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Nel paese dei balocchi: Epifani fuori dalla realtà

Creato il 22 agosto 2013 da Giuseppe Lombardo @giuslom
Nel paese dei balocchi: Epifani fuori dalla realtàEpifani si è fatto sentire: “il Pd non è assolutamente disposto a farsi tirare per la giacchetta dagli alleati di governo”, ha tuonato. Bontà sua, non fosse drammatica la situazione, non fosse così evidente l'inconsistenza politica della sinistra, tali esternazioni susciterebbero quasi tenerezza. L'ex leader della Cgil è stato catapultato dal sindacato in Transatlantico, e poi giù fino alla segreteria, il tutto senza mai vedere uno scorcio del paese. E' rimasto lo stesso uomo che nei comizi conclusivi della campagna elettorale applaudiva convintamente Bersani, avvertendo un senso di liberazione lungo tutto lo Stivale, manco fosse il 25 aprile. S'è visto.Se lo stratega avesse avuto il tempo di gettare uno sguardo sul paese reale, avrebbe scoperto che non esiste alcuna maggioranza degna di questo nome, nonostante il sostegno - incondizionato, plebiscitario e complice - all'Esecutivo Letta. Avrebbe scoperto che i suoi elettori, la famigerata "base" concepita come un blocco granitico dall'apparato, per nulla soddisfatti di andare a braccetto con un individuo accusato di sfruttamento della prostituzione minorile, stanno maturando privatamente e con riserbo un disincanto che funge da apripista all'astensione. Avrebbe scoperto, infine, che al di là dei numeri non sussiste neppure l'ombra delle famigerate larghe intese, predicate da Napolitano e praticate secondo i diktat del Cavaliere, con una buona propensione alla stagnante inazione, autentico marchio di fabbrica.
La giacchetta del Pd, per restare in tema, è un sublime pezzo da sartoria: cucito esattamente sul profilo di Berlusconi. Ed il Caimano, del resto, sta cannibalizzando le spoglie di un centrosinistra avariato, povero d'idee, in vista della prossima campagna elettorale. Lui governa e loro mettono la faccia: è un idillio, una costante luna di miele alla quale il Pd, lungi dal tirarsi indietro per ricostruire una casa comune, partecipa con tafazziana coerenza. E’ il rito gotico del suicidio collettivo, celebrato in nome e per conto della responsabilità migliorista.Berlusconi comprende, ride e alza la posta. In principio il tema cruciale era l'Imu, un obolo odioso da versare, gonfiato a dismisura grazie alle scelte scellerate compiute dal centrodestra nella precedente legislatura, allorquando si decise di abolire l'Ici per soddisfare il bulimico populismo degli italoforzuti. Adesso è venuta meno persino la retorica qualunquista e tutta l'attenzione è concentrata sulle vicissitudini personali del pregiudicato di Arcore. Revisione della sentenza, grazia, indulto, amnistia, pene alternative e vaglio di costituzionalità alla legge Severino, tutto fa brodo pur di salvare il Capo, pur di ribadire - se mai ve ne fosse bisogno - che in questa Italia la legge non è uguale per tutti, che dietro le boutade sulla guerra dei vent’anni si celano le esigenze di garantire l'impunità ad un uomo, uno solo, l'unico che può dare il suo benestare prima di affrontare qualsiasi altro problema del paese.
E tutti partecipano a questo scempio: da Libero al Giornale, dalla Stampa al Corriere, non un sussulto di dignità proviene dagli opinionisti liberali. Nessuno, fosse anche per decoro, tenta di tutelare lo Stato di diritto o il principio di uguaglianza, ormai palesemente vituperati e relegati in cantina assieme alla Costituzione e alla separazione dei poteri. Tutti decretano lo stato di cattiva salute del malato-Italia, ma l'analisi epidemiologica riscontra problemi non già in una classe dirigente cialtrona e senza testa, bensì nell’irrequietezza della magistratura, individuando così la soluzione clinica in un bel salvacondotto, una sorta di tana libera tutti. Nel frattempo vengono massacrati i giudici, viene messo in scacco il governo, viene fatta pressione sul Quirinale. La guerra è guerra, non si fanno prigionieri. Neppure se relegati in lussuose ville e con dame di compagnia.G.L.Nel paese dei balocchi: Epifani fuori dalla realtà

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