In giornate come queste stare in classe, tra i miei ragazzi, è un grande sollievo perché i ragazzi sono proiettati verso il futuro e mi trascinano con loro, mi costringono a non voltarmi indietro, occupano completamente la mia mente e si impossessano di pezzetti del mio cuore.
Così riprendo in mano le verifiche da correggere, litigo con il registro elettronico, preparo lezioni ed esercizi, torno pian piano a vivere la normalità, la rassicurante, ma straordinaria quotidianità del mio lavoro.
Sembra incredibile che lavorare possa donare tranquillità, eppure è così, forse perché si tratta di un lavoro che può essere difficile, qualche volta frustrante, ma che è sempre coinvolgente.
Si tratta di un lavoro che ogni giorno mi fa incontrare persone che vedo crescere, bambini che si avviano a diventare adulti, curiosità da alimentare, pensieri che via via prendono forma.
La scuola è il mio elemento.
Per ora di andare in pensione non se ne parla proprio.