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Nel blu, dipinto di blu

Creato il 20 marzo 2016 da Emialzosuipedali @MiriamTerruzzi

Blu come il cielo che si rispecchia nelle pozzanghere larghe che lucidano l’asfalto. Non hanno niente a che vedere con la pioggia, questa volta. Per una volta. La gente cammina nell’acqua saponata che scivola giù dai bus. Calpestano la schiuma bianca che si dissolve lentamente, come la spuma tranquilla delle onde. E’ calmo il mare oggi. E’ ancora più blu il mare. Specialmente a quest’ora del pomeriggio, quando il sole è basso, lucida le palme, disegna l’orizzonte senza sbavature. Una riga diritta. Una riga perfetta. E una vela bianca, anzi due a rompere la perfezione.
MSR 2016Erano anni che non c’era una Milano-Sanremo così, senza nemmeno una nuvola, con l’aria che sa di pini marittimi senza che sia estate. I ragazzini corrono in quelle pozzanghere senza la pioggia, perdono le borracce che tengono come mele rubate da un albero, tornano indietro, le raccolgono, prendono d’assalto i meccanici o i corridori che arrivano a manciate. Un bambino che si fa largo con la sua bicicletta spiega alla sua mamma che uno della Katusha gli ha messo la borraccia direttamente sulla bici, senza che lui chiedesse niente. Qui, proprio qui. Guardo il portaborracce. C’è veramente.
Forse anche i sogni sono blu.MSR 2016MSR 2016Come il cielo a Milano e un ragazzo che mette al collo di un bimbo il pass per entrare al foglio firma e avvicinarsi un po’ di più ai corridori e chiedere loro l’autografo. Suo padre, a fianco a lui, dice soltanto “Non sa quanto l’ha fatto felice
E’ strano che riesca a dire di più un bambino che si avvicina per la prima volta ai suoi idoli piuttosto che chi ogni volta, per anni, ha la possibilità di stare così vicino ai corridori tanto da sfiorarli. Le stesse domande, le stesse risposte. La stessa superficie senza amore se non per il rinfresco all’hospitality.
MSR 2016Il ciclismo parla una lingua semplice e forse è quasi ovvio che siano gli animi semplici ad esserne i portabandiera. Cose che diamo per scontato anche se la strada ci insegna a non farlo mai.
Blu sono gli occhi di Arnaud Demare all’arrivo mentre abbraccia tutti con quel sorriso incredulo che non riesce a togliersi dalla faccia dove il sudore ha impastato la polvere di quei chilometri infiniti. La Sanremo si diverte a mischiare le carte. Nessun favorito tra i primi tre, la stanchezza che offusca la vista, la confusione, via Roma così stretta per contenere la delusione o la felicità. Le lacrime si confondono. Quelle di Fernando Gaviria appartengono a un ragazzo alla sua prima Milano-Sanremo che è rimasto con i grandi fino alla fine ed è caduto a pochi istanti dalla volata finale. Dicono tutti che se non fosse successo, allora il finale sarebbe stato diverso. Ma questo non è uno sport di calcoli. Quando pensi di aver capito tutto, allora ti accorgi di non sapere ancora niente. Le polemiche non servono. A volte, basta restare a guardare. Allora per me il ciclismo è vedere Gianluca Brambilla accompagnare Fernando fin sulla linea del traguardo. Un braccio sulla schiena e la potenza infinita di sentirsi squadra, di volersi bene, di credere ciecamente nell’altro. Solo così si può dare tutto. Come Daniel Oss e Damiano Caruso hanno fatto per il loro capitano negli ultimi chilometri per farlo sentire tranquillo; come i ragazzi della Kathusa tutti attorno ad Alexander Kristoff chinato sul manubrio dopo l’arrivo con la faccia segnata dalla fatica e anche dalla rabbia crudele di sentirsi chiamato e poi beffato da una Sanremo già vinta, già amata. Tutti attorno a lui, senza dire una parola, in un momento in cui le parole non servono mai.

Nel blu, dipinto di blu

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Alla fine, cosa resta di tutto questo? Un grumo di sangue e coriandoli e sudore e vino che scivola via in un battito d’ali di gabbiano con una doccia. La confusione della gente che non vuole andare a casa, vuole rimanere fino alla fine, persino a vedere i meccanici lavare le biciclette mentre i corridori, da una parte o dall’altra, tornano verso casa. Per noi resta solo quello che riusciamo ad afferrare al volo. Il blu dipinto di blu. C’eravamo dimenticati di quanto fosse bello il mare con il sole. Di quanto amore riesca a concentrare questa corsa. Di quanti sogni riesca a spezzare e rattoppare subito dopo. Che la Sanremo è leggera come un paio d’ali e dura, crudele come il percorso che dobbiamo affrontare per imparare a volare.

MSR 2016
Ispirato da: “Volare”, Domenico Modugno



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