Nel cielo c’è una nuova stellina.
Mi sono sempre ritenuta una bambina fortunata, una delle poche (almeno della mia generazione) che poteva vantare un ventaglio di 6 nonni, due paterni, due materni, la bisnonna e la nonna Modesta (la mamma del compagno di mia mamma.
Oggi sono rimasta sola, anche l’ultima nonna, quella della quale porto il nome è volata via. Se ne andata, forse improvvisamente, forse annunciandocelo pian piano. Eravamo abituati alla sua malattia, al suo esserci a giorni alterni.
Eppure il dolore è immenso. Non era la classica nonnina col sorriso stampato sulla faccia, per nulla. Era la nonna triste delle mie favole, quella che si inventava storie e ci ricamava sopra l’inverosimile. Era la mamma di mio papà.
Era la nonna che ti viziava, che cercava di farsi preferire alla mamma comprandoti l’intero negozio di giocattoli. Era la nonna che sapeva cucinare meglio di qualunque altra persona al mondo.
Era mia nonna.
Nonostante il suo essere, nonostante i mille difetti che poteva avere, era la persona che apriva le porte di casa sua a chiunque, una MILLE volte avanti la sua generazione, Una che litigava con i preti per le domande sconce che riceveva, una che mi diceva NON STUDIARE così tanto, ESCI pensa a divertirti.
Era mia nonna.
Era una casa calda e accogliente dove poter trovare riparo, era tu scendi dalle stelle in giro per casa, era il pranzo della domenica. Era lei che da bambina mi andava a comprare i vestiti e da grande mi consigliava su cosa acquistare, era lei che sentiva freddo anche ad Alcamo marina e teneva la casa completamente chiusa.
Lei che rimarrà sempre nel mio cuore. Ti voglio bene nonna.
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. (Montale)