Nel covo di Habyarimana

Creato il 13 aprile 2012 da Dragor

 In occasione dell'anniversario della morte del dittatore, ripubblico questo post con qualche aggiornamento

  Il defunto dittatore del Rwanda Juvénal Habyarimana, il capo dell’Hutu Power, il programmatore del genocidio, l’uomo che dal 1973 al 1994 ha imposto al Rwanda una spietata politica razzista con l’appoggio incondizionato della Francia, della Chiesa e il conseguente stillicidio di massacri di Tutsi culminato con il genocidio del 1994, negli anni Ottanta si è fatto costruire questa splendida dimora. Da 1 settimana il governo rwandese l’ha trasformata in museo e aperta al pubblico. Naturalmente ci sono andato subito.  Purtroppo è proibito fare fotografie. La guida e i 2 militari (che a ogni buon conto ti hanno preso i documenti in ostaggio) ti tallonano per evitare trasgressioni, ma nessuno puo' fermare Dragor. 

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   La villa si trova praticamente in campagna, 4 chilometri dopo l’aeroporto.

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   E’ circondata da un immenso giardino che sembra un parco svizzero con piante tropicali. Ci sono piscine, campi di tennis, terrazze e perfino un eliporto.

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   Al pianterreno, nel vasto soggiorno, c’è un museo dell’antico Rwanda con foto, indumenti e strumenti dei Tutsi a partire dal 1900. Una sublime vendetta: situare un museo Tutsi nella casa del loro nemico giurato.  Nell’enorme dimora c’è una quantità di stanze. Si possono visitare le sontuose camere, una mansarda arredata come un casino di caccia con corna di cervo importate dall’Europa, una cappella (da buon assassino Habyarimana era un baciapile come quell’arpia di sua moglie Agathe) e perfino

     IL CESSO DI HABYARIMANA!

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 Approfittando del fatto che la guida e i 2 militari erano distratti dalle 2 figlie di mia cognata Immaculée (da me opportunamente istruite), sono riuscito a fotografare il sontuoso bagno, i lavabo con i rubinetti placcati d’oro, la vasca triangolare e soprattutto lo storico cesso  sul quale, seduto come il Pensatore di Rodin e incattivito dalle emorroidi come Lutero, il buon Juvénal ha progettato il massacro di un milione di Tutsi.

   Si sale su una torretta stile lager più alta del muro di cinta e più oltre si vede un buco con intorno i pezzi del Falcon 50. Incredibile, per poco non è caduto sulla casa. “La moglie Agathe ha dovuto raccogliere i pezzi di Habyarimana con un cucchiaio”  salmodia la guida .“Forse ne è rimasto qualcuno”, dice speranzosa una mia nipotina, scrutando l’erba. “No, se l’è mangiato il gatto’, la disilludo.

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Dragor


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