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Neko, Nekomimi e Manekineko: i gatti in Giappone

Creato il 23 dicembre 2011 da Shoras @kinjoanime

Neko - Gatto 

I gatti per noi occidentali sono visti, a differenza del cane, come degli animali dispettosi ed egoisti e addirittura se neri portatori di sventura. Questa particolare nomea probabilmente risale al medioevo, dove si credeva che fossero degli animali per certi versi magici e quindi venivano perseguitati.

kuro neko, gatto nero

Come dargli torto? Il gatto è sicuramente uno degli animali più misteriosi e particolari, inoltre le sue movenze sinuose ed eleganti hanno un non so che di magico.

Ma per i giapponesi cosa sono i Neko (猫, cioè i gatti)? Come già sapete, in questi post non mi occupo mai direttamente della cultura giapponese ma quanto questa sia rispecchiata poi negli anime e nei manga, quindi ancora una volta cercherò di affrontare l’argomento secondo questa metodologia. Voglio ricordare che i manga e gli anime non sono la realtà giapponese ma ovviamente questa cultura è fonte di ispirazione per gli autori di tali opere.

La figura del neko (lo so che è strano ma visto il post voglio usare la parola giapponese) negli anime è spesso associata alla figura femminile, e sinceramente non vedo come possa essere altrimenti, se penso al gatto mi vengono in mente tali caratteristiche: leggiadro, elegante, sempre attento a ciò che avviene attorno, misterioso, abile nel nascondersi, ti vien voglia di fargli le coccole e abbracciarlo, ma allo stesso tempo è graffiante, difficile da comprendere.

nekomimi, neko, catgirl, cat

Tutte caratteristiche che in qualche modo possono essere adatti a descrivere una donna… sì lo so ora arriveranno cori che mi daranno del maschilista ma non è vero, dopotutto secondo me quelli sono complimenti per me, e noi uomini veniamo attratti proprio da queste caratteristiche.

Nekomimi (猫耳)

nekomimi, neko

Naturalmente vedendola da questo punto di vista è facile comprendere le nekomimi (猫耳), la parola è l’unione del termine neko (gatto) e la parola mimi (耳, orecchio), quindi potremo tradurre orecchio da gatto, ma in questo caso orecchie da gatta.

Sì perché le nekomimi non sono altro che dei personaggi femminili con accentuate caratteristiche da gatte e portano… delle orecchie da gatto.

Tipico è l’uso dell’onomatopeia nyaa, che è equivalente al nostro miao, inoltre sono maliziose e allo stesso innocenti, pronte a strusciarsi addosso ma al momento giusto graffiarti.

Un esempio di nekomimi potrebbe essere è Tsubasa Hanekawa di Bakemonogatari, in realtà per quasi tutta la serie è una normalissima ragazza ma a causa dello stress che accumula, le spuntano le orecchie e comincia ad atteggiarsi da gatta (quanto era adorabile… fino a quando non ti abbracciava…). Anche Himari di Omamori Himari è un perfetto rappresentante di questo stereotipo della fantasia animesca/manghesca (guai a chi critica queste parole).

Tsubasa Hanekawa di Bakemonogatari in versione gatta

Se andiamo nel passato possiamo trovare un altro esempio di nekomimi un po’ particolare, in realtà è un’umana che si trasforma in gatto, stiamo parlando di Shampoo di Ranma, i suoi atteggiamenti sono comunque da gatta anche se è un’umana.

Shampoo di Ranma trasformata in gatta

Possiamo comunque vedere i nekomimi come un caso particolare dei kemonomimi (獣耳, orecchie da bestia).

Manekineko (招き猫)

Maneki neko di ogni tipo

Ma se c’è un simbolo che lega il Giappone con il gatto quello è solo e soltanto il Maneki-neko (招き猫), il gatto sappiamo dove è che sta ormai, il problema è cosa sia questo maneki.

Maneki deriva dal verbo maneku (招く) che possiamo tradurre come invitare qualcuno ad avvicinarsi, o semplicemente invitare. Infatti il manekineko è una statuetta che raffigura un gatto seduto sulle zampe posteriori e con una zampa anteriore alzata a fare il gesto che i giapponesi usano per invitare qualcuno ad avvicinarsi.

Coppia di manekineko
  

Il manekineko è una statuetta porta fortuna (uh, ma guarda e pensare che per noi è maligno) che viene usata principalmente nei negozi, ristoranti e altre attività commerciali, ma che a volte è possibile trovarli anche in casa poiché si dice portino fortuna al proprietario.

A seconda della zampa alzata (destra o sinistra) possono avere significati diversi, sia che attiri fortuna sia che attiri clienti (che per un commerciante alla fine è la stessa cosa), non dico quale mano corrisponde perché non c’è una linea comune, ma cambia molto a secondo del luogo.

Su una cosa però sembra che siano tutti d’accordo, più alta è la zampa meglio è.

Le origini del manekineko sono ancora una volta incerte, sia sull’epoca in cui è nato, sia sulle motivazioni che hanno portato tanti commercianti giapponesi ad esporlo davanti all’entrata.

Le prime tracce certe risalgono attorno al 1870 ma non è escluso che provengano da un periodo precedente.

Un manekineko un po' troppo cresciuto...
 

Un aneddoto simpatico in proposito parla di un un personaggio importante che camminando per strada vide un gatto che sembrava salutarlo, istintivamente si avvicinò a lui e subito si accorse che, questo allontanarsi dalla strada, lo aveva salvato da una trappola che gli era stata tesa. Da allora i gatti sono stati considerati degli spiriti saggi e portatori di buona sorte.

È certo quindi che la cultura occidentale e quella giapponese si incontrano in un punto, entrambi considerano il gatto un animale in qualche modo magico, e io non sono nessuno per contraddire questa cosa.

Come dite? Questo cosa diavolo centra con gli anime? Ah si dimenticavo… volete vedere un manekineko? Allora guardate Natsume Yuujinchou, ho già detto che a Gennaio ci sarà anche la quarta stagione vero? Se non l’avete letto leggetelo ingrati!! Ah scusate ho deviato di nuovo… dicevo che in questa serie c’è Nyanko-sensei (il suo vero nome è Madara comunque) che quando viene trovato da Natsume ha proprio la forma di manekineko.

Nyanko-sensei mom sembra proprio un manekineko?

Inoltre in molti anime è possibile vedere questa graziosa statuetta che ispira tenerezza solo a guardarla.

Note finali

Mi piacerebbe dire che l’idea di questo post mi sia venuto rivedendo le puntate finali di Bakemonogatari, ma la realtà è che mi è stato suggerito da Nagisa (non quella di Clannad non vi preoccupate, non sono così pazzo), una gentile utente che segue questo blog da Twitter e che si è dimostrata ancora più gentile fornendomi questo spunto.

Grazie Simonetta, spero che vorrai ancora suggerirmi qualche idea carina.

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