Nei boschi eterni - Fred Vargas

Creato il 14 marzo 2012 da La Stamberga Dei Lettori

I ContenutiIl fantasma di una monaca del Settecento che sgozzava le sue vittime non fa paura al commissario Adamsberg, ma tutto il resto sì.
Da un momento all'altro sprofonda in un mondo che sembra tornato al Medioevo, dove si straziano i cervi dei boschi normanni, si profanano cadaveri di vergini per estrarne misteriose sostanze, e le pozioni magiche assicurano la vita eterna, a costo di orrendi delitti.
Mentre un rivale che arriva dal più lontano passato, e che parla in versi, gli vuole rubare tutto. Un puzzle inestricabile, fatto apposta per far smarrire la ragione a chiunque.
Ma non a uno "spalatore di nuvole", come Adamsberg. Anche se, ancora più delle altre volte, arrivare alla verità vorrà dire riuscire a strapparsi un pezzo di cuore...La RecensioneAdattarsi a un personaggio seriale come il commissario Jean Baptiste Adamsberg è impresa che richiede al lettore, anche se appassionato di gialli, un piccolo impegno, per quanto modesto.
Un montanaro abituato a continue divagazioni, ad associazioni mentali inusuali e con una forte tendenza alla stramberia che si unisce a un aspetto fisico peculiare, l'atteggiamento sciatto di chi vive in un mondo parallelo, un viso definito come un insieme male assortito di linee e spigoli esulano dalla fisionomia ordinata e definita che ci si aspetterebbe non solo da un investigatore ma perdipiù da un poliziotto.
Inoltre alle suddette caratteristiche si uniscono, in questa indagine di Adamsberg, anche tutte le stranezze di un'equipe di lavoro molto variegata: non c'è solamente il neo-capitano Danglard, coi sui figli abbandonati dalla madre, la sua cultura libresca e i suoi bicchieri di troppo, a svolgere il ruolo ingrato, forse, ma perlomeno riconosciuto, di Watson, la spalla meno brillante e coi piedi per terra, che mette in risalto il genio del protagonista e incarna l'archetipo del lettore.
Ci sono anche la dottoressa-medico legale con la passione per le bevande sperimentali, il collega dai capelli a chiazze rosse, legato da un passato montagnardo comune ad Adamsberg, la poliziotta sgraziata e grassoccia ma capace di gestire le proprie risorse energetiche in modo stupefacente, il consulente archeologo in grado di ricostruire con precisione la storia di uno scavo tombale grazie solo alle striature del terreno.
Tutto questo basterebbe, dunque, a rendere la narrazione poco credibile, anche perchè nel complesso si intrecciano diversi filoni: la possibile vendetta per un episodio di violenza quasi mortale tra adolescenti, nel verde placido delle montagne pirenaiche del Béarn - le stesse, per inciso, da cui Adamsberg è rotolato fin sulle rive dell'Ile de la Citè -, i cui protagonisti muoiono uno per volta, forse per cause naturali, forse no; il legame esoterico tra la morte di alcune vergini normanne, anche questa per cause in apparenza naturali, lo sfregio perpetrato sulle carcasse di cervi, a cui viene strappato il cuore, e il rito di lunga vita riportato nell'antica edizione a stampa di un manuale di magia; gli assassini di due invisibili nei bassifondi parigini, che si potrebbe scambiare per lotte tra spacciatori di droga ma forse nascondono un retroscena più inquietante;
i risvolti più intimi e privati di una relazione molto profonda, quella tra il commissario e Camille, personaggio femminile e ondivago, più volte apparsa e scomparsa dalle pagine di Vargas, che ha in comune con Adamsberg un figlio ma il cui legame sentimentale col commissario sembra essere irrimediabilmente incrinato anche per l'intrusione, forse non del tutto innocente, di un terzo incomodo.
Il fil rouge che mette insieme tutte queste trame è la presenza misteriosa e pacatamente inquietante di uno spettro, che infesta la soffitta della casa di Adamsberg e i cimiteri normanni e mostra di essere tutt'altro che impalpabile, riuscendo a rapire un poliziotto della squadra investigativa e scatenando una caccia al fantasma nei sobborghi industriali della ville lumiére.
Se si ha la pazienza di adattarsi - il che invero richiede un piccolo sforzo, almeno rispetto ad altri personaggi di serie poliziesche - ai giochi intellettuali, alle citazioni letterarie di Vargas e alle strambe elucubrazioni del commissario, il risultato è davvero gradevole.
Tenendo conto che questo giallo, come altri della serie, è anche piuttosto lungo rispetto alla media di genere, risaltano la maestria dell'autrice nel creare personaggi complessi, nell'usare fonti colte - uno dei protagonisti, per esempio, parla spesso in versi su modello del tragediografo Racine, che facilmente potrà risultare sconosciuto al lettore non francofono - e nel costruire un profilo di serial killer molto strutturato, anche dal punto di vista psicologico.
E in più la piccola fatica di tener duro per quasi quattrocento pagine viene ripagata da un finale da cardopalme gestito in maniera davvero magistrale.
Giudizio: +4stelle+
Articolo di PolyfiloDettagli del libro
  • Titolo: Nei boschi eterni
  • Titolo originale: Dans les bois éternels
  • Autore: Fred Vargas
  • Traduttore: Margherita Botto
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2008
  • Collana: Super Einaudi Tascabili
  • ISBN-13: 9788806192969
  • Pagine: 391
  • Formato - Prezzo: Paperback - euro 15,80

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