Francesco Scardone;
Francesco Scardone ha 20 anni e viene da Torre Annunziata (provincia di Napoli). Ha frequentato il liceo con risultati mediocri e ore è iscritto al primo anno di lettere moderne. Ama la letteratura americana e il suo scrittore preferito è Dostoevskij. Ha iniziato a scrivere fin da piccolo e ha una passione per l’horror.
Titolo: Necrophylia(isbn:9788896696064)Autore: Francesco Scardone
Edito da: MJM Editore
Prezzo: 12.00 euro
Genere: Horror, Splatter, Narrativa Contemporanea
Pagine:139 pg.
Voto:
Trama: Un viaggio nella mente malata di un uomo qualunque. Potrebbe essere il tuo compagno di banco, un tuo collega, un vicino, comunque uno nascosto dietro la maschera della normalità. Potrebbe essere il riflesso che ti osserva dallo specchio quando ti fai la barba. A cavallo tra la più nera follia e la più irrequieta lucidità. Un’immagine quotidiana vissuta tra vita e morte. Si ha sempre l’impressione di non vivere ma di sudare l’esistenza. Un romanzo che mostra le due facce della stessa medaglia.
Estratto: Leggi Online un piccolo stralcio del romanzo
Citazione: Nella pagina dei necrologi ci sono persone di tutti i tipi. Professori. Avvocati. Spazzini. Orologiai. Muratori. Politici
Mia nonna è troppo vecchia e troppo sola per conoscerne qualcuno. Non esce di casa da sei anni. Non esce di casa a parte per i suoi funerali.
Li vedi questi signori in queste foto di scarsa qualità? Beh tra un paio di giorni qualcuno di loro diventerà per qualche ora un lontano zio di mia nonna. Il suo primo marito. Il soldato al quale suo fratello ha affidato, in trincea, l’ultima lettera per la sua cara famiglia appena prima di spirare.
Lei ne sceglie uno. Non ha criteri precisi. Ne sceglie uno ed il giorno dopo diventa una sua sorella da parte di padre venuta dalla lontana Svizzera. Si presenta con un accento francese da telefilm alla moglie del defunto e le dice che sì, lei è la sorella del morto, non lo vedeva da anni ma per lei è stato, in ogni caso, un colpo terribile venire a conoscenza dell’infausta notizia. Si butta tra le braccia della vedova e comincia a piangere. Piange sul serio, posso giurarlo!
Opinione Personale:
Il protagonista è un uomo che lavora nell’obitorio di un ospedale. E’ proprio lui che ci parla in prima persona, con un monologo quasi, duro sin dalle prime pagine. Ci racconta senza mezzi termini come consuma il suo amore per i cadaveri che vede ogni giorno, senza risparmiarci nulla. Schietto e duro si rivolge anche al lettore: si lo so come va nel tuo mondo di benpensante:comincerai a guardare le pagine disgustato, ti chiederai perché Dio ha creato esseri tali.
Il giovane vive con la nonna e anche lei non viene risparmiata. Lei stessa non è un modello buono per il giovane; conserva infatti, nel suo comodino, una parte particolare del corpo del defunto marito.
La vita del nostro protagonista è piatta, è solo ma un fatto sembra fargli cambiare strada: un giorno, al lavoro, rischia di soffocarsi con un acino d’uva. Da quel momento non ci sono solo i morti dell’obitorio, ma anche persone reali con cui allacciare dei rapporti come i colleghi ad esempio Luisella. Ma durerà?
Non farei mai leggere questo libro a dei ragazzi giovani. Non solo vietato ai minori di 18 anni ma anche 19 o 20. Non ha importanza. Non sappiamo chi potrebbe leggere questo libro. Magari un ragazzo disturbato, cieco come definisce i ragazzi il protagonista del nostro libro. Si legge nelle prime righe che morte è liberazione. Non va bene.
Non fa altro che gridare contro la nostra società. Nessuno si salva e lui non è il peggiore perché ama i morti. Ha un giudizio negativo dei giovani d’oggi illusi e ciechi. C’è un pessimismo dilagante. Per non parlare di tutte le parole che fanno riferimento alla sfera sessuale, scritte senza mezzi termini.
Descrive la vecchiaia in maniera orripilante. Sembra volerci dire che è meglio smettere di vivere prima dei 60 anni perché con le prime rughe abbiamo finito di vivere, il mondo già ci guarda storto, siamo delle nullità.
Io in un libro cerco piacere non orrori.
E’ scritto molto bene questo si. A volte in un libro con pochi dialoghi (e qui sono quasi assenti) si rischia di fare fatica ad arrivare in fondo. E se l’intento dell’autore era di farci comprendere una personalità disturbata, di farcela odiare, credo ci sia riuscito.
Pochi fatti in questo libro. La storia del protagonista sta tutta li:atti d’amore con i morti. Atti che sono anche caratterizzati da uno stile di scrittura diverso. In tutto il libro frasi brevi, secche, invece in quei momenti lo scrittore scrive una decina di righe senza punteggiatura. D’effetto questo si.
Forse qualcuno ama questo genere. Io no mi dispiace. Queste opinioni le ho scritte a caldo, leggevo e appuntavo. Sono sincere.
Ancora sono disgustata.