Nel cerchio del tempo
di Liliana Fiume
Titolo: Nel cerchio del tempo
Autore: Liliana Fiume
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Edito da: Narcissus
Prezzo: ebook 2.99 €
Genere: romanzo
Pagine: 291 p.
Trama: Un re oppresso da un’oscura maledizione. Una donna che non ha mai conosciuto l’amore. Sulle rovine di un’antica civiltà sorge il loro regno, fondato su un terribile segreto. E mentre complotti e lotte di potere dilaniano il paese, una serie di morti misteriose insanguina la capitale preannunciando un pericolo ancora più grande: dalle viscere della terra, dov’è rimasto nascosto per mille anni, il male è risalito in superficie. Ferito, inerme, tradito nei suoi affetti più cari, re Kronos sfiderà il destino e ingannerà perfino la morte nel disperato tentativo di salvare il suo popolo. Le forze in campo sono impari, la lotta senza esclusione di colpi, il destino del mondo si giocherà in un’ultima partita dall’esito incerto. Intrighi, tradimenti, segreti e passioni s’intrecciano in una storia dall’ampio respiro, epica e nello stesso tempo romantica e sensuale.
di Danylù
Premetto che raramente in vita mia ho lasciato un libro a metà. Mai dopo pochi capitoli. Non voglio perdermi in mille preamboli sulla delicatezza, il tatto ecc. Mi spiace tanto per l’autrice ma quando è troppo, è troppo. La trama di questo libro è a dir poco oscena. E uso questo termine in ogni sua accezione: osceno [o-scè-no]
A agg. 1 Che offende il pudore con parole, azioni o immagini riferite alla sfera sessuale: libri, disegni osceni; gli fece un’oscena proposta
‖ SIN. indecente, sconcio
2 iperb. Di cosa assai brutta, che offende il buon gusto:questo libro è tradotto in modo o.; è di una bruttezza oscena
‖ lett. Ripugnante, che fa ribrezzo: un odore o.
3 ant., lett. Pessimo, di cattivo augurio
B s.m. (solo sing.)
Tutto ciò che offende il comune senso del pudore: l’o. è l’argomento preferito di certi scrittori.
In poche parole, offende il pudore. Partiamo dal punto 1. Scene di sesso gratis. Un erotismo scontato, senza senso e banale. Personaggi di una bruttezza inaudita. Piatti, anonimi, sagome di carta senza particolari, giusto un colore diverso per distinguere il sesso. L’età, va beh! Stendiamo un velo pietoso.
Viene introdotto un personaggio (la donna medicina, che epiteto originale, complimenti Liliana!) e all’inizio penso si stia parlando di una vecchia, e invece dopo svariate pagine comprendo che è una ragazza, o comunque non una matusa decrepita. E i nomi? Vogliamo parlare dei nomi? Potrei trascriverne qualcuno, ma non li ricordo. Dovrei aprire il libro (brrrrr, rabbrividisco al solo pensiero!) e ricopiarli. Ci provo… mmmm… ehm… aspetta, aspetta! Ecco uno lo ricordo: Kronos.
Sì sì, lo so, troppo facile questo. O R I G I N A L I S S I M O soprattutto. Fatemi provare con qualcun altro. Yarikrados? Dramikanos? Kranitados? Bartrender? Drarlinki? Boh! Comunque per intenderci, sono su questo stile.
Cara autrice, vivi di eccessi. O troppo scontati, o assolutamente impronunciabili. Questo è stato proprio uno dei motivi che mi ha spinto a smettere di leggere. Ogni volta non sapevo mai di chi si stava parlando.
Sì, è un fantasy. Ma pensiamo al più “normale” dei fantasy, parliamo di Tolkien e del suo Signore degli Anelli. Lo conosco tutti. Lo prendo per questo come esempio. Citiamo qualche nome: Galadriel. Legolas. Aragorn. Vi sembra la stessa cosa?
Capisco che il fantasy è difficile da questo punto di vista, ma facciamo un altro esempio ancora più “contemporaneo”: Game of Thrones. Daenerys detta Dany. Va beh, si chiama come me. Cersey. Arya. Jon. Bran. Tyrion. (lo so, c’è Sa- sa- sansa? che rovina un po’ le cose, ma è un nome su decine!) Devo continuare? A momenti si chiamano come i vicini di casa. Ci vogliamo spostare su qualcosa un po’ più di nicchia? Anakin. Padme. Ian Solo. (c’ha lo stesso cognome del cantante, ahahahah, pare quasi un italiano). YODA. Insomma. Il nome più difficile è Qui Gon Jin.
Non voglio dilungarmi oltre e diventare pesante, però il senso spero lo abbiate capito. E poi quanto è banale la descrizione di alcuni personaggi? Capelli color sabbia e occhi viola? Ehm, scusate, ho fatto confusione? Per sbaglio mi si è aperto un capitolo sull’ultimo libro di George R. R. Martin, e sto leggendo la magnifica descrizione della bella Targaryen? Maledetti E-reader, a volte giocano brutti scherzi! Ma… Aspettate un attimo. Questo non è lo stile del grande Martin, e questa insipida creatura non è la mia “Mother of the Dragon”, è solo una banale regina qualunque, di un mediocre romanzo che devo recensire. E lo sto recensendo. Non credo che io debba andare oltre.
Sono arrabbiata. Trame del genere mi demoralizzano. Non posso nemmeno dire che l’autrice abbia uno stile accattivante. No. Non è riuscita a stimolare la mia curiosità in alcun modo. Mi dispiace cara Liliana. Niente di personale. Io sto facendo solo il mio lavoro.
Liliana Fiume, da sempre accanita lettrice, coltiva fin da ragazzina la passione per la scrittura. Ha vinto il concorso per aspiranti autrici della Leggereditore nel 2011 col racconto di genere fantastico La rabbia del Likaon. Finalista nel concorso Salento in love 2013 col racconto storico Il giardino dei melograni. Finalista nella Rassegna romantic suspense Senza fiato col racconto di ambientazione contemporanea Shadow. “Nel cerchio del tempo” è il suo romanzo di esordio.