Primo punto fra tutti gli altri, chi li starà allenando? Sono tre i nomi quotati negli ultimi giorni: si va da Gert Smal (già nello staff irlandese occupandosi del reparto avanti), Rassie Erasmus (che ha appena lasciato Western Province) e Heynke Meyer (Blue Bulls). Poi viene il resto, in un gruppo diverso da quello che era volato in Nuova Zelanda per la RWC con i gradi di campione in carica. L'ex capitano John Smit è volato in Europa e la lista di chi gioca all'estero è lunga e interessante: Fourie Du Preez, Johann Muller, Ruan Pienaar, Bakkies Botha, Danie Rossouw, Francois Louw, Francois Steyn.
Lo spilungone Victor Matfield dal suo ritiro ha lasciato detto che dovrebbe esserci un incentivo per quegli atleti decisi a rimanere in patria e a non emigrare. Certo le disponibilità economiche di alcuni club inglesi o francesi possono attirare, ma si potrebbe in qualche misura competere con un bonus per chi resta a casa e viene convocato dalla nazionale.
Dunque, volti nuovi o per lo meno destinati a rimpiazzare i vecchi. Tipo Francois Hougaard in mediana, destinato a coprire il ruolo lasciato libero da Du Preez tanto con i Blue Bulls quanto con il Sud Africa. Oppure Andries Bekker, da infilare in seconda linea dal momento che per i posti in palio non ci sono più in circolazione né Matfield né Botha. Con Jaque Fourie in Giappone (anche lui come Du Preez e Rossouw), Juan de Jongh ha l'occasione di confermarsi nella linea dei trequarti.
La rivista SA Rugby Magazine ha puntato su Johann Sadie, classe '89 (foto), centro passato dagli Stormers ai Bulls, definito come lui che "può guidare la rivoluzione sudafricana". E su Sias Ebersohn, 22enne apertura dei Cheetahs. Non mancano suggerimenti per la terza linea (poteva essere diversamente, per lo più tra i boeri?): Joshua Strauss, Ashley Johnson, Keegan Daniel. Meglio cominciare a prendere confidenza con questi nomi.