Magazine Tecnologia

Nel cuore della Sardegna per essere al centro del mediterraneo

Creato il 24 febbraio 2015 da Alessandro Ligas @TTecnologico

Intervista a Nordai Nuragic Innovation

di Alessandro Ligas

Le nostre origini risiedono in un popolo di innovatori che ha saputo costruire migliaia di anni fa delle torri apparentemente semplici, ma che resistono ancora oggi.

La Sardegna è una terra dalle 1000 sfaccettature. Paesaggi mozzafiato, Chiese, Castelli e Monumenti storici e artistici che lasciano il turista ma anche i sardi senza fiato. Un’isola al centro del mediterraneo che ha radici profonde. Un’isola dove si parla una lingua antica e dove migliaia di anni fa sono stati costruiti i nuraghi. Torri di pietra che s’innalzano e che “ci ricordano che siamo degli innovatori; un popolo che riesce a creare delle cose semplici che durano nel tempo”. Un popolo che ha solcato in mare e che sempre lo farà per entrare in relazione con il mondo.

Un’isola che fa dell’agricoltura e della pastorizia uno dei suoi punti di forza, ma che è capace di rivolgersi anche tutti coloro che hanno immaginazione, creatività e voglia di fare.

Nel cuore della Sardegna per essere al centro del mediterraneo
Oggi raccontiamo la storia di una startup, nata nel 2013, Nordai s.r.l. che ha sviluppato una piattaforma web, basata esclusivamente su tecnologie Open Source e Cloud Computing, che consente di avere a disposizione tutte le funzionalità di un Sistema Informativo Territoriale avanzato dove si possono caricare al suo interno dati territoriali (piano urbanistico, particolareggiato, dati catastali, vincoli ambientali e paesaggistici, beni culturali e classificazioni di rischio idrogeologico), organizzarli, catalogarli e archiviarli. Una piattaforma che permette la creazione di mappe tematizzate e di condividerle in diversi formati standard leggibili da pc, tablet e smartphone.

La startup ha già raggiunto un primato nazionale facendo diventare un piccolo paese nel cuore della Sardegna, Sedilo, il primo comune italiano che alimenta il registro pubblico RNDT (Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali), il catalogo nazionale dei metadati riguardanti i dati territoriali e i servizi ad essi relativi disponibili presso le Pubbliche Amministrazioni, con i metadati dei dati e servizi geografici di cui è titolare, attraverso un servizio CSW, adempiendo così in modo automatico all’obbligo normativo di comunicare all’ Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) il contenuto delle proprie banche dati territoriali

Abbiamo incontrato Gonario, CEO di Nordai, che ci ha raccontato come è nata la sua azienda e come anche oggi si può essere innovatori guardano alle nostre radici.

Chi è Nordai cosa fa e con che obiettivi nasce?
Nordai è una start up nata nel 2013 che lavora nel campo dell’informazione geografica nel senso più ampio del termine con lo scopo di creare servizi web che siano facili da usare, interoperabili e, naturalmente, innovativi!

Come siete nati? (Come è nato GeoNue)
Allora… dobbiamo iniziare con una distinzione: prima che nascesse la società Nordai, è nato GeoNue, cioè quello che al momento è il nostro principale servizio.

L’idea di GeoNue è maturata nel tempo lavorando a contatto con le pubbliche amministrazioni della Sardegna nel settore dei Sistemi Informativi Territoriali. Ci siamo accorti che, nonostante le PA avessero bisogno di un SIT e di software GIS avanzati quali strumenti di pianificazione territoriale da cui avrebbero potuto trarre benefici in termini sia di efficienza sia di ottimizzazione delle risorse economiche, nella maggior parte dei casi non li usassero soprattutto perché troppo costosi. Le soluzioni tradizionali presenti sul mercato prevedono, infatti, una fase di sviluppo lunga, della durata di almeno un anno, che si traduce in grande dispendio di risorse e, molto spesso, in obsolescenza dato il rapido evolversi di queste tecnologie.

Nel cuore della Sardegna per essere al centro del mediterraneo
Con GeoNue, invece, forniamo un servizio standard, interoperabile con altri sistemi,costantemente aggiornato, per così dire, “pronto all’uso”, azzerando tutti i tempi di progettazione e realizzazione, e abbattendo quindi anche i costi.

Come funziona?
Il comune che acquista GeoNue ha accesso a una piattaforma web che è un Sistema Informativo Territoriale avanzato. A questo punto può caricare all’interno della piattaforma i suoi dati territoriali, organizzarli, catalogarli e archiviarli; può creare, tematizzare le sue mappe e condividerle in diversi formati standard su pc, tablet e smartphone. Con dati territoriali intendiamo piano urbanistico, particolareggiato, dati catastali, vincoli ambientali e paesaggistici, beni culturali e classificazioni di rischio idrogeologico. Tutte le informazioni inserite vengono salvate in cloud, che garantisce la massima sicurezza e consente anche di eliminare costi hardware e di licenza. Appunto all’uso del cloud si ricollega la seconda parte del nome del servizio Nue, in sardo. Queste sono le funzionalità più strettamente tecniche e correlate alla gestione dei dati, ma GeoNue, proponendosi come strumento di valorizzazione del patrimonio territoriale e quindi anche culturale, ha anche una “versione pubblica” rivolta ai cittadini/professionisti che possono consultarlo ovunque si trovino con smartphone, tablet o pc. È quello che abbiamo chiamato GeoNue Portal. Ci piace spiegarlo ricollegandoci all’idea del vecchio atlante geografico in cui chi vi accede può “sfogliare” le varie mappe tematizzate e utilizzare, anche scaricandoli, i dati presenti in formato open e certificati. Un esempio lo potete trovare qui http://geonue.comune.sedilo.or.it. Tutto quello che vi abbiamo raccontato sulle funzionalità di GeoNue è riassunto in questo video di un minuto Tour GeoNue.

A chi si rivolge?
Come già accennato sopra agli enti pubblici, ma può essere un utile strumento di lavoro anche per enti privati e di ricerca, le università, i professionisti o i cittadini. Insomma, per tutti coloro che vogliono gestire i dati territoriali o consultarli.

Qual è il vostro modello di business?
In questa prima fase di approccio al mercato abbiamo scelto una forma di vendita “porta a porta”, nel senso che personalmente alcuni di noi si sono recati nei comuni per presentare Nordai e GeoNue. Questo passaggio è stato utile per creare un filo diretto con il cliente, capirne esattamente i bisogni e affinare anche le nostre tecniche di presentazione.

Ma l’obiettivo a lungo termine è quello di occuparci solo dello sviluppo del servizio, affidando a una rete di partner, adeguatamente preparati su GeoNue, l’incarico di promuovere, vendere il servizio e fornire assistenza tecnica. Vorremmo creare un circuito virtuoso in cui i partner facendo il nostro interesse, facciano anche il proprio.

Che difficoltà avete incontrato nel realizzare il vostro progetto? Come le avete risolte?
La prima e maggiore difficoltà è stata quella di trovare il capitale da dedicare allo sviluppo iniziale. Due anni fa ci siamo candidati a un bando europeo per start up innovative promosso da Sardegna Ricerche e, pur essendo stati selezionati tra i migliori otto, non abbiamo ricevuto il finanziamento. Ci abbiamo riprovato l’anno successivo ed è andata meglio. Siamo arrivati tra i primi 18 su 250 idee partecipanti e abbiamo ottenuto un finanziamento di 100 mila euro a fondo perduto.

Altro problema è stata la burocrazia. Essendo stati tra le prime startup in Sardegna abbiamo incontrato molte difficoltà con le camere di commercio che non avevano ancora le competenze giuste per gestire questa tipologia di aziende. Siamo riusciti a risolvere i problemi solo con tanta pazienza…

Un’altra grande difficoltà è stata quella di non avere casi d’uso concreti da presentare quando ci siamo affacciati nel mercato. Per far capire le potenzialità del nostro servizio inizialmente abbiamo creato delle demo e del materiale informativo, che tuttavia si sono dimostrati inefficaci. Davano comunque un’idea parziale di GeoNue e probabilmente anche i termini SIT e Cloud Computing erano poco familiari o poco chiari. Determinanti sono stati lo sforzo per rendere accessibili questi concetti e soprattutto la possibilità di partecipare alla realizzazione del piano particolareggiato del comune di Sedilo. Il risultato del lavoro fatto con GeoNue in questa occasione ha prodotto un esempio tangibile, che metteva bene in luce le potenzialità dello strumento; un esempio da mostrare anche agli altri clienti. Si sa, gli esempi valgono più di mille parole!

Qual è stato il vostro iter?
Una volta che ci è venuta in mente l’idea abbiamo subito creato una versione beta di GeoNue, che originariamente si chiamava GeoCloud (la società Nordai non era ancora stata creata). Con questa prima versione ci siamo presentati al bando di Sardegna Ricerche, l’idea è stata selezionata e abbiamo iniziato il percorso di incubazione sotto la guida di mentori esperti. La fase di formazione, per quanto impegnativa e faticosa, è stata utilissima. Abbiamo imparato che cosa si dovesse e che cosa non si dovesse fare, alcune strategie da adottare; abbiamo condotto una piccola indagine informativa nei comuni della Sardegna per capire il loro stato di avanzamento tecnologico e se effettivamente avessero bisogno di un servizio come GeoNue. Tutto il lavoro svolto in quei mesi e le competenze acquisite hanno portato alla stesura del nostro primo business plan. Come si è concluso questo primo tentativo ve lo abbiamo già raccontato: seppure l’idea fosse stata apprezzata e riconosciuta come valida, non abbiamo vinto il finanziamento.

Non ci siamo lasciati scoraggiare; nel frattempo abbiamo continuato a sviluppare e migliorare il servizio, tenendo conto anche dei progressi del settore, finché l’anno successivo ci siamo candidati nuovamente, questa volta con successo totale, al bando europeo per start up innovative di Sardegna Ricerche e abbiamo anche fondato Nordai. Ottenuto il finanziamento era il momento di non sprecare l’opportunità guadagnata con tanta fatica. Abbiamo subito assunto tre collaboratori che ci aiutassero a completare il progetto che avevamo in mente: arricchire il servizio con altre funzionalità, creare un’app, preparare materiale pubblicitario.

Abbiamo iniziato poi un tour dei comuni della Sardegna per presentarci e presentare GeoNue fino alle prime trattative e alle prime vendite. Di lavoro ce n’è ancora tanto da fare, ma siamo ottimisti.

Come è nata la vostra squadra e come è composta?
I primi a collaborare tra loro sono stati i due esperti in Informatica, uno in Sistemi Informativi Territoriali e l’altro in Cloud Computing, amici d’infanzia, che hanno realizzato la versione beta di GeoNue. Loro due hanno poi coinvolto gli altri membri del team Nordai: un ingegnere che si occupa di pianificazione territoriale, un avvocato esperto di diritto tributario e comunitario e un consulente aziendale. Completano la squadra uno sviluppatore, un’esperta GIS e un grafico. Non dimentichiamoci di altri amici, anche loro professionisti, che talvolta collaborano con noi.

Che ruolo ha la rete nel vostro business?
Fondamentale, il nostro servizio funziona esclusivamente grazie alla rete.

Quali sono le competenze necessarie per avviare una startup e come si costruiscono?
Competenze tecniche a parte, chiaramente necessarie per lo sviluppo dell’idea, sono risultate molto importanti, una volta fondata la società, le figure del consulente aziendale per tutto ciò che riguarda la parte gestionale ed economica e quella del legale per la stipula dei contratti con i dipendenti e i clienti. È stato anche fondamentale, come per ogni nuovo servizio, avere qualcuno che si occupasse della parte creativa di comunicazione e grafica. In una startup, si sa, non si hanno molte risorse da investire in formazione, perciò le competenze si costruiscono soprattutto sul campo, attingendo alle esperienze personali e seguendo i suggerimenti di chi è più esperto.

Quali risultati avete ottenuto e quali sono i vostri prossimi passi?
Nel corso di quest’anno appena trascorso abbiamo raggiunto degli importanti traguardi per noi, se pensiamo al fatto che nel mercato eravamo un’azienda sconosciuta e abbiamo dovuto conquistare la fiducia dei clienti. Siamo riusciti a vendere GeoNue a un comune e un’unione di altri nove comuni; abbiamo avviato interessanti collaborazioni con l’Università di Cagliari e il CNR; abbiamo partecipato in qualità di partner ad alcuni eventi che si sono svolti in città come Smart Cityness e l’Europe Code Week.

Per il nuovo anno ci proponiamo mettere sul mercato l’App per iPad di GeoNue, di ampliare la nostra rete di partnership e anche di clienti!

Quali sono le tre principali azioni che dovrebbero attuare le istituzioni per supportare lo sviluppo delle startup?
Dovrebbero creare una sorta di “regime dei minimi” per le start up, stabilendo che per i primi 4-5 anni le si applichi un’aliquota ridotta, magari il vecchio 12,5% come in Irlanda. Dovrebbero poi esonerarle dal versamento dei minimi obbligatori INPS, almeno nei primi 4 anni, quando è frequente che siano gestite “in economia” dai soci/amministratori, nessuno dei quali riceve una retribuzione.

E incentivare anche l’assunzione di personale riducendo in modo molto più netto il cuneo fiscale. È fondamentale avere dei collaboratori validi e qualificati, ma spesso le aziende non sono in grado di mantenerli per l’alto costo del lavoro. Per esempio, per un dipendente che al netto riceve 1300 € se ne spendono più di 2000 €: è un costo davvero troppo alto.

Cosa vuol dire per voi innovare?
Innovazione per noi è creare cose semplici che durino nel tempo. Non è casuale che abbiamo scelto come frase identificativa di Nordai Nuragic Innovation. Le nostre origini risiedono in un popolo di innovatori che ha saputo costruire migliaia di anni fa delle torri apparentemente semplici, ma che resistono ancora oggi.

In un “tweet” cosa consigliate a chi vuol fare impresa?
Winston Churchill diceva “Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”. Crediamo sia una frase adatta per chi vuole fare impresa.

In bocca al lupo


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :