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Need for Nerd: il punto di incontro fra sviluppatori

Creato il 22 gennaio 2016 da Alessandro Ligas @TTecnologico

Need for Nerd: il punto di incontro fra sviluppatoriOggi tra le skills fondamentali che bisogna possedere nel mondo del lavoro ci sono le competenze digitali che sono più che mai alla base per utilizzare con dimestichezza e spirito critico i nuovi strumenti dell’informazione.

Esistono diversi livelli di competenze dalle più elementari fino ad arrivare a quelle più spinte ma durante i progetti non sempre tutto va come dovrebbe. E si sa che quando c’è un problema si inizia a girare per il web, tra forum e siti specialistici, alla ricerca di un qualcuno che ha avuto il nostro stesso problema e capire se la soluzione che ha adottato è adatta anche al nostro.

Dal Contamination Lab, che si sta dimostrando sempre di più una vera e propria fabbrica di idee innovative, è arrivata un’idea che va incontro a tutti coloro che sono stufi di seguire tutorial e non che promettono di risolvere il problema mentre invece ci si trova davanti a soluzioni strampalate per un problema che magari è più semplice del previsto.

Stiamo parlando di Need for Nerd la futura startup che mette in relazione gli sviluppatori che hanno un problema di programmazione con l’esperto con la giusta soluzione in tempo reale.

Abbiamo incontrato Luca Piras, Ceo, laureato in Informatica, Valentina Mutolo Art Director & customer development, studentessa in Architettura, Michele Mereu, Marketing & Communications lead, studente di lingue e comunicazione ed Andrea Pala, CFO, studente di economia, di Need for Nerd che hanno spiegato nel dettaglio la loro idea.

Chi è Need for Nerd cosa fa e con quali obiettivi nasce?
Need for Nerd è la piattaforma di assistenza 1:1 in tempo reale per programmatori. Nasce con l’obiettivo di creare un punto di incontro fra sviluppatori junior, che hanno bisogno di una mano d’aiuto nell’elaborazione del proprio lavoro, e programmatori esperti che dispongono di una competenza tale che permette loro di fornire una consulenza specifica. La mission è quella di dare ai programmatori l’opportunità di lavorare all’interno di una comunità grazie a uno strumento nuovo con cui migliorare le abilità della propria passione.

Come siete nati?
Il gruppo si è formato all’interno del Contamination Lab, un progetto patrocinato dall’Università di Cagliari volto a promuovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione. Dopo un periodo in cui abbiamo valutato diverse possibilità di business, è nata l’idea di Need For Nerd.

Come nasce il nome Need for Nerd.
Quello che volevamo fare con la nostra startup, qualunque fosse stato il modello di business, era soddisfare un bisogno reale e tangibile. Da lì, Need for Nerd: nerd che hanno bisogno di altri nerd (chiamiamo così amichevolmente i programmatori della piattaforma).

Come funziona?
Chi ha un problema relativo alla programmazione (risoluzione di bug, scelte progettuali…) inserisce la propria richiesta d’aiuto specificando una breve descrizione. La piattaforma mostrerà la lista degli esperti che meglio si adattano all’esigenza descritta dall’utente, di cui egli potrà valutare le competenze, il feedback degli altri utenti e l’esperienza maturata all’interno di Need for Nerd. Il programmatore sceglierà così l’esperto che fa al caso suo e lo potrà contattare tramite videochiamata e mostrargli il proprio codice di sviluppo sfruttando la condivisione degli schermi.

A chi si rivolge?
Si rivolge, da un lato, a sviluppatori junior o a persone che sono alle prime armi nell’arte della programmazione; il nostro target di riferimento sono soprattutto startupper e programmatori freelance, a cui spesso manca una figura di riferimento a cui rivolgersi in caso di necessità. Dall’altro lato, ci rivolgiamo a programmatori senior che hanno già maturato esperienza lavorativa.

Qual è il vostro modello di business?
Al momento siamo in una fase di test, che ci dirà qual è il modello di business più conveniente per questo tipo di servizio e per questo tipo di utenza. Le ipotesi sul tavolo sono due:

  • Trattenere una commissione da ogni transazione che avviene fra l’utente e l’esperto
  • Far pagare agli esperti una subscription mensile con cui si assicurano ampia visibilità nella piattaforma.

Che difficoltà avete incontrato nel realizzare il vostro progetto? Come le avete risolte?
Di sicuro delineare in maniera precisa le caratteristiche dei nostri early adopters in modo tale da modellare un business model nel miglior modo possibile. Ci ha aiutato confrontarci costantemente con le persone che costituiscono il nostro target e analizzare il comportamento degli utenti per andare incontro alle loro esigenze. In questo modo ci siamo indirizzati verso un’identità precisa in cui i nostri futuri clienti si possano rispecchiare.

Qual è stato il vostro iter?
Dopo aver condiviso l’idea di Need for Nerd, abbiamo seguito una serie di seminari all’interno del Contamination Lab, tenuti da Augusto Coppola, direttore del programma di accelerazione di LVenture/LUISSENLABS e presidente di Innovaction Lab. Abbiamo così appreso le basi del mondo dell’impresa e delle startup in particolare, mettendo al contempo in pratica le conoscenze acquisite per dare forma alla nostra idea. A Novembre abbiamo sostenuto due prove di investor pitch, utili per raccogliere feedback e per impratichirsi nella complessa arte del parlare davanti a dei potenziali investitori. Ora siamo nel mezzo del rush finale verso la conclusione del Contamination Lab, che consiste in un vero e proprio pitch davanti a una giuria di veri investitori.

Come è nata la vostra squadra e come è composta?
Il team è nato all’interno di un percorso universitario chiamato : Contamination Lab, percorso, che al suo interno comprendeva quello di InnovAction Lab con Augusto Coppola. Da luglio con tutti i partecipanti abbiamo iniziato a creare eventi per conoscerci e tra noi si è creato subito feeling. Siamo 6 membri, di cui 4 cofounder e partecipanti al “Clab”, Luca Piras Ceo , laureato in Informatica. Valentina Mutolo Art Director & customer development, studentessa in Architettura. Michele Mereu, Marketing & Communications lead. Andrea Pala, CFO, studente di economia. Successivamente si sono aggiunti : Jacopo Usai CTO, studente di informatica, Mattia Setzu developer, studente di informatica.

Che ruolo ha la rete nel vostro business?
Essenziale, ci muoviamo sul fronte social con ottimi risultati e rivolgendoci a dei programmatori è inevitabile. Usiamo la rete e facciamo rete. (usiamo la conoscenza sul web e creiamo relazioni).

Quali sono le competenze necessarie per avviare una startup e come si costruiscono?
Come ci hanno detto nel contamination lab, fare startup vuol dire fare sacrifici e passare le giornate tra sangue e sudore. Bisogna aver voglia di innovare e crearsi il proprio lavoro in maniera indipendente. Non bisogna farlo perché va di moda o perché è figo, ma perché si vuole migliorare la società in cui si vive.

Quali risultati avete ottenuto e quali sono i vostri prossimi passi?
Abbiamo ottenuto ottimi feedback sull’idea e sul lavoro svolto all’interno del contamination lab, ci seguono da tutta Italia sui social e abbiamo già un team di programmatori esperti che si sono iscritti alla nostra piattaforma. Abbiamo intenzione di lanciare la beta a breve e diventare una realtà nel settore informatico, per questo vogliamo far parte della comunità di informatici dando una grossa mano a creare eventi che diffondano la conoscenza della programmazione. E naturalmente accedere alla finale del Contamination Lab e vincerlo!

Quali sono le tre principali azioni che dovrebbero attuare le istituzioni per supportare lo sviluppo delle startup?
Inserire più soldi per lo sviluppo di startup, fare più formazione, rendendo la conoscenza accessibile a tutti e modernizzando il sistema dell’istruzione, sia tecnologicamente che a livello di materie, infatti ancora oggi non si studia programmazione a scuola, Apple , e non solo sta spingendo perché questo avvenga. E fare in modo che ci siano infrastrutture adatte, come centri di coworking pubblici, wifi più diffuso e soprattutto università più collegate con le imprese. Negli Usa si fa veramente startup, quindi basta dare un’occhiata a cosa succede lì.

Cosa vuol dire per voi innovare?
Rendere accessibile alle persone che sono interessate ad un servizio che può riuscire ad apportare un cambiamento reale alla società in cui viviamo.

In un “tweet” cosa consigliate a chi, come voi, vuol fare impresa?
Quando senti di voler migliorare la società in cui vivi, allora inizia a fare impresa perché potrai migliorarla.

In bocca al Lupo
Crepi

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