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Nel cerchio del grano

Da Femina_versi @MicaelaTweets

CropCircles

Ecco, ci siamo. Al centro del Crop Circle.

Ora, uno legge per anni di questi eventi e con curiosità o passione comincia ad interessarsi. Con più o meno tenacia si fa un’idea … ma esserci dentro è un’altra cosa.

La notte tra il 29 ed il 30 giugno scorso è comparso, a Robella Monferrato in un ampio campo di grano che si affaccia sulla statale, questo Crop.

Crop Circle

Abitando poco distante era impossibile non andare a dare un’occhiata.

Ora, al di là delle speculazioni extragalattiche, delle spiegazioni del CICAP, delle fedi aliene, scientifiche o delle lodi al dubbio, mi son chiesta cosa davvero ci coglie dentro. Cosa si muove in noi a guardare una tale opera d’arte.

Fondamentalmente cosa importa se è stato fatto da un “buontempone” – come la stampa locale spesso riporta – da un’energia, da una forma di vita non terrestre? Cosa importa se noi umani non siamo ancora riusciti a dare una risposta, non dico scientifica, ma razionale all’evento? Cosa importa in fondo se per una volta abbiamo più domande che risposte?

crop circle

Quello che conta davvero è la sensazione di meraviglia e di bellezza, perché quello che chiunque o qualunque cosa sia ci sta regalando (e sottolineo – in tempi di crisi – regalando) è una misteriosa armonia celeste, una misura del bello che come cultura globale abbiamo definitivamente perso, una percezione della vita come condizione al di là della miopia umana.

Possiamo davvero avere paura di una tale essenza? Cosa può farci davvero un qualsiasi organismo altro-da-noi (alieno) che l’essere umano non abbia già fatto al suo simile e all’ambiente in cui vive? Pedofilia? Stupri? Assassini? Esperimenti chirurgici? Sonde anali? Violenze psichiche? Sfruttamento? Inquinamenti di ogni sorta?

No, nessuna  paura che non superi quella di condividere questo meraviglioso pianeta con i suoi quotidiani assassini ammalati di antropocentrismo.

crop circles

Quello che ho provato, quello che provo, è invece e finalmente meraviglia e bellezza, è respiro profondo, è speranza che vi sia qualcosa o qualcuno da qualche parte che abbia ancora in sé un ordine delle cose che non sia oppressione e limite ma che sia profonda e serena libertà.

Qualcosa o qualcuno che in qualche modo non si è dimenticato di noi, nonostante tutto.

fotografie originali di ©Micaela Balìce ad eccezione dell’ultima (fonte web).

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