Magazine Diario personale
Finalmente sembra che il tempo si sia stabilizzato, ecco il sole e il caldo. Ho sentito un forte desiderio di pregare, di pregare in continuazione. Nel deserto in cui vivevo sembrava impossibile risentire il desiderio di pregare. Forse è un istante, una piccola fiammella destinata a essere nuovamente travolta dal mare dell’insensibilità. Certo è che, nonostante sentissi niente, pregavo ugualmente. Non sempre si ha il desiderio di pregare ardentemente. Forse qualcuno potrebbe obiettare che sarebbe ipocrita pregare quando non si desidera. No, io penso non sia così. Se il nostro corpo passa un periodo in rifiuta il cibo, ci affrettiamo a sforzarci per ingurgitare qualcosa, perché sappiamo benissimo che senza il cibo non possiamo vivere. Ecco, dovremmo fare così anche con la preghiera, non è essere ipocrita. È il cibo della nostra anima, ed in fondo lo hanno ben sperimentato che l’uomo vive più delle cose astratte che di quelle materiali. Quante sante poi, hanno dimostrato che si può vivere nutrendosi semplicemente dell’Eucaristia! Quindi il desiderio di pregare…. Ma oggi ecco nuovamente il deserto avanzare. Si poteva udire solamente il sibilo del vento, un vento foriero di morte. È in questi momenti che comprendo pienamente la necessità della penitenza corporale. Senza l’addestramento a questa, mi lascerei senz’altro andare, mi chiuderei. Si fa forza sul nostro spirito, affinché, nonostante tutto, si apra, rivolga il suo sguardo a Dio. E così è stato. Sebbene non avessi voglia di recitare il rosario, ho cominciato ugualmente, con più calma, cercando di essere attenta alle parole che pronunciavo. E così l’ho detto… una vittoria! E la tristezza senza nome se n’è andata!