Magazine Diario personale

Nedo e 11 contro tutti

Da Chiagia

Nel ricordo, chissà perchè, mi sembrava di essere molto più piccolo.
Invece zio Google mi dice che quello Spezia-Lucchese, mia prima partita allo stadio, è stato il 31 dicembre 1977.
Quindi non avevo, come pensavo, sette o otto anni, ma ne avevo ben undici.
Il che non era sufficiente giustificazione, evidentemente, per non sobbalzare a ogni esplosione di botti, petardi e bomba carta intonati al periodo dell’anno.
In effetti di quella partita ricordo tre cose:
a) il risultato, 1-1, che mi lasciò deluso perchè per il mio debutto allo stadio mi aspettavo almeno una vittoria;
b) lo striscione “Nedo e 11 contro tutti”, dove Nedo era Sonetti, striscione che venne tagliato l’anno successivo alla partenza del tecnico diventando un più duttile “11 contro tutti”*;
c) i botti, appunto, che persino dalla tribuna mi sembravano assordanti.
Allo stadio mi aveva portato mio zio Carlo, che poi mi portò anche a vedere una Juventus-Inter terminata con un lancio di sassi in Corso Agnelli e io che nascondeco la sciarpa bianconera sotto la giacca (e dopo chissà perchè non andammo più allo stadio assieme).
Quella prima volta era, come detto, l’ultimo dell’anno, e già questo mi bastava ad ammantare la giornata di un qualcosa di magico.
Io, come è ora mio figlio, ero molto sensibile al verificarsi degli eventi e avere nella stessa giornata una partita di calcio e il veglione con ballo mi sembrava qualcosa di eccezionale.
Alla fine non divenni mai un grande tifoso, e non lo sono nemmeno ora.
Ma non fu colpa dei botti.

* PS: quella volta c’era anche un altro striscione, rimasto storico nella memoria spezzina, che recitava “QUI DOVE OSANO LE AQUILE LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE”, una roba epico-letteraria che non poteva non accendere il cuore di un giovane intellettuale come me.



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