Vi racconterò la storia di Neil Harbisson, un artista che ha fatto del suo handicap un punto di forza. Un mezzo attraverso i quale percepire in maniera alternativa la realtà.
Harbisson è considerato il primo uomo “cyborg”, poiché dotato di una webcam collegata al cervello che gli permette di trasformare i colori in suoni. Tale apparecchio viene chiamato “eyeborg”.
“Principalmente coglie le frequenze della luce davanti a me- ha detto Neil, per spiegarne il funzionamento- e le manda ad un chip che le trasforma in frequenze sonore. Così io ascolto i colori via conduzione ossea. Invece di adoperare l’udito per ascoltare, ascolto i colori attraverso le ossa, sviluppando una sensibilità sonora al colore”. E ancora: “Pertanto quando osservo un’opera d’arte, praticamente trasformo il pittore in un compositore musicale, così ascolto Picasso o Andy Warhol che diventano note diverse perché risuonano in toni più alti”.
In quest’occasione gli spartiti sono stati sostituiti da schermi, e Neil ha insegnato ai 42 membri del coro e dell’orchestra a cantare e suonare le note in base ai colori con cui apparivano.
Abituato a vincere le sue battaglie, Harbisson nel 2004 è stato il primo uomo a esibire sulla foto del passaporto la sua protesi artificiale, che allora era molto più ingombrante. In questi anni infatti, il casco audio che gli copriva la testa, è stato sostituito da un piccolo sensore collegato a un chip sulla nuca.
E la trasformazione non è ancora conclusa. È previsto un nuovo intervento per rendere il dispositivo ancora più confortevole.
La sua Fondazione ha come obiettivo quello di applicare la tecnologia al corpo umano, al fine di ricreare la funzione di quei sensi che sono andati perduti. Tra i vari progetti della “Cyborg Foundation” vi è il “fingerborg”, ovvero una protesi destinata ad uno studente che ha perso un dito, che gli consentirà di “sentire” attraverso una mini fotocamera integrata; e lo “speedborg”, ovvero un radar da applicare a mani o lobi, che percepisce la velocità degli oggetti in movimento, tramite le vibrazioni.
A volte la troppa tecnologia priva il mondo dell’arte di ingegnarsi, ma in questo caso ha restituito a quest’uomo la possibilità di superare limiti umani e di acquistare una rinnovata dignità.
Written by Cristina Biolcati