Sono perfettamente d’accordo, la condanna è giusta. Benché derivato dal latino “niger”, da tempo “negro” suona come un insulto. Ma per coerenza si deve condannare anche chi chiama “tête de nègre” certe paste al cioccolato, “nègre” quei poveri cristi anonimi che scrivono testi firmati da altre persone, ”art nègre” l’arte africana, Senghor per avere inventato la negritudine, Sarkozy che va in vacanza a Cap Nègre e il sindaco di Cannes che si chiama Louis Nègre. Bando ai “negro spirituals”, alla “Revue Nègre” e alla pentola chiamata “négresse”. Già che ci siamo, sopprimiamo anche Noir, Black, Kebla, il caffè chiamato familiarmente p’tit noir e Toni Negri. E guai a chi parla petit nègre. Per par condicio, denuncerò per razzismo il primo che mi chiama muzungu. E anche la mia vecchia maestra di musica che mi ha insegnato che una bianca vale due nere.
Dragor