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Nato a Tbilisi, nella poetica Georgia degli anni quaranta da genitori turco calabri, Razi Vazha-Pshavela è ormai riconosciuto come il più grande drammaturgo transcaucasico di sempre. Allevato in estrema povertà si pagò gli studi di letteratura comparata e magia pura dandosi ai più svariati lavoretti occasionali: il fisioterapista per cani, l'asciugatore di capelli, l'assaggiatore di te, l'interprete per nani, l'ostetrica e il direttore di banca. A ventotto anni sconvolse il suo condominio scrivendo "La passione per le carte di identità", dramma in due atti dove il protagonista ama tenere in mano i documenti di tutta la gente che incontra, per poi rinchiuderli con la forza in una stanza buia obbligandoli ad ascoltare brani d'opera Afghani. Il dramma non piacque all'Unione Sovietica e gli costò l'ergastolo in un campo di lavori forzati nel centro storico i Tbilisi, dove scrisse il suo secondo ed ultimo dramma "La carie non perdona in inverno", il resto è storia.