirittura a Lucrezio e al De Rerum Natura. E l'anno dopo direttamente un pezzo dell'Ecclesiaste in latino. Tradotto: "C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, ma solo chi lo vuole davvero riesce a volare, e il tuo volo è stato il più sublime in eterno".
Troppo clamore, però. Quello che di solito passava sotto un silenzio neanche tanto casuale, comincia a suscitare qualche interesse e curiosità. Il pm Antonio Ingroia commentava che questo necrologio latineggiante è la conferma che i mafiosi non sono più «pecorai che stanno rinchiusi in tuguri tra ricotta e cicoria». E da quel momento le parole di cordoglio si sono fatte più sobrie. Fino al necrologio del 2010, replicato praticamente identico quest'anno (a pagina 31):
ANNIVERSARIO 30-11-1998 30-11-2011 FRANCESCO MESSINA DENARO I tuoi cari Castelvetrano, 30-11-2011
Matteo, la madre e le sorelle quest'anno l'hanno ricordato così. C'è il nome, qualche grassetto maiuscolo, il nome: il minimo indispensabile. Una cinquantina di euro.