Nel 2007 espulso dalla polizia uomo che si vestiva da donna. Riaperto il caso dal Tar

Creato il 03 maggio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Licenziato nel 2007 dal ministero dell’Interno perché nel tempo libero amava passeggiare vestito da donna, un ex poliziotto veneziano potrebbe ora ritornare in sevizio.

(statoquotidiano.it)

“Sì, ho indossato vestiti da donna, ma non sono gay, né transessuale. E mi sento un vero poliziotto. Mi piacciono gli abiti femminili, fin da bambino. È un mio modo di sentire estroso, anticonformista, non certo immorale”. Così si esprimeva, in un’intervista al “Corriere della Sera” nel marzo 2007, Giorgio Asti, oggi 52enne, agente della polizia postale di Venezia espulso dal corpo nel 2006 perché passeggiava in centro storico vestito con gonna e orecchini. “Ha mancato di senso dell’onore e della morale – era stato l’esito del procedimento disciplinare nei suoi confronti -. Ha danneggiato il decoro e il prestigio del corpo di polizia”. Ora però, a otto anni di distanza, Asti ha compreso che la sua non era solo una questione di bizzarria, ma una patologia vera e propria.

Il Tar del Veneto ha così stabilito infatti che il ministero dovrà rivalutare la posizione del 52enne ex vice sovrintendente accogliendo un suo ennesimo ricorso contro l’allontanamento. Per i giudici del tribunale amministrativo, come indicano i quotidiani locali, il comportamento dei vertici della polizia, che giudicarono pregiudizievole per il decoro del Corpo la passione trasgender dell’uomo, sarebbe infatti viziato da “eccesso di potere e illogicità della motivazione”. “Abbiamo dimostrato, certificati alla mano, che il nostro cliente non era una persona da sanzionare con un provvedimento gravissimo come l’espulsione, ma al contrario andava aiutata – dice l’avvocato Auciello – in questi anni lui ha riflettuto molto ed è arrivato alla consapevolezza della sua situazione, che è definita in letteratura e riguarda un uomo su 30 mila”.

Il consiglio di disciplina della polizia non avrebbe inoltre tenuti in considerazione i certificati medici che attestavano un disturbo della personalità dell’uomo. Il caso venne alla luce nel 2005 quando alcuni poliziotti incontrarono il collega nei panni di una “collega” con tanto di minigonna, canotta e orecchini. Dopo il licenziamento il 52enne non è riuscito più a trovare un posto di lavoro.


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