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Nei migliori cinema

Creato il 14 aprile 2010 da Gianclint
NEI MIGLIORI CINEMA
Era un pomeriggio di giugno, Adriano Galliani stava seduto in veranda ad ammirare il mare dalla villa in Sardegna di Berlusconi. Se ne stava li senza pensieri e gli veniva anche facile, teneva d'occhio lo yacht di Berlusconi lontano all'orizzonte. Quel giorno Galliani non voleva partecipare ai soliti festini presidenziali in alto mare, preferiva restarsene a terra, forse era colpa della marmitta di cozze da 7 chili divorata in 4 minuti e 12 primi, o forse erano state le 32 tarantelle di Apicella, fatto stava che aveva un po' di fastidio allo stomaco. Chissá in alto mare cosa avrebbe potuto combinare! Già il bagno di quello yacht se potesse parlare ne direbbe di cose, era meglio non aggiornarlo con nuove avventure stomacali del brianzolo. Tutto faceva pensare che si sarebbe trattato del classico pomeriggio da pensionato che ogni tanto si concedeva, crogiolarsi al sole, una serie di mojito con la menta tritata e non pestata come piace a lui, rutti a profusione e scadenza regolare, uno ogni 16 minuti, camicia estiva gialla piscio di lucertola leggermente aperta davanti per sfoderare petto villoso e catenazzo d'oro con l'effige di Berlusconi crocefisso, sogno di ogni italiano, pantaloni bianchi che lasciavano intravedere il tanga nero, indumento consigliato da Shevchenko, espadrillias ai piedi col buco sotto la suola che fa respirare i calli meglio di un paio di Geox e cremina a protezione 190 color fucsia sul naso. Lontano da Milano, dal Milan e dal calcio. Il suo sogno in pratica.
Ma quel pomeriggio si rivelò tutt'altro che piacevole. Finito l'ultimo bicchiere, si alzò per andare in bagno a... cambiare l'acqua al birindello. Mentre stava praticando le formalità di rito, ed il bagno cominciava a riempirsi di quell'odore di pisciata al mentolo tipico di chi di mojito ne ha bevuti in quantità spropositata, il giardiniere georgiano Herbalashevez passando di li gettò un'occhiata dentro la finestra difronte al gabinetto senza pensarci, alla vista di Galliani intento a ciurlare nel manico, ebbe un attacco di cuore morendo sul colpo, proprio mentre stava tagliando il prato oltretutto, questo fece si che il tosaerba bloccato come nei migliori film hollywoodiani, partisse all'impazzata in direzione del carlino di Berlusconi che stava dormendo. Un cane preso di contrabbando, in autostrada durante una gita "fuori porta" a Karlovy Vary, si chiamava Tupé, un nome che evoca dolci ricordi al presidente. Il tosaerba gli tranciò di netto le zampe posteriori. Sanguinante e ansimante, il resto del carlino cercò di raggiungere la siepe li vicino per cercare riparo da quel "mangiazampe" mostruoso. Ma raggiunta la verde muraglia morì, e morì sotto gli occhi inorriditi del cameriere Desdemono, un arzillo settantenne di Brescia e Tremulada, la cuoca di orgini comasche. I due si erano appartati per amoreggiare in libertà lontano dagli sguardi indiscreti del giardiniere curiosone e soprattutto, dal padrone di casa, lontanto leghe e leghe da li. Alla vista del Tupé di Berlusconi, i due seminudi e visibilmente scossi, accorsero in casa per avvisare Galliani dell'accaduto. Purtroppo però, avvenne che lo slancio che fece Desdemono per oltrepassare la siepe a pantaloni calati, fece si che quest'ultimo cadde di muso sul muretto di tufo li vicino rimanendoci secco. Tremulada perse il lume della ragione, con una tetta fuori e una dentro, i capelli spettinati, il rossetto sparso sul viso un po' qui e un po' la, le calze a rete legate intorno alla testa stile Rambo e le mutandine in mano, entrò in casa urlando di dolore! Galliani uscito di corsa dal bagno birillo in mano, la vide. La donna ansimava, sudava e si agitava, Galliani visibilmente imbarazzato pensò che fosse stata violentata e non era carino presentarsi davanti a lei esponendole ranking, così amava chiamare il suo pistolino, si apprestò dunque a ricacciarlo subito dentro il tanga e i pantaloni. I goffi movimenti dell'aministratore delegato accompagnati da rantolii indefiniti, fecero pensare alla cuoca che si stesse pasticciando ranking difronte a lei per averla vista in quel modo. Questo fece si che la cuoca perse i sensi e cadde dalle scale li vicino rompendosi l'osso del collo. In un attimo fu il delirio! Galliani si precipitò in giardino e si rese conto di quanto accaduto, il giardiniere, il Tupé, il cameriere e poi la cuoca, ma che caspita stava succedendo?
Era il caso di raggiungere lo yacht del suo amato presidente ed informarlo delle terribili disgrazie, quindi saltò in macchina per raggiungere la spiagga, ma innestando la retro investì nonna Pescarella, la vicina di casa chiamata così per le sue origini abruzzesi, che stava annaffiando le rose. Non si accorse di nulla la poverina e neppure Galliani, che proseguì la sua corsa scavalcando il corpo esanime della vecchia come fosse un dosso fastidioso, imprecando contro il comune che li fa venir fuori come funghi. Sgommando e gettandosi a capofitto nelle strade, Galliani, ormai in preda al panico, raggiunse presto la spiaggia. Al molo privato del presidente si trovavano i fidi marinai, Ordinho e Trullallà, l'uno brasiliano l'altro belga. I due stavano ingannando il tempo in attesa del ritorno del padrone, il primo affilando coltelli, il secondo fumando crack importato dagli Stati Uniti. Galliani arrivò alle loro spalle urlando. Ordinho preso di soprassalto fece partire il coltello che andò a conficcarsi dritto nella gola di Trullallà che proprio in quel momento stava dando un colpo di tosse catarrosa per aver fumato troppo. Il colpo di tosse diede al coltello l'effetto di un proiettile, sparandolo in mezzo agli occhi di Ordinho. I due caddero in mare morendo.
Galliani perse le staffe, si inginocchiò ed urlò al cielo: "Perché?! Perché tutto questo?! Dio mio aiutami!", e così avvenne che Dio si materializzò difronte ai suoi occhi e disse:
"Adriano. Sono il tuo Dio."
"Però. Già tornato con lo yacht?"
"Non quel dio, babbeo! Quello vero! Non vedi che io ho anche i capelli?"
"Ti chiedo umilmente perdono mio Signore!"
"Lasciamo stare... Adriano, per causa tua, sette creature, sette anime, sette vite, sette figli miei, hanno perso la vita!"
"Io? Ma che centro io? Ero al gabinetto!"
"Questa scusa la usano tutti Adriano! Non far finta di niente!"
"Quindi mi stai dicendo che brucerò all'inferno?"
"No, all'inferno ci vanno solo quelli in vacanza premio accompagnati da Virgilio. La pena per i tuoi delitti, è..."
"No ti prego! Non dirmi che perdiamo il primo posto nel ranking Uefa!"
"Nooo! Peggio! Per aver tolto la vita a sette creature terrene, la tua pena è, tornare a vendere antenne in brianza!!"
"No ti prego! Tutto ma non quello! Non ho più il sex appeal che avevo trent'anni fa!"
"E questo cosa c'entra con le antenne?"
"Ma si dai, lo sai. Antennisti, idraulici, elettricisti... Casalinghe sole in casa... Hai capito no?"
"Idiota che non sei altro! Ti dovrei punire con la massima pena per la tua idiozia!"
"L'inferno?"
"No! L'ospite fisso ad Art Attack!"
"Ti prego Signore, dimmi cosa devo fare, non voglio tornare a vendere antenne."
"Non è detto. Hai ancora una possibilità per salvarti!"
"Farò tutto quello che vuoi! Se Berlusconi me lo permette..."
"Così come hai interrotto la vita di sette anime, per sedibitarti nei confronti miei e di tutto il Creato, dovrai accollarti la vita di sette pippe!"
"Oddio!"
"Dimmi?"
"No dicevo... Oddio! Ma questo è terribile!"
"O questo, o le antenne. A te la scelta."
"Scelgo le sette pippe! Senza dubbio le sette pippe! Prometto che le andrò subito a comprare!"
"E così sia allora! Le sette pippe faranno parte della tua vita per lungo, lungo tempo!"
Il Signore svanì nel nulla. Galliani negli anni che seguirono si apprestò a tener fede alla promessa data. Ecco perché ora ci ritroviamo in rosa le famose Seven Pipps, ovvero Matufavalli di Orzinuovi, Vomitoddo di Pescara, Zambrocco di Como e ovviamente il belga/americano Orangonyewu, il ceco Fankulovski, il brasiliano Arrotino Sciankatino Mancini ed il migliore di tutti, il georgiano Kakaminkia Kapra Kaladze!
Si certo, avete ragione, viene da chiedersi che bisogno c'era di prenderne anche altre di pippe in questi anni oltre a quelle sette, ma forse il nostro amministratore delegato voleva dimostrare a Dio che quando si mette di buona lena a fare le cose, le fa per bene. Piuttosto io mi chiedo perché anche noi tifosi abbiamo dovuto pagare per colpa di Galliani, questo fa parte dei misteri divini. Ma rallegriamoci, le nostre sofferenze terrene saranno il lascia passare per il Regno dei Cieli!

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