Ben, mediocre studente
del college, riceve in eredità dal padre defunto una speciale
scatola molto antica che si scoprirà avere il potere di uccidere le
persone attraverso un meccanismo che produce bamboline voodoo pronte
all'uso. Quando l'oggetto magico verrà rubato inizieranno a morire
di morte violenta tutti gli amici di Ben. Il killer non si fermerà
fino a quando non avrà raggiunto il suo misterioso scopo.
Devo imprimermi nel
cervello che la provenienza di un film non è garanzia di qualità.
Needle arriva dall'Australia, patria di chicche come “Wolf Creek”
o “The Loved Ones”, ma non raggiunge minimamente il livello di
questi ultimi, anzi si rivela una schifezza immonda degna delle
peggiori critiche.
John V.Soto è alla sua
seconda opera come regista e alla terza come scrittore. Qui fallisce
miseramente in entrambe le prove, pur avendo a disposizione un budget
di tre milioni di dollari. Io voglio vedere il bilancio finale,
perché proprio non si capisce dove siano stati spesi questi soldini.
La regia viene gestita
come se si dovesse portare velocemente a termine il lavoro. Nessuna
idea, neanche stupida, per dare un tocco di originalità alla
pellicola. Già questo basta per risparmiarmi la fatica di guardare
la sua opera precedente, “Crush”.
La sceneggiatura è
un'inutile accozzaglia di zone buie e incongruenze di ogni genere.
Anche se la trama potrebbe far pensare a “Hellraiser” o “Il
Serpente e l'arcobaleno”, non si trova ne un richiamo, ne il minimo
omaggio.
L'aspetto più
preoccupante è la caratterizzazione dei personaggi che scompare
completamente dietro a una recitazione delle più scarse che abbia
mai visto. Il protagonista principale, Ben, fa il simpaticone nelle
prime scene, il pirla in mezzo al film e il deficiente alla “Shaggy”
(e non voglio assolutamente offendere uno dei cartoon horror più
belli della mia infanzia) alla fine. Tanto che, lui è sfigato alla
ennesima potenza, ha una fidanzata figa come poche se ne vedono e
finisce per addormentarsi con lei sopra mentre si sta togliendo il
reggiseno; in questo lettamaio, neanche due tette e darci sollievo.
Ma siccome tra gli attorucci ci hanno cacciato anche le due tipiche
lesbiche da film porno, vuoi vedere che ci scappa la scena saffica?
Neanche quella, solo un bacetto nel cortile del college, ma in
compenso la rappresentazione è così stereotipata che non può che
scappare la risatina nervosa. Rimane il belloccio di turno che è
anche il fratello di Ben, per chiudere la carrellata degli imbecilli
e così possiamo davvero tirare il sipario sul cast. Piccolo
spiraglio nel buio pesto è la presenza di “Diana-mangia-ratti”
dei “Visitors” nei panni della professoressa.
Gli effetti speciali e il
trucco in particolare, sono da maglia nera nelle olimpiadi delle
porcate. Mi piacerebbe sapere a chi è venuta in mente l'idea del
distributore automatico per pupazzi voodoo, al solo prezzo di qualche
goccia di sangue e una fototessera. Un genio.
Da un punto di vista
prettamente estetico salvo solo la locandina che non è malvagia.
Il finale è forzato in
maniera quasi comica e non c'è nemmeno il colpo di scena che
richiami un futuro seguito, e noi diciamo meno male.
Avviso chi avesse voglia
di subirsi questo strazio, di non avere oggetti contundenti nelle
vicinanze al minuto venti circa, dove viene preso di mira
persino il “Grand Guinol”. Il violento prurito che vi prenderà
alle mani dovrà essere calmato con la consapevolezza che magari Soto
credeva di fare un riferimento fico. Needle non ha neanche un singolo
fotogramma granguinolesco.
Sono sicuro che se si
fosse cercato di andare verso la commedia piuttosto che il teen-horror,
forse mi sarei fatto anche qualche risata. Ma lo ripeto ad ogni post,
ormai, non c'è proprio niente da ridere.
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