nel bel mezzo di un macabro gelo...

Creato il 16 dicembre 2014 da Omar
Televisione, piccola dannata meraviglia: piaccia o non piaccia è indubbio che ormai è lì, in quella stramaledetta scatola catodica, che i romanzi moderni trovano l'humus ottimale per germinare, progredire e dipanarsi indottrinando un pubblico sempre più scaltro ed esigente (tranne in Italia, ovvio, terra di santi, carabinieri e preti in bicicletta - Gomorra e Romanzo Criminale a parte, of course!).Ne avevamo parlato nel post dedicato allo splendido True Detective nonché in quello attorno a Hell on Wheels (e sarebbe ora di parlare quaggiù anche di Homeland, che giunta alla sua quarta stagione riesce meglio di qualsiasi trattato a spiegare al mondo la politica estera degli americani) e da quei giorni l'offerta (anche europea) è andata moltiplicandosi facendo sembrare i produttori nostrani, ancora attaccati a Bibbie e Professoresse che ci provano ancora, dei veri sconsiderati. Eppure, nonostante tutto, oggi è tempo di festeggiare perché finalmente arriva in Italia - su Sky Atlantic - un altro gioiello straniero: quel Fargo che 19 anni dopo l'omonimo film ne riprende l'allure e la macabra vena noir per regalarci un capolavoro lungo dieci episodi. I fratelli Coen, allora registi, stavolta grazie al finanziamento della rete americana FX si sono ritagliati i ruoli di autori e produttori e il risultato finale (chi vi scrive, come migliaia di altri fanatici delle serie tv odierne, se lo è già puppato in lingua originale) è davvero da sturbo!A farla breve - e senza rivelare più del dovuto - la storia si srotola nei meandri di una remota provincia innevata del Minnesota, un posto in cui non sembra poter accadere nulla di più di una fuga di un cervo in mezzo alla strada ghiacciata e invece (proprio come nel lungometraggio originale) qui si consumano delitti efferatissimi e intrighi zeppi di impressionante cattiveria: tutti incastonati in una trama che, pur sfruttando con sapienza la pacatezza degli scenari, inanella strepitosi colpi di scena e tiene inchiodati alla sedia.
Il cast è di prima grandezza: lo Hobbit Martin Freeman è lo smarrito protagonista intorno al quale ruota l’intera vicenda mentre al suo fianco troviamo la brava Allison Tolman perfetta erede della McDormand originale (sia per la scarsa avvenenza, sia per l'apparente inettitudine). A tenerle bordone spunta l'agente Colin Hanks, nella vita figlio di Tom Hanks, già trentasette anni, un libro d'oro con poche pagine ma un futuro da character assai promettente. E poi la selva di personaggi interessanti e ben costruiti che compongono le fila del paese: Oliver Platt, Keith Carradine, Adam Goldberg e persino Bob Odenkirk, il Saul di Breaking Bad in attesa del suo spin-off. Ma il vero mattatore della serie, già premiata agli Emmy Awards e con cinque candidature ai Golden Globe 2015, è senza ombra di dubbio Billy Bob Thornton, impassibile e spietato vendicatore, che non sopporta né gli sciocchi né i profittatori ma persegue una morale tutta sua, una morale perversa e criminale che non di rado sembra evocare odor di zolfo e zoccoli equini.
Ironia, tensione, grottesco e puro spirito noir si mescolano abilmente lungo tutti gli episodi (la serie è antologica, la prossima stagione, in preparazione, vedrà medesimi ambienti ma personaggi e interpreti nuovi di zecca), e quello che stupisce della scrittura - affidata alla penna dell'incredibile Noah Hawley -è la capacità di ricreare quasi a tavolino ciò che era stato uno dei temi cardine del film, la perfetta integrazione cioè tra una cittadina piatta e ordinaria e un gruppo di eventi (e di personaggi) bizzarri e straordinari. È lo stesso concetto della tagline della pellicola, che recitava «molte cose possono capitare nel bel mezzo del nulla». Fatevi un regalo, non perdetelo!

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